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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,2): Cratino: Archilochoi - Empipramenoi (frr.1-68) : introduzione, traduzione, commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2016

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https://doi.org/10.11588/diglit.63085#0022
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Αρχίλοχοι (fr. 1)

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Bibliografia Runkel 1827, p. 5s. (fr. II), Runkel 1829, p. 187, Bergk 1838,
p. 19-24, Meineke FCGILI (1839), p. 15 s. (fr. I), Meineke FCG ed. min. I (1847),
p. 7, Bothe PCGF (1855), p. 7 (fr. I), Kock CAF1 (1880), p. 11 s., Blaydes 1896,
p. 2, Rutherford 1897, p. 16, van Herwerden 1903, p. 2, Geissler 1954, p. 41,
Geissler 1925, p. 18, Luppe 1963, pp. 4-6, Schwarze 1971, p. 81 s., Luppe 1973,
Kassel-Austin FCG IV (1983), p. 122, Bona 1988, pp. 200-203, Ornaghi 2004,
pp. 225-227, Henderson 2011, p. 178, Storey FOCI (2011), p. 270s.
Contesto della citazione Testimonianza letteraria della liberalità e generosità
di Cimone e dei suoi seguaci (per questo aspetto della politica cimoniana, cfr.
ad es. Plut. Per. 9, 2.3, Plat. Gorg. 515e, Aristot. Ath. Poi. 27, 3-4, Poi. 1274a 8-9,
Corn. Nep. Cim. 4.2, El. Arisi. 46,143) di cui Plutarco ricorda alcune caratteri-
stiche: Cimone aveva tolto le recinzioni dei suoi terreni perché tutti potessero
prenderne i frutti senza timore; presso la sua dimora era sempre disponibile
un pasto per tutti; i suoi amici scambiavano le loro raffinate vesti con quelle
di anziani in cattive condizioni e avevano sempre monete che distribuivano
ai poveri. Le fonti che Plutarco usa per descrivere la liberalità di Cimone in
10,1-3 sono Aristot. Ath. Poi. 27, 3-4 e soprattutto Theop. 115 F 89 (“followed
almost verbatim, but non named”, Blamire 1989, p. 129); quest’ultimo è un te-
stimone tradizionalmente ostile a Cimone, ma tanto Plutarco quanto Cornelio
Nepote (Cim. 4.2, che vi risale), “con un sapiente giuoco d’alchimia tradus-
sero in elogio la valutazione negativa data dalla loro fonte all’evergetismo di
Cimone” (Piccirilli 1990, p. XI η. 1 con rimando a W.R. Connor, Theopompos
and Fifth- Century Athens, Washington 1968, pp. 34-36, 111-113 e nn., v. id.,
Theopompos’ Treatment ofCimon, «GRBS» 4, 1963, pp. 107-114; per le fonti
della bibliografìa di Cimone, v. ancora Levi 1955, pp. 89-109, Blamire 1989,
pp. 4-10 e p. 128 s. [per Cim. 10], Piccirilli 1990, p. XLIV). Dopo questa descri-
zione, Plutarco cita tre fonti letterarie relative alla liberalità di Cimone: Gratino
per primo, poi un detto di Gorgia di Leontini (fr. 82 B 20 D.-K.) Γοργίας μέν ό
Λεοντΐνός φησι τον Κίμωνα τα χρήματα κτάσθαι μέν ώς χρωτο, χράσθαι δ’
ώς τιμωτο (cfr. su questo Musti 1984) e un distico da un’elegia di Crizia (fr. 88 B
8 D.-K. = 6 Gent.-Prato = 8 W.2) πλούτον μέν Σκοπαδών, μεγαλοφροσύνην δέ
Κίμωνος, / νίκας δ’ Αρκεσίλα του Λακεδαιμονίου (la descrizione della liberalità
di Cimone prosegue ancora in 10, 6.7). Per la citazione di Gratino cfr. Blamire
1989, p. 131: “Plutarch claims that Kratinos allude to Kimon’s liberality, but
thè lines quoted seem to refer not to thè simple meals which Kimon provided
for thè poor, but rather to thè Homeric banquets at which he entertained
socially” (cfr. εδικε μεμνήσθαι, introduttivo della citazione, possibile indizio
che quella di Plutarco possa essere, effettivamente, una lettura personale del
testo di Gratino, v. anche Interpretazione). Per le citazioni di Plutarco da
 
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