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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0356
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352

Phrynichos

lacunoso nella parte iniziale, conferma la notizia secondo cui Frinico avrebbe
indicato in Lamprocle (PMG 735b) l’autore dell’inno: (b). Il fortunato ritrova-
mento di un papiro ossirinchita databile al III secolo d. C. ha restituito parte
di un antico commentario, in cui si affronta il tema della paternità dell’ode a
Pallade, attribuita ora a Lamprocle, ora a Stesicoro, e si aggiunge che Frinico
ne assegnava la composizione a Lamprocle: (c). A complicare il quadro è però
uno scolio a un passo del Προς Πλάτωνα υπέρ των τεττάρων di Elio Aristide,
in cui il retore misio citava il suddetto verso delle Nuvole aristofanee: nel
registrare, come (c), i dubbi della critica antica circa l’attribuzione dell’in-
no, lo scoliaste, sulla scorta delle testimonianze di Rufo (cfr. Schultz 1914,
p. 1207.35-38) e di Dionigi (da identificare con ogni probabilità con lo storico
nativo di Alicarnasso: cfr. Cohn 1903, p. 987.5-10), annovera “un certo Frinico”
(Φρύνιχόν τινα), oltre a Lamprocle e Stesicoro, tra i suoi possibili autori: (d).
A quest’ultima testimonianza, ovvero a una tradizione a noi sconosciuta
confluita poi nello scolio aristideo (cfr. W. Dindorf, ap. Dubner 1842, p. 442;
Davies 1991, p. 231), sembra attingere Giovanni Tzetzes, che, nello scolio ai vv.
682-684 del I libro delle Chiliadi da lui stesso redatte, così si esprime riguardo
all’inno a Pallade: Στησιχόρου μέλος· τινές Φρυνίχου τούτο φασιν, έτεροι δέ
Λαμπροκλέους.* * * * 376
Testi Nello scolio vetus ad Aristofane ((a)), si leggono le seguenti parole: «ini-
zio di un inno di Frinico, come dice Eratostene. Frinico menziona invece questo
stesso inno come di Lamprocle». Così il Ravennate. Alcuni critici, sulla scorta
del pensiero di van Leeuwen (1898, p. 154 [ad Nu. 967]), hanno ritenuto non
molto perspicuo il senso della notizia scoliastica e hanno sostituito la prima
menzione di Frinico con il nome di Stesicoro, in modo tale che dalla testimo-
nianza risultasse che Eratostene attribuiva l’ode a Stesicoro, mentre Frinico a

risulta piuttosto improbabile che, nei citati passi, si faccia riferimento a Frinico
atticista, vissuto successivamente ai due eruditi. Appare infine da escludere la pos-
sibilità che l’inno e il suo autore fossero menzionati dal tragediografo Frinico, per
ragioni cronologiche e per motivi legati alle modalità compositive della tragedia.
376 Per sua stessa ammissione (Ch.il. 1.669-670), l’erudito bizantino, nel passo delle
Chiliadi dedicato a Stesicoro (1.640-691), all’interno del quale viene riferita anche
la notizia sull’inno ad Atena, attinse a piene mani alle epistole pseudofalaridee. In
esse non si parla mai di una composizione di Stesicoro per Atena, ma si fa spesso
menzione dei suoi μέλη (Ep. 54, 65, 79, 147). Il fatto che, nelle Chiliadi, l’inno venga
definito μέλος, anziché άσμα (come è invece indicato nelle altre testimonianze e
negli scoli aristofanei redatti dallo stesso Tzetzes [schol. Ar. Nu. 967a]), può forse
essere indicativo di una sovrapposizione da parte dello studioso dell’inno ad Atena
ai μέλη citati nell’epistolario: in merito vd. Sgobbi 2006, p. 289 n. 24.
 
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