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Peter Anselm Riedl
NACHTRAG
Unmittelbar vor der Drucklegung informiert mich Frl. Dr. Monika
Butzek freundlicherweise über einen neuen Quellenfund. Im Sepul-
tuario von S. Agostino (AAS, Nr. 3560, fol. 61 verso) ist verzeichnet:
„Dicembre 1549. Flaminio Fondi mori adi 21. et fu messo in chiesa
in un deposito nella capella delli Azoni“. - Diese Nachricht ist
einerseits geeignet, meine These zu stützen, daß das Fondi-Grabmal
kein Individualkenotaph ist, sondern mehrere Fondi-Brüder komme-
moriert. Andererseits deutet sie darauf hin, daß die Fondi in der
Cappella Azzoni doch eine eigene Grablege besaßen. Theoretisch
wäre auch der Weg für eine Datierung des Freskos in die Jahre vor
1555 offen. Aus stilistischen Gründen möchte ich an der vorge-
schlagenen späteren Ansetzung festhalten.
ANHANG
Leonetto Tintori: SCOPRITURA DELL’ AFFRESCO NELLA
CAPPELLA AZZONI IN CHIESA DI S. AGOSTINO A SIENA
Dopo gli ottimi risultati ottenuti nella rimozione dello scialbo dagli
affreschi della Cappella Bichi nella stessa chiesa, fü deciso di procedere
al recupero delfaffresco nella Cappella Azzoni.
Di questo affresco era nota la presenza ed erano state eseguite piccole
campionature della scopritura. Per quanto questa pittura murale risul-
tasse prevalentemente dipinta a buon fresco la difficoltä del recupero e
stato notevole. Realizzato su larghe «giomate» il colore risultava fragile
e di leggera carbonatazione, cosi ehe gli strati della calce sovrapposti si
eranno tenacemente immedesimati con la pittura stessa.
L’esperienza maturata nel lavoro simile attuato nella Cappella Bichi
ha permesso di offenere anche qui un risultato apprezzabile. L’affresco
parzialmente demolito in modifiche alla muratura e risultato incomp-
leto in basso e sul lato a destra. Oltre questa mutilazione alcune grandi
lacune intaccano la composizione in alto, dove l’intonaco dipinto era
caduto.
Nel restauro pittorico e stato cercato di minimizzare queste perdite,
senza peraltro concedere nulla ad una pur facile ricostruzione. Comun-
que oltre ehe facili a distinguere i suggerimenti delle mässe perdute,
sono stati ottenuti con materiale di facile rimozione.
Alle operazioni di scopritura e consolidamento hanno lavorato i
restauratori: Giuseppe Gavazzi, Amedeo Lepri, Angiolo Lombardini.
Per le stuccature e restauro pittorico: Giovanni Cabras e Stefano
Cafaggi.
Peter Anselm Riedl
NACHTRAG
Unmittelbar vor der Drucklegung informiert mich Frl. Dr. Monika
Butzek freundlicherweise über einen neuen Quellenfund. Im Sepul-
tuario von S. Agostino (AAS, Nr. 3560, fol. 61 verso) ist verzeichnet:
„Dicembre 1549. Flaminio Fondi mori adi 21. et fu messo in chiesa
in un deposito nella capella delli Azoni“. - Diese Nachricht ist
einerseits geeignet, meine These zu stützen, daß das Fondi-Grabmal
kein Individualkenotaph ist, sondern mehrere Fondi-Brüder komme-
moriert. Andererseits deutet sie darauf hin, daß die Fondi in der
Cappella Azzoni doch eine eigene Grablege besaßen. Theoretisch
wäre auch der Weg für eine Datierung des Freskos in die Jahre vor
1555 offen. Aus stilistischen Gründen möchte ich an der vorge-
schlagenen späteren Ansetzung festhalten.
ANHANG
Leonetto Tintori: SCOPRITURA DELL’ AFFRESCO NELLA
CAPPELLA AZZONI IN CHIESA DI S. AGOSTINO A SIENA
Dopo gli ottimi risultati ottenuti nella rimozione dello scialbo dagli
affreschi della Cappella Bichi nella stessa chiesa, fü deciso di procedere
al recupero delfaffresco nella Cappella Azzoni.
Di questo affresco era nota la presenza ed erano state eseguite piccole
campionature della scopritura. Per quanto questa pittura murale risul-
tasse prevalentemente dipinta a buon fresco la difficoltä del recupero e
stato notevole. Realizzato su larghe «giomate» il colore risultava fragile
e di leggera carbonatazione, cosi ehe gli strati della calce sovrapposti si
eranno tenacemente immedesimati con la pittura stessa.
L’esperienza maturata nel lavoro simile attuato nella Cappella Bichi
ha permesso di offenere anche qui un risultato apprezzabile. L’affresco
parzialmente demolito in modifiche alla muratura e risultato incomp-
leto in basso e sul lato a destra. Oltre questa mutilazione alcune grandi
lacune intaccano la composizione in alto, dove l’intonaco dipinto era
caduto.
Nel restauro pittorico e stato cercato di minimizzare queste perdite,
senza peraltro concedere nulla ad una pur facile ricostruzione. Comun-
que oltre ehe facili a distinguere i suggerimenti delle mässe perdute,
sono stati ottenuti con materiale di facile rimozione.
Alle operazioni di scopritura e consolidamento hanno lavorato i
restauratori: Giuseppe Gavazzi, Amedeo Lepri, Angiolo Lombardini.
Per le stuccature e restauro pittorico: Giovanni Cabras e Stefano
Cafaggi.