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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,2): Cratino: Archilochoi - Empipramenoi (frr.1-68) : introduzione, traduzione, commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2016

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https://doi.org/10.11588/diglit.63085#0388
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Έμπιπράμενοι

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(Dioxippo), Θητεύοντες (Alessi), Διονυσιάζουσαι (Timocle), Έλαιωνηφρου-
ροΰντες, Έλλεβοριζόμενοι e Κληρούμενοι (Difìlo), Έπιτρέποντες (Menandro).
Lo stesso Menandro scrisse una commedia dal titolo Έμπιμπραμένη (PCG VI.2,
frr. VL2, frr. 119-123 K.-A.), i cui pochi frammenti non permettono di capirne il
contenuto (secondo Meineke FCG II.2, p. 52 “Menander scripsit’Epmnpapévqv,
sensu haud dubie multum diverso”, ma, di fatto, non è possibile alcun parallelo
con la commedia di Gratino, del tutto ignota).
Il verbo έμπίμπρημι significa ‘bruciare, incendiare’, al passivo ‘essere
bruciato, essere incendiato’ (‘to be set on tire’ LSJ s.v.); Έμπιπράμενοι sono,
quindi, alla lettera i ‘bruciati’ o gli ‘incendiati’ (così traduce Sennino 1998,
p. 38 s.). Il verbo è di uso raro in commedia, ma attestato ad es. in Ar. Nub.
1484 (έμπιμπράναι οικίαν, Strepsiade che decide di bruciare il pensatoio) e
Thesm. 749 (έμπρήσομεν, le donne che minacciano di dare fuoco al parente).
Ignoto a cosa si riferisse il titolo della commedia. Secondo un’ipotesi di
Dindorf 1829 p. 94 n. a) = 1835, p. 574 n. a) la testimonianza sugli Empipramenoi
di Clemente Alessandrino (v. suprd) si può leggere insieme a schol. (R) ad Ar.
Thesm. 215, p. 28 ([KH.] άτάρ τι μέλλεις δράν μ’; [ΕΥ.] άποξυρεΐν ταδί/τά
κάτω δ’άφευειν): τά γένεια· ταυτα δέ έλαβεν έκ των Ίδαίων Κρατίνου, dove è
testimoniata di nuovo una ripresa di Aristofane ancora nelle Tesmoforiazuse di
un passo di Gratino, questa volta dalla commedia Idaioi264·, e, di conseguenza,
si possono identificare Έμπιπράμενοι e Ίδαΐοι come titoli alternativi di una
stessa commedia. Sulla base di questa identificazione Bergk 1838, p. Ili (in
generale 109-111) interpretò il presunto doppio titolo Έμπιπράμενοι ή Ίδαΐοι
in riferimento ad un “chorum hominum perditissimorum, qui deae sacris initiati
atquepenitus effeminati corpus levigarent et crines omnes igni amburerent” (per
il primo sostantivo) e ai Dattili Idei officianti del culto della Grande Madre (per
il secondo sostantivo); cantra Luppe 1966, p. 187 (secondo cui Idaioi sarebbe
titolo alternativo per Dionysalexandros, cfr. p. 201 s.): “Dafi Aristophanes in
seinen Thesmophoriazusen (von 1231 Versen) aus zwei Kratinosstelle ver-

264 Su questo passo delle Tesmoforiazuse v. van Leeuwen 1904, p. 36 (n. al v. 215): “recte
igitur vox ταδί explicatur τά γένεια, dein additur ducta esse haec ex Cratini fabula.
Non ad certa autem verba quaedam comici referendum est ταυτα, sed totus hic locus,
ubi Euripides socium radit ed adstulat, e Gratino dicitur sumptus. Quamquam tutius
fuerit statuere simile quod habuisse quandam Cratini fabulam”; Butrica 2001, p. 52:
“in fact thè only safe course is to admit that we simply do not know to which play
Clement referred”; Austin-Olson 2004, p. 125: “wheter he (se. Cratinus) borrowed
whole lines or parts of lines of (more likely) simply took over thè idea of a scene
in which a male character is shaved, depilated and dressed like a woman, is im-
possibile to say”.
 
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