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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,2): Cratino: Archilochoi - Empipramenoi (frr.1-68) : introduzione, traduzione, commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2016

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https://doi.org/10.11588/diglit.63085#0019
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18

Gratino

che il confronto avvenisse in seguito a una nekyomanteia, di cui il modello più
ovvio è 1’evocazione dell’anima di Dario nei Persiani di Eschilo (vv. 608 ss.).
Una simile doppia possibilità è stata discussa anche a proposito del caso, pur
diverso, dei Dèmoi di Eupoli, dove Telò 2007, pp. 24-33 ha però documentato
l’effettiva presenza di scene oltretombali e argomentato, tra l’altro, il fatto che la
necromanzia ha in genere una “necessità di ordine puramente conoscitivo [...]
che in quanto tale impone ai νεκροί un’apparizione solo momentanea” (p. 26 n.
56), il che non sarebbe particolarmente adatto alla rappresentazione di un ago-
ne. L’ipotesi di una catabasi negli Archilochoi sembra dunque la più probabile.
Una parte di un qualche rilievo dovevano avere nella commedia anche
i riferimenti politici, come si ricava dall’elogio di Cimone nel fr. 1. Poco si
deduce dagli altri frammenti: alcuni paragoni riferiti a figure femminili sono
presenti nei frr. 4 e 8 e un soggetto femminile sembra additato anche nel fr. 10;
un paragone con un soggetto maschile è nel fr. 5; ad un invertito si riferisce
probabilmente il fr. 3.; un riferimento metapoetico è probabilmente quello del
fr. 9 e forse nello stesso senso si intende anche 1’ Ιθύφαλλος del fr. 16, o il fallo
rituale delle feste dionisiache o il fallo tradizionalmente parte del costume
dell’attore comico; come kdmddoumenoi sono additati Callia III nel fr. 12 e
un altro non meglio noto personaggio, ψΜιννύωναψ, nel fr. 14; ignoto a cosa
si riferisse la presenza dei Cercopi nel fr. 13; un esplicito richiamo, metrico e
linguistico, ad Archiloco è nel fr. 11.
Cronologia Nel fr. 1 K.-A. la persona loquens, Metrobio, tesse un elogio di
Cimone e lo compiange perché defunto; la morte di Cimone si colloca nel
449 a. C. (v. p. 35 s.) e, di conseguenza, Bergk 1838, p. 20 datò la commedia im-
mediatamente dopo questo evento (“consentaneum est recenti huius calamitatis
memoria scriptam esse comoediam: fuit igitur non ista multo post Olymp. LXII.3
acta”), un’ipotesi poi divenuta communis opinio7.
Questa ipotesi è stata revocata in dubbio da Luppe 1963, p. 5s. e pp. 19-
22 ~ Luppe 1973, che definisce un “rein subjektivtes, keineswegs zwingendes
Urteil” (Luppe 1973, p. 125) il fatto che il lamento per la morte di Cimone

7 Questa la dossografia già segnalata da Luppe 1973, p. 125 (da cui deduco anche
Γορίηίοηε di Darquenne 1941, che non mi è stato possibile consultare): “Meineke
FCG ILI, p. 25 “circa Olymp. LXXXII,4”, Kock CAPI, p. 11 “non multo post Ol.
82,3”, Tanner 1920, p. 172 “only within a short time after thè death of thè admired
statesman”, Koerte 1922, col. 1651 r. lls. “bald nach dem Tode Kimons”, Geissler
1925, p. 18 s. “nicht viel nach 449”, Wilamowitz 1927, p. 16 η. 1 “die ersten vierziger
Jahre”, Darquenne 1941, p. 43 s. (447-446), Schmid 1946, p. 78 n. 5 “nicht lange nach
Kimons Tod”, Pieters 1946, p. 68 (448-447), Edmonds I, p. 27 n. e e p. 995 (449),
Schwarze 1971, p. 83 “kurz nach 450”.
 
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