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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0350
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346

Phrynichos

Metro Tetrametro ionico a minore catalettico.
— — | _-Λ
Bibliografia Giunti 1526, p. 29; de Pauw 1726, p. 132; Gaisford 1810, p. 67 η. 1;
Bergk 1838, p. 375; Meineke FCGILI, p. 606 [Inc.fab. fr. xiv]; Meineke Ed.min.,
p. 239 [Inc.fab. fr. xiv]; Bothe PCGF, p. 220 [Inc.fab. fr. 14]; Nauck 1859, p. 73
η. 1; Kock CAF1, p. 388; Kock CAFRI, p. 720; Nauck 1888, p. 227; Blaydes Adv.
II, p. 296; Edmonds FACI, pp. 470-471 [fr. 70]; Kassel/Austin PCG VII, p. 426;
Rusten 2011, p. 333; Storey FOC III, pp. 78-79 [fr. 76]
Contesto della citazione II frammento è citato dal metricologo Efestione (Π
d. C.) per esemplificare l’uso del tetrametro ionico a minore catalettico (per
cui cfr. T 12).
Testo II testo attuale del frammento si fonda sugli accorgimenti correttivi di
Giunti (1526, p. 29), relativamente alla forma ίερεΰσιν (necessaria per ragioni
metriche), e di T. Bergk (ap. Meineke FCGII, p. 606; cfr. inoltre Ed.min., p. 239),
per la locuzione άνάγχη ’σθ’; in Bergk 1838, p. 375, il verso era invece letto
come a δ’ άνάγκα ’σθ’ ίερεΰσιν καθαρεΰειν φράσομεν, seguendo cioè il testo
critico di T. Tyrwhitt (ap. Gaisford 1810, p. 67 n. 1), il quale restituiva al passo il
sintagma άνάγκα ’σθ’, per la cui lettura Tyrwhitt cercava di mantenersi quanto
più possibile fedele alla paradosis dei manoscritti: άνάγκασθ’ (tale scriptio era
solitamente interpretata come άνάγκας θ’ dai veteres editores dell’Enchiridion:
cfr. Giunti 1526, p. 29; Turnèbe 1553, p. 39). L’intervento fu accolto dalla critica
successiva. Una voce di dissenso fu però quella di Meineke (FCG II, p. 606), che,
pur stampando a esponente il testo del frammento secondo la lettura critica
data da Tyrwhitt, osservava - non a torto, vista la natura del metro - che «ha-
bet sane in ionicis versibus dorismus aliquid offensionis» (con riferimento cioè
alla forma άνάγκα368). Proprio in ragione di tale appunto, gli ultimi editori del
frammento hanno preferito accogliere a testo l'emendazione di Bergk (prima
di Kassel/Austin, la diortosi άνάγκη era stata accolta da Edmonds [FAC I,
p. 470], che, però, non dà conto in nota della paternità bergkiana dell’inter-
vento; e favorevole a tale lettura si era mostrato già Blaydes [Adv. II, p. 296],
anche in questo caso, senza segnalare il nome dell’autore dell’emendazione).
Poca fortuna nel corso degli studi hanno invece incontrato le correzioni di de

368 La forma άνάγκα continuò ad essere stampata a testo anche nelY Editio minor dei
FCG (p. 239). La si ritrova inoltre nelle edizioni di Bothe (PCGF, p. 220) e di Kock
(CAF1, p. 388).
 
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