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Comentale, Nicola; Hermippus; Verlag Antike [Mitarb.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 6): Ermippo: introduzione, traduzione e commento — [Heidelberg], Mainz: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.53724#0144
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140

Hermippos

ψφυλλοβολούσηςψ con l’astratto πάσης ευωδίας δζων. Termini desunti dal
lessico dei vegetali possono indicare l’età di individui giovani o maturi: cfr.,
nello stesso contesto, l’aggettivo εύανθής in Ar. Nu. 1002 (per esprimere l'idea
di giovinezza) e, in generale, Taillardat 1965, §§43-46. Questo tipo di lettura
può eventualmente supportare anche una correzione interpretamentum
della glossa esichiana ήλικία con termini come ήλιξ ο ήλικιώτης per inten-
dere μΐλαξ come “coetaneo” o “compagno”, anche se l’assenza del contesto di
riferimento scoraggia ogni tentativo di modifica della glossa: cfr. supra, Testo.
Meno probabilmente, invece, il significato di μΐλαξ in Ermippo ha a che
fare direttamente con μέλλαξ “ragazzo” (una variante della glossa esichiana,
cfr. supra, Contesto di citazione) ο μεΐραξ “ragazza” (termine accostato ai pre-
cedenti nelle discussioni moderne sui termini, cfr. Kaibel ms. ap. Kassel-Austin
1986, 576). Il sostantivo μέλλαξ “ragazzo” deriva probabilmente da μέλλω con
inserzione del suffisso -αξ (Chantraine 1933, 379-380; Bernand 1992, 55-56):
cfr. SB 5.08279.1 (II a. C.?) οι το(ϋ) λζ (έτους) μέλλακες, Suppl.Mag. 46.4, 47.4,
49.12, 50.10 μέλλαξι καί πάρθενοις, Hsch. μ 636 μέλλακες· νεότεροι e vd.
anche Hsch. μ 753 μελλείρην· μελλέφηβος. La parola μεΐραξ “ragazza” deriva,
invece, da una radice indoeuropea (antico indiano maryakà-, latino maritus). La
forma è attestata prevalentemente in commedia (Cratin. frr. 60, 334.2 K-A; Ar.
Ih. 410, Ec. 696, PI. 1079; Xenarch. fr. 4.3 K-A; Men. Pk. 134, 263) a differenza
dei diminutivi μειράκιον (Lys. 3.4; PI. Ap. 17c), μειρακίσκος (PI. Phdr. 237b) e
μειρακύλλιον (D. 21.78; Anaxandr. fr. 34.12 K-A), che possono indicare anche
individui di sesso maschile.

fr. 35 K-A (34 Kock)
Poli. 9.126-127
τά δέ πεντάλιθα, ήτοι λιθίδια ή ψήφοι ή αστράγαλοι πέντε άνερριπτοΰντο, ώστ’
έπιστρέψαντα τήν χεΐρα δέξασθαι τά άναρριφθέντα κατά τό όπισθέναρ, εί μή πάντα
έπισταίη, των έπιστάντων επικειμένων άναιρεΐσθαι τά λοιπά τοΐς δακτύλοις. τό δέ
ρήμα τό πεντελιθίζειν (πενθαλιθίζειν codd.) έστιν έν τοΐς Έρμίππου Θεοΐς, τό
δ’ όνομα πεντέλιθα έν ταΐς Άριστοφάνους Λημνίαις... (Ar. fr. 383 Κ-Α). γυναικών δέ
μάλλον ή παιδιά...
quanto poi al gioco delle cinque pietre o delle pietruzze o dei ciottoli o degli astragali,
in numero di cinque sono lanciati in alto, sicché il giocatore gira la mano e prende
quello che è stato lanciato sul dorso; se non tutte le cinque pietre stanno sul dorso,
il giocatore raccoglie le restanti con le dita, mentre le pietre sul dorso rimangono in
equilibrio. Il verbo pentelithizein (“giocare a cinque pietre”) si trova nei Theoi di
Ermippo, mentre il nome pentelitha si legge nelle Lèmniai di Aristofane... (Ar. fr. 383
K-A). Il gioco è prevalentemente per donne...
 
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