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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0342
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338

Phrynichos

da tutti i successivi editori di Ateneo (a partire da Dindorf [1827,1, p. 102]) e di
Frinico (a cominciare da Bergk [1838, p. 375] e da Meineke [FCG ILI, p. 601]).
Al v. 1, mutilo del piede giambico iniziale, molta fortuna presso la critica
ha incontrato l’integrazione di Bergk (1838, p. 375), {καί νιγ)λάρους:362 un
intervento al quale Kassel/Austin (PCG VII, p. 425) sembrano destinare una
certa fiducia (per quanto preferiscano prudentemente non stampare a testo la
diortosi), rinviando in apparato al confronto con Soph. Aj. 630-632 (όξυτόνους
μέν ώδάς / θρηνήσει), con Aesch. fr. 291 (θρηνεί δέ γόον τον άηδόνιον; al passo
eschileo si richiamava già Bergk [1838, p. 375]) e con Ar. Av. 210-211 (λΰσον
δέ νόμους ιερών ύμνων, / ούς [...] θρηνείς),363 per illustrare alcune occorrenze
nel lessico drammatico della costruzione del verbo θρηνέω con l’accusativo
indicante un suono ovvero una qualche esecuzione canora. Ben diversa fu
invece la strada per risolvere il passo intrapresa da Bothe (PCGF, p. 218), che,
mosso dalla necessità di restituire al citatum un verbo che reggesse l’infinito
presente θρηνεϊν, suggerì di ricostruire un originario φρονώ dopo λάρους (la
pericope iniziale era così tradotta: «Laros (opinar) lamentar!»; al v. 1, Bothe
proponeva inoltre di emendare il tràdito έναπέθνησκεν in έπαπέθνησκεν e, al
v.2, integrava, dopo άνθρωπος, la particella avverbiale ώς); un’analoga aggiun-
ta prospettava Edmonds (FAC I, p. 470), che faceva precedere all’accusativo
λάρους la voce φασίν, ipotizzando per il verbo una caduta aplografìca dovuta
al φησι con cui il testimone introduce il frammento (un originario {φασίν}
λάρους θρηνεϊν veniva ricostruito, seguendo però un differente schema me-
trico, già da Schweighàuser [in Athen. I, p. 317]: vd. saprà). Improbabile è
invece la lettura tentata da Blaydes (Adv. I, p. 213), che, prendeva spunto dalla
diortosi di Bergk, modificando prò arbitrio anche la restante parte del verso
(che non necessita di interventi correttivi): (καί νιγ)λάρους θρηνοΰντες οίσι.
È infine passata del tutto sotto silenzio la proposta - avanzata dubitanter da
Rock (CAPI, p. 388) - di sostituire il tràdito έν οίσι (forma epica del dativo
plurale di δς) con ο'ίοισι (forma epica del dativo plurale di οίος): si tratta di
una sottigliezza stilistica non necessaria.
Al v. 2, Bothe restituì correttamente alla citazione il nominativo ύδατο-
πότης per la lectio codicum ύδατοπότας, fino ad allora accolta da tutti gli
editori di Ateneo e da Meineke (FCG ILI, p. 601; Ed.min., p. 237).

362 In Hsch. v 560 (= Phot, v 217; Suid. 366), il sostantivo νίγλαρος è glossato come
sinonimo di τερετίσματα e di περίεργα κρούσματα; cfr. inoltre Pherecr. fr. 155.27
(con Urios-Aparisi 1992, p. 457); Ar. Ach. 554 (con Olson 2002, pp. 218-219); e vd.
Eup. fr. 121 (νιγλαρεύων).
363 Si potrebbe aggiungere, come ulteriore esempio, anche Alex. fr. 167.6-7: φθόγγους
δ’ άλύρους / θρηνοΰμεν.
 
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