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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0235
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Ποάστριαι (fr. 39)

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Metro Trimetri giambici.
— L.k >
Bibliografia Demiaficzuk 1912, p. 74; Edmonds FACI, pp. 462-463 [fr. 37A];
Theodoridis 1982, p. 155; Kassel/Austin PCG VII, p. 412; Urios-Aparisi 1992,
p. 197 [ad fr. 53]; Revermann 2006, p. 138 con n. 58; Storey FOC III, pp. 66-67
[fr. 39]
Contesto della citazione II frammento è citato dal ‘nuovo’ Fozio preserva-
to dai codici Berolinensis e Zavordensis, per esemplificare l’occorrenza, nelle
Poastriai di Frinico, del composto verbale άνακαλλύνειν. Come suggeriva
Reitzenstein (1907, p. 113), la glossa va con tutta probabilità ricondotta all’ope-
ra grammaticale di Frinico atticista: cfr. PS, p. 22.10-11: άνακαλλύνειν· το
σαίρειν, δ καί άνακορεΐν <λέγεται>. έξ ού καί κάλλυντρον καί κόρημα τό
σάρον (il locus classicus per l’impiego del verbo andrà con buona verosimi-
glianza individuato proprio nel frammento comico).
Testo Al v. 2 è concordemente accolta a testo la lettura άνακάλλυνον
avanzata da Reitzenstein (1907, p. 113.9) per la lectio codicum άνακάλλυναι,
palesemente errata e con tutta probabilità ingeneratasi nel citatum per effetto
del precedente ένσκεύασαι (interpretabile anche come infinito aoristo attivo).
Interpretazione Per quanto di estensione oggettivamente modesta (si tratta
di due trimetri giambici, ma il secondo verso è incompleto), il frammento
consente di ricostruire, seppur a grandi linee, la seguente situazione scenica:
rivolgendosi con tono autoritario (cfr. gli imperativi aoristi ένσκεύασαι, al v. 1,
e άνακάλλυνον, al v. 2) a un personaggio di sesso femminile (cfr. il participio
είσιούσα al v. 1), la persona loquens (che potremmo chiamare A) mette al
corrente la sua interlocutrice, B, di una serie di mansioni che dovranno essere
eseguite di lì a breve, ha mancanza di un contesto di riferimento non permette
di chiarire l’identità dei due personaggi, ma l’uso degli imperativi e, soprattut-
to, dell’avverbio modale δουλικώς (v. 1) lascia supporre che, nella circostanza,
B ricopra un ruolo subalterno rispetto ad A.
Ravvisando, come del resto suggerivano in nota già Kassel/Austin [PCG
VII, p. 128), delle possibili affinità contenutistiche con il fr. 53 di Ferecrate
(ραίνειν, άνακορεΐν αγοράς, dal Doulodidaskalos; della stessa commedia, vd.
inoltre il fr. 45: νυνί δ’ άπόνιζε την κύλικα δώσων πιεΐν, / έγχει τ’ έπιθείς τον
ηθμόν), Urios-Aparisi (1992, ρ. 197) si è detto convinto che il distico di Frinico
preservi uno stralcio di «a detailed description of a task which could be possi-
bly performed by a slave»; e, in tempi recenti, favorevole all’idea che dietro B
si celi una qualche figura servile si è mostrato anche Revermann (2006, p. 138
 
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