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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0359
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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 80)

355

76) - si registra in Ar. fr. 35: άνθρωπικός μύθος; cfr. inoltre il verbo denominale
άνθρωπίζω attestato in Ar. fr. 38 (il verbo è impiegato al medio). Sugli aggettivi
in -ικός vd., supra, ad fr. 17.
παρασκευή L’esiguità del citatum e l’assenza di un contesto di riferi-
mento non rendono agevole l’interpretazione del vocabolo. Nell’uso letterario
il termine può avere un significato ‘attivo’ ed essere inteso come sinonimo
di “preparazione” (cfr. LSJ, s.v. [1.1], p. 1324: «preparation»); ma può anche
ricorrere con valore ‘passivo’ ed essere tradotto con “apparato” (cioè “cosa
preparata”; cfr. LSJ, s.v. [ILI], p. 1324: «equipage») ovvero con “disposizione,
attitudine (naturale)” (cfr. LSJ, s.v. [II.3], p. 1324: «naturai equipment»·, tale
significato sembra però registrarsi solo in autori tardi, come, ad es., Arr. Epici.
I. 2. 30, Π. 19. 30).

fr. 80 (75 K.)
Poli. II. 56
βλέπειν, βλέμμα, άνάβλεμμα, παράβλεμμα, άπόβλεμμα παρά Φρυνίχω τω κωμικω
blépein (= “volgere lo sguardo”), (da cui derivano) blémma (= “sguardo”), anàblemma
(= “sguardo rivolto all’insù”), paràblemma, (= “sbirciata”), ap ó b l e m m a (= “sguardo
fìsso”), usato dal poeta comico Frinico
Bibliografia Meineke FCG Π. 1, p. 608 [Inc.fab. fr. xix] ; Meineke Ed. min., p. 240
[Inc.fab. fr. xix]; Bothe PCGF, p. 220 [Inc.fab. fr. 19]; Kock CAPI, p. 389; Schmid
1946, p. 141 n. 2; Edmonds FACI, pp. 472-473 [fr. 75]; Kassel/Austin FCG VII,
p. 427; Storey FOCIII, p. 79 [fr. 80]
Contesto della citazione NeU’offrire un elenco di derivati nominali dal verbo
βλέπω (“guardare”, “volgere lo sguardo”), Polluce (IL 56) documenta resisten-
za del composto άπόβλεμμα, registrandone l’occorrenza nel poeta comico
Frinico, senza però esplicitare il titolo del dramma da cui desume la citazione.
άπόβλεμμα II sostantivo, un hapax in tutta la letteratura superstite, è un
deverbativo da αποβλέπω (composto di βλέπω), verbo che esprime il concetto
del “guardare”, del “fissare con lo sguardo” (cfr. LSJ, s.v. [I], p. 193: «gaze
steadfastly») qualcuno o qualcosa, in genere con sentimento di rispetto ovvero
di meraviglia: in merito vd. Mugler 1964, s. v., p. 44. Il composto è indicato da
Schmid (1946, p. 141 n. 2) come possibile conio linguistico del commediografo.
 
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