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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0133
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Κωμασταί (fr. 18)

129

nominale Κολακοφοροκλείδης.129 Un’altra glossa esichiana (k 3579) riferisce
al medesimo personaggio l’appellativo Κορακοφοροκλείδη<ς): la glossa è la-
cunosa, ma la critica è solita ritenere che la parte di interpretamentum andata
perduta riguardasse, sulla falsariga di κ 3309, le due testimonianze comiche su
Ermippo e Frinico (e forse anche la notizia sul contributo esegetico dell’erudito
Asclepiade). Con tutta probabilità, la voce Κορακοφοροκλείδη<[ς) costituisce
una variante lessicale del lemma Κολακοφοροκλείδης: cfr. Chronopoulos 2006,
p. 139.
Testo Per le varie proposte di lettura del composto vd. infra.
Interpretazione Secondo Γinterpretamentum che Esichio appone al lemma
Κολακοφοροκλείδης (κ 3309), dietro il composto nominale si celerebbe un’al-
lusione a un certo Ιεροκλείδης, un personaggio altrimenti sconosciuto nelle
fonti (letterarie ed epigrafiche130); d’altra parte, l’identità del kdmòdoumenos
doveva essere materia di dibattito già in ambiente alessandrino, se, come si
evince dalla suddetta glossa, Asclepiade131 - presumibilmente influenzato dal
composto Κολακώνυμος (che, tra l’altro, è lemmatizzato nel lessico di Esichio,
κ 3311), con cui, in V. 592, Aristofane si fa beffe del demagogo Cleonimo (LGPN
Π, s. v. [1], p. 268; PAA 579410) - riconosceva nella lexisΚολακοφοροκλείδης un
ennesimo gioco verbale sul nome del politico (sul kdmòdoumenos Cleonimo vd.
ora Storey 1989): un’interpretazione, che, tuttavia, era già respinta dagli antichi
con l’osservazione che Asclepiade (sulla cui attendibilità esegetica la critica
moderna nutre, per altro, non pochi dubbi: cfr. Wentzel 1896, p. 1631.27-33;

129 Dalla glossa si evince che entrambi i commediografi fecero uso del vocabolo, ma
non è chiaro se esso costituisca una trovata di uno dei due poeti, poi ripresa dall’al-
tro (cfr. l’accusa di essere “uno che spacciava per propri i componimenti altrui”
rivolta da Emippo a Frinico: vd., supra, adP 10), ovvero se si tratti di uno Spitzname
con cui il kdmòdoumenos era già formalmente noto nel panorama linguistico del
tempo: in merito a queste due possibilità cfr. Chronopoulos 2006, p. 139; vd. inoltre
Gkaras 2008, p. 76.
130 Almeno quattro Ateniesi con questo nome sono noti tra l’ultimo venticinquennio
del quinto secolo e gli inizi del secolo successivo: (1) LGPN11, s. v. [27], p. 232; PAA
531930; 425/4 a. C.; (2) LGPNU, s. v. [28], p. 232; PAA 531935: c. 410 a. C.; (3) LGPNH,
s.v. [24], p. 232; PAA 531920: 409 a.C.; (4) LGPN11, s.v. [18], p. 232; PAA 532005: c.
400/399 a.C.; di costoro, però, si conosce davvero ben poco per avanzare fondate
ipotesi di identificazione con il kdmòdoumenos: sulla questione vd. Chronopoulos
2006, p. 140; vd. inoltre Gkaras 2008, p. 76.
131 Su questo antico esegeta, autore di commentari alle Vespe e alle Rane di Aristofane,
vd. Lehrs 1846; Wentzel 1896, p. 1631.22-33; vd. inoltre White 1914, p. xxi con n.
8; Boudreaux 1919, pp. 86-88.
 
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