3. Tradizione e ricezione
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auf jeden Fall eine beachtliche Zeitspanne” (cfr. test. 22 K.-A., per l’impiego
di πραττόμενος, che si riferisce verisimilmente ad una lettura nelle scuole).
Fino a questa stessa epoca si collocano, d’altro canto, differenti testimo-
ni indiretti di certa importanza dell’opera di Gratino76.1 due principali sono
Ateneo (60 frammenti, 71 citazioni, 91 versi) e Polluce (79 frammenti, 86 cita-
zioni, 47 versi), i quali risalgono ad una stessa fonte, probabilmente il lessico
di Zopirione e Pamfìlo (fine I sec. d. C., v. Alpers 2001, p. 200), cfr. Nesselrath
1990, p. 86, nn. 59-61 e p. 93 n. 8277; presenti nei due autori sono ad es. i frr.
10, 44, 88, 105, 15078 e 199 K.-A.
Ateneo, in particolare, si deve considerare una delle fonti di maggiore im-
portanza, perché, come rilevato da Nesselrath 2010, p. 426 s., “frequently draws
on thè same lexicographical tradition that is stili thè basis for thè Byzantine
lexica [...] He accessed this tradition, however, when it stili contained almost
all thè riches of Alexandrian scholarship, while seven hundred or eight hun-
dred years later, almost all of this had shrunk into tiny remnants”79; gli esempi
proposti sono:
1. fr. 54 K.-A. (Drapetides) in cui Ateneo conserva parte di una discussione
antica sul significato di βαλανειόμφαλος e in Hsch. β 147 è presente il
riferimento a Gratino, ma in Phot, β 38 e Sud. β 64, è detto semplicemente
βαλανειομφάλους· τάς φιάλας oi κωμικοί καλοϋσιν, cfr. Bianchi 2016,
pp. 320-326;
2. fr. 88 K.-A. (Thraittaì), in cui, analogamente, Ateneo fa un riferimento
agli Υπομνήματα di Callistrato e a una discussione antica sul significato
di πελίκη del tutto assente sia in Poli. X 67, sia nella tradizione successiva,
cfr. Delneri 2006, p. 199 s.
Altri testimoni sono Plutarco (8 frammenti, 22 versi), Clemente Alessandrino
(3 frammenti, 4 versi), Elio Aristide (3 frammenti, 2 versi) e Diogene Laerzio
(2 frammenti, 2 versi); nell’ambito di opere grammaticali si menzionano
76 Per la cronologia dei singoli autori si rimanda, sinteticamente, al quadro di Dickey
2007, pp. 66-106 passim; per Ateneo, v. Olson Athenaeus I, p. vii. Ulteriore biblio-
grafica specifica viene indicata, ove necessario, nei singoli casi.
77 Lo stesso Nesselrath, ibid. pp. 94-99 e n. 89 nota, inoltre, che Polluce potrebbe
aver usato anche l’epitome di Giulio Vestino a questo lessico, come sembrerebbero
indicare i casi in cui uno stesso frammento è citato due volte, una delle quali più
breve.
78 Una dettagliata discussione delle differenze nella trasmissione di questo frammento
nei due testimoni in Nesselrath 2010, p. 438 s.
79 La fonte comune è individuata nel già citato lessico di Zopirione e Pamfilo, v.
Nesselrath 2010, p. 427 s., n. 13 e n. 17.
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auf jeden Fall eine beachtliche Zeitspanne” (cfr. test. 22 K.-A., per l’impiego
di πραττόμενος, che si riferisce verisimilmente ad una lettura nelle scuole).
Fino a questa stessa epoca si collocano, d’altro canto, differenti testimo-
ni indiretti di certa importanza dell’opera di Gratino76.1 due principali sono
Ateneo (60 frammenti, 71 citazioni, 91 versi) e Polluce (79 frammenti, 86 cita-
zioni, 47 versi), i quali risalgono ad una stessa fonte, probabilmente il lessico
di Zopirione e Pamfìlo (fine I sec. d. C., v. Alpers 2001, p. 200), cfr. Nesselrath
1990, p. 86, nn. 59-61 e p. 93 n. 8277; presenti nei due autori sono ad es. i frr.
10, 44, 88, 105, 15078 e 199 K.-A.
Ateneo, in particolare, si deve considerare una delle fonti di maggiore im-
portanza, perché, come rilevato da Nesselrath 2010, p. 426 s., “frequently draws
on thè same lexicographical tradition that is stili thè basis for thè Byzantine
lexica [...] He accessed this tradition, however, when it stili contained almost
all thè riches of Alexandrian scholarship, while seven hundred or eight hun-
dred years later, almost all of this had shrunk into tiny remnants”79; gli esempi
proposti sono:
1. fr. 54 K.-A. (Drapetides) in cui Ateneo conserva parte di una discussione
antica sul significato di βαλανειόμφαλος e in Hsch. β 147 è presente il
riferimento a Gratino, ma in Phot, β 38 e Sud. β 64, è detto semplicemente
βαλανειομφάλους· τάς φιάλας oi κωμικοί καλοϋσιν, cfr. Bianchi 2016,
pp. 320-326;
2. fr. 88 K.-A. (Thraittaì), in cui, analogamente, Ateneo fa un riferimento
agli Υπομνήματα di Callistrato e a una discussione antica sul significato
di πελίκη del tutto assente sia in Poli. X 67, sia nella tradizione successiva,
cfr. Delneri 2006, p. 199 s.
Altri testimoni sono Plutarco (8 frammenti, 22 versi), Clemente Alessandrino
(3 frammenti, 4 versi), Elio Aristide (3 frammenti, 2 versi) e Diogene Laerzio
(2 frammenti, 2 versi); nell’ambito di opere grammaticali si menzionano
76 Per la cronologia dei singoli autori si rimanda, sinteticamente, al quadro di Dickey
2007, pp. 66-106 passim; per Ateneo, v. Olson Athenaeus I, p. vii. Ulteriore biblio-
grafica specifica viene indicata, ove necessario, nei singoli casi.
77 Lo stesso Nesselrath, ibid. pp. 94-99 e n. 89 nota, inoltre, che Polluce potrebbe
aver usato anche l’epitome di Giulio Vestino a questo lessico, come sembrerebbero
indicare i casi in cui uno stesso frammento è citato due volte, una delle quali più
breve.
78 Una dettagliata discussione delle differenze nella trasmissione di questo frammento
nei due testimoni in Nesselrath 2010, p. 438 s.
79 La fonte comune è individuata nel già citato lessico di Zopirione e Pamfilo, v.
Nesselrath 2010, p. 427 s., n. 13 e n. 17.