Ottaviano Cesare.
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legato, che non puö essere partecipe de’diuini sacramenti, ne di
tal nodo puö essere sciolto, se la R. V. P. non ne lo sciogle, puö
facilmente giudicare quanto dispiacere io ne senta. Percioche i
molti e buoni e di lungo tempo seruigi del padre di lui meritano
ch’io tenga protettione di tutta la sua casa, onde ueggendo questo
giouane anchor fanciullo, dopo il primo errore d’esser entrato in
religione innanzi tempo, e senza licenza del padre e de la madre,
hauer commesso il secondo d’esserne uscito senza licenza de’suoi
Padri spirituali, et esser caduto in peccato, et per non poter hauer
parte ne santi sacramenti, andar di peccato in peccato, e dubi-
tando al fine non uada in perditione; priego mi faccia gratia di
liberarlo di questo laccio, acciö si possa confessare e comunicare,
e uiuer christianamente. La gratia ch’io dimando, mi par degna
d’esser impetrata, conciosiacosache a V. P. non piaccia la morte
e perditione altrui; e mente egli stara cosi legato, sara morto e
perduto. Ne credo che la Compagnia del Gesü il uoglia costringere
a tornare, percioche il seruire al Signore in religione conuien che
uenga da prontisima uolonta. Laonde stimando che si per esser
ragioneuole et honesta la dimanda, e si per farne gratia a me, il
qual, come sa, porto sonnna affetione e diuotione alla Compagnia,
me la concedera, non mi dilaterö a porgernele molti preghi, ma
concluderö che questa sara una de le gratie maggiori che fatte
m’habbia e farmi possa, e ne le sarö in obligo immortale, e mi
fara gratia di scriuere al P. Salmerone che li assolua. De Napoli
a XV d’Ottobre 1558. A1 servitio de V. P. molto R?, a II duca
di Monteleone 416). Seines Oberen Antwort 417) legte Polanco sei-
nem Schreiben an Salmeron vom 29. Oktober 1558 mit dem Er-
suchen bei, sie zu lesen und dann dem Herzog versiegelt zu über-
senden 418). Es war das Restreben der Ordensleitung, ihm im wei-
testen Maße entgegenzukommen 419). Das aber, so schrieb derselbe
Polanco, könne man um so leichter tun, da sie diesen Jüngling für
die Gesellschaft ungeeignet hielten; und so könne man ihm
die Erlaubnis geben, aus der Gesellschaft zu treten und infolgedessen
ihn auch von seinen Gelübden lösen 420). Aber sollte die Ordens-
416) Lainii mon., III, n. 992, p. 594/95. Das ist das einzige Schriftstück
seitens des Herzogs, dem ich begegnet bin! cf. dazu Epp. Salm., I, n. 89 a,
p. 251. — 417) Diese Antwort wurde bisher von den Ilerausgebern der Mon.
hist. S. I. noch nicht aufgefunden cf. Lainii mon., III, p. 595 6; cf. auch
Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251. — 418) Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251. —- 419) Epp.
Salm., I, n. 89 a, p. 251. — 42°) Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251.
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legato, che non puö essere partecipe de’diuini sacramenti, ne di
tal nodo puö essere sciolto, se la R. V. P. non ne lo sciogle, puö
facilmente giudicare quanto dispiacere io ne senta. Percioche i
molti e buoni e di lungo tempo seruigi del padre di lui meritano
ch’io tenga protettione di tutta la sua casa, onde ueggendo questo
giouane anchor fanciullo, dopo il primo errore d’esser entrato in
religione innanzi tempo, e senza licenza del padre e de la madre,
hauer commesso il secondo d’esserne uscito senza licenza de’suoi
Padri spirituali, et esser caduto in peccato, et per non poter hauer
parte ne santi sacramenti, andar di peccato in peccato, e dubi-
tando al fine non uada in perditione; priego mi faccia gratia di
liberarlo di questo laccio, acciö si possa confessare e comunicare,
e uiuer christianamente. La gratia ch’io dimando, mi par degna
d’esser impetrata, conciosiacosache a V. P. non piaccia la morte
e perditione altrui; e mente egli stara cosi legato, sara morto e
perduto. Ne credo che la Compagnia del Gesü il uoglia costringere
a tornare, percioche il seruire al Signore in religione conuien che
uenga da prontisima uolonta. Laonde stimando che si per esser
ragioneuole et honesta la dimanda, e si per farne gratia a me, il
qual, come sa, porto sonnna affetione e diuotione alla Compagnia,
me la concedera, non mi dilaterö a porgernele molti preghi, ma
concluderö che questa sara una de le gratie maggiori che fatte
m’habbia e farmi possa, e ne le sarö in obligo immortale, e mi
fara gratia di scriuere al P. Salmerone che li assolua. De Napoli
a XV d’Ottobre 1558. A1 servitio de V. P. molto R?, a II duca
di Monteleone 416). Seines Oberen Antwort 417) legte Polanco sei-
nem Schreiben an Salmeron vom 29. Oktober 1558 mit dem Er-
suchen bei, sie zu lesen und dann dem Herzog versiegelt zu über-
senden 418). Es war das Restreben der Ordensleitung, ihm im wei-
testen Maße entgegenzukommen 419). Das aber, so schrieb derselbe
Polanco, könne man um so leichter tun, da sie diesen Jüngling für
die Gesellschaft ungeeignet hielten; und so könne man ihm
die Erlaubnis geben, aus der Gesellschaft zu treten und infolgedessen
ihn auch von seinen Gelübden lösen 420). Aber sollte die Ordens-
416) Lainii mon., III, n. 992, p. 594/95. Das ist das einzige Schriftstück
seitens des Herzogs, dem ich begegnet bin! cf. dazu Epp. Salm., I, n. 89 a,
p. 251. — 417) Diese Antwort wurde bisher von den Ilerausgebern der Mon.
hist. S. I. noch nicht aufgefunden cf. Lainii mon., III, p. 595 6; cf. auch
Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251. — 418) Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251. —- 419) Epp.
Salm., I, n. 89 a, p. 251. — 42°) Epp. Salm., I, n. 89 a, p. 251.