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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0292
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288

Testimonianze

Επίχαρμος ... Αριστοφάνης L’elenco rispetta l’ordine cronologico noto
degli otto commediografi elencati: “bemerkenswert ist, dass die drei Dichter,
die Epicharm folgen - Magnes, Kratinos, Krates - auch von Aristophanes
in der Parabase der Ritter in dieser Reihenfolge als Vorlàufer des Dichters
dargestellt werden”, Kyriakidi 2007, p. 66 (anche per dettagli sulla cronologia);
questa successione si differenzia, in parte, dalla έπτάς bizantina (v. test. 2b
K.-A.) e dagli elenchi di Tzetztes (v. testt. 21a-b e 23). Su questo e gli altri
elenchi e i poeti in essi elencati, v. in gen. Storey 2003, p. 40 s.
νικά μετά την πε' Ολυμπιάδα L’indicazione cronologica potrebbe
riferirsi alla prima vittoria lenaica di Gratino, verisimilmente nel 436 a. C.
(v. test. 6 K.-A.), cfr. Schmid 1946, p. 69 e n. 6: “er [Kratinos] kann [...] den
ersten seiner drei Lenàensiege friihestens etwa 437 gewonnen haben [n. 6]
darauf bezieht sich vielleicht die Bemerkung des Anonym π. κωμ. [...] d.h.
nach Aufhebung des Gesetzes περί τοϋ μή κωμωδεΐν”. Se, invece, si intende un
riferimento alla prima vittoria dionisiaca di Gratino (v. test. 5 K.-A.) si deve
correggere il testo in κατά την πα' (= 456/5-453/2 a. C.) come proposto da
Meineke FCG1, p. 45, oppure in μετά την π' (460/59-456/5 a.C.) come proposto
da Koerte 1922, col. 1648 (che non esclude, però, la correzione di Meineke).
τελευτά δέ ... Αριστοφάνης Cfr. test. 10 K.-A.
γέγονε ... χαρακτήρα “Il termine ποιητικός è generalmente usato nei
testi di critica letteraria per indicare ‘ciò che è proprio della poesia’, in contrap-
posizione a ciò che è semplice e tipico della prosa. Esso è dunque impiegato
particolarmente in relazione all’eleganza formale (Dion. Hai. De comp. verb. [I
61 ...] Cfr. Id. Ihuc. 51,4), all’uso di parole inconsuete o di nuovo conio (Dion.
Hai. Ep. ad Amm. II 2, 11 [...]) e all’impiego di tropi (cfr. Dion. Hai. Lys. 3,2 e
55 [...]). [...] Gratino doveva essere definito dal commentatore ‘molto poetico’
e formato sul ‘χαρακτήρ di Eschilo’ per i suoi conii lessicali, in particolare
modo di parole composte, e per l’uso che egli faceva di termini inconsueti e
traslati [...] Il termine χαρακτήρ, infatti, pur significando in generale ‘impron-
ta’ e quindi ‘caratteristica’, viene usato di solito nei testi di critica letteraria
nell’accezione di ‘stile’, ‘modo di scrivere’ o anche ‘forma del discorso’, ‘genere
letterario’, aU’interno di espressioni molto simili a quelle usate dall’Anonimo”379,
Farioli 1996, pp. 93-95 (ibid. p. 92 s. per una discussione sull’ipotesi, dif-
ferente, di Coppola 1936, pp. 55-83, cfr. Sodano 1961, che questa pericope

379 A p. 95 n. 60 sono proposti, per questo, dalla stessa Farioli i seguenti paralleli: “Cfr.
ad esempio Dion. Hai. De comp. verb. 23, 19, a proposito della γλαφυρά σύνθεσις·
[...] παραθήσω λέξιν άνδρός εις τόν αυτόν κατασκευασμένου χαρακτήρα,
Ισοκράτους, (...). Cfr. anche Epict. Diss. II 17, 35: γράφεις ... εις τόν Ξενοφώντος
χαρακτήρα”.
 
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