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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,2): Cratino: Archilochoi - Empipramenoi (frr.1-68) : introduzione, traduzione, commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2016

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https://doi.org/10.11588/diglit.63085#0023
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Gratino

poeti comici del V sec. a. C., v. Stadter 1989, pp. xliii-xlix (in generale e con
riferimento specifico a Pericle) e Zanetto 2000.
Testo Al v. 1 κάτω dei codici, qui privo di senso, si imputa senz’altro a catti-
va lettura deH’antigrafo (“graphisch ist die Verschreibung leicht zu erklàren:
ΚΑΓΩ - ΚΑΤΩ”, Luppe 1963, p. 4): la correzione fu opera di Xylander 1630,
p. 138. Al v. 3 il tràdito πρώτω è corrotto metri causa per la sillaba lunga in
sede pari; tra i diversi tentativi esperiti, si segnalano:
1) μακρω di Austin apud PCGIV, p. 122 (ultimo in ordine di tempo), che
offre diversi esempi da poter confrontare per la dizione: Eur. Ale. 151 (γυνή
τ’ άρίστη των ύφ’ ήλίω, μακρω), Bacch. 1234 (πάντων άρίστας θυγατέρας
σπεΐραι μακρω), Hdt. I 134.2 (νομίζοντες έωυτούς είναι άνθρώπων μακρω
τά πάντα άρίστους) e IX 71.2 (καί άριστος έγένετο μακρω Αριστόδημος
κατά γνώμας τάς ήμετέρας), ai quali si può aggiungere Ar. Vesp. 1303 τούτων
απάντων ήν ύβριστότατος μακρω. In questo caso presenta una qualche dif-
ficoltà spiegare la possibile genesi dell’errore nei codici, ma si potrebbe forse
supporre che πρώτω sia una glossa poi penetrata nel testo (cfr. infra Geissler
1954, p. 41 per la lettura άκρω, ma nel caso di μακρω il senso della eventuale
glossa πρώτω è poco chiaro).
2) πρόμω di Muretus10 (sostenuto anche da Reiske [Plutarchus, Quae su-
persunt omnia 3: Vitae parallelae 3, ed. J.J. Reiske, Lipsiae 1775, p. 193 n. 40],
Runkel 1827, p. 5, Meineke FCG ILI, p. 6, Blaydes 1896, p. 2, van Herwerden
1903, p. 2), sostantivo che appartiene allo stile alto di epica e tragedia (ad es. Γ
44, λ 493, Aesch. Ag. 200 [lyr.], Soph. OT660 [lyr.], Eur. Her. 670) ed è assente
dalla lingua della commedia con l’unica eccezione di Ar. Thesm. 50, un contesto
lirico (fatto già notato da Kock CAF1, p. 11, cfr. Austin-Olson 2004, p. 69),
ma che potrebbe giustificarsi con un intenzionale utilizzo di lessico alto non
impossibile in questo contesto, cfr. Meineke FCG ILI, p. 16 “utrique [προ τού,
ένί, v. infra] praestare mihi videturπρόμω, quod epicis tragicisque familiare nec
Gratini sublimem orationem dedecet” e v. anche Interpretazione (cantra Luppe
1973, p. 126 secondo cui πρόμω e βροτώ di Kock [v. infra] “wiedersprechen
dem Stil”);
3) προ τού di Hermann apud Runkel 1829, p. 187 è sostenuto anche da
Luppe 1973, p. 126 n. 12, ma cfr. Kaibel ms. apud PCG IV, p. 122 “minus apte
collocatum”: infatti nei casi in cui il nesso προ τού indichi qualcosa o qualcuno
collocato anteriormente nel tempo, si trova o tra l’articolo e il sostantivo come

10 Adnotationes di Muretus in Notae et Emendationes, posposte a Plutarchus, Vitae, eur.
A. Bryan-M. Solanus, Londini 1723-1729 (non vidi). Cfr. la bibliografìa di Piccirilli
1990, p. 4 e 7 e l’apparato critico a Cim. 10,4 (p. 36).
 
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