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Gratino
L’interpretazione del titolo Archilochoi ha trovato diverse spiegazioni;
la più convincente è che esso faccia riferimento ai componenti del coro: le
forme plurali nell’ are ha ia rimandano infatti in genere ai coreuti e così si
possono interpretare i diversi casi di Gratino menzionati2. In questo senso
sono possibili due spiegazioni: 1) Archilochoi = censori severissimi, secondo
Bergk 1838, p. 4s. e Kock CAPI, p. 11, chiaramente perché essi assumevano
caratteristiche proprie del giambografo Parie; 2) Archilochoi = i sostenitori
di Archiloco, i quali costituiscono “un semicoro che si confronta con l’altro
semicoro dei sostenitori di Omero” (Pretagostini 1982, p. 45 n. 9). Quest’ultima
è l’ipotesi prevalente e anche la più probabile data la relazione che in genere
intercorre tra il nome proprio e la forma al plurale, come ad es. Odyssès =
i compagni di Ulisse (v. n. 2) e per la presenza quasi certa di un gruppo di
sostenitori di Omero (e di Esiodo, fr. 2, cfr. p. 40 s., 42 s.); per Archilochoi = sos-
tenitori di Archiloco, per primo Baker 1904, pp. 138-40 (“Archilo chi fautores”,
p. 140), poi Whittaker 1935, p. 185, Pieters 1946, pp. 16-20, Pickard-Cambridge
19622, p. 160, Pretagostini 1982, p. 45 n. 9, Quaglia 1998, p. 51, Ornaghi 2004,
p. 218 s., Bakola 2010, p. 65 s., Zimmermann 2011, p. 727 (“Archilochos und
scine Anhdnger”).
Altre, differenti interpretazioni del titolo sono: 1) secondo Meineke FCG
ILI, p. 25 Archilochoi indica tutti i poeti presenti nella commedia, così defi-
niti perché Gratino avrebbe trasferito su di loro la caratteristica maldicenza
del giambografo di Paro e li avrebbe rappresentati come intenti a conten-
dere aspramente tra di loro (si intende, quindi, qualcosa come Archilochoi =
2 Si prescinde dai Dionysoi di cui sopravvive un solo frammento (51 K.-A.) da cui
non è possibile trarre alcuna deduzione, cfr. pp. 302-308. Gli Odyssès possono
essere i “Gefàhrten des Odysseus, die als Όδυσσής der Komòdie den Namen gaben”
(Kaibel 1895, p. 76) e il fr. 151 K.-A. di questa commedia potrebbe essere parte della
parodo in cui i coreuti (v. 3 s.) fanno riferimento a loro stessi (da ultima Bakola
2010, p. 238 s.); Kleoboulinai può significare ‘le compagne di Cleobulina’, le quali
formavano il coro della commedia, di cui la poetessa era protagonista; nei Ploutoi il
fr. 171,11 s. K.-A. Τιτάνες μέν γενεάν έσμ[εν | Πλοϋτοι δ’ έκαλούμεθ’ del tutto ana-
logo ad uno dei Cheirdnes (v. infra) contiene verisimilmente l’autopresentazione dei
coreuti e, quindi, il plurale del titolo potrebbe indicare i componenti del coro (v. da
ultima Bakola 2010, p. 49 s.); Cheirdnes si può intendere come una “Vervielfàltigung
des einen mythischen Chiron zu einem Chor von Chironen” (Koerte 1922, col. 1650)
e, quindi, in riferimento ai componenti del coro, il che potrebbe essere indicato
anche dal fr. 253 K.-A. σκήψιν μέν Χείρωνες έλήλυμεν, ώς ύποθήκας se qui i coreuti
presentano se stessi (v. Kassel-Austin PCGIV, p. 249).
Gratino
L’interpretazione del titolo Archilochoi ha trovato diverse spiegazioni;
la più convincente è che esso faccia riferimento ai componenti del coro: le
forme plurali nell’ are ha ia rimandano infatti in genere ai coreuti e così si
possono interpretare i diversi casi di Gratino menzionati2. In questo senso
sono possibili due spiegazioni: 1) Archilochoi = censori severissimi, secondo
Bergk 1838, p. 4s. e Kock CAPI, p. 11, chiaramente perché essi assumevano
caratteristiche proprie del giambografo Parie; 2) Archilochoi = i sostenitori
di Archiloco, i quali costituiscono “un semicoro che si confronta con l’altro
semicoro dei sostenitori di Omero” (Pretagostini 1982, p. 45 n. 9). Quest’ultima
è l’ipotesi prevalente e anche la più probabile data la relazione che in genere
intercorre tra il nome proprio e la forma al plurale, come ad es. Odyssès =
i compagni di Ulisse (v. n. 2) e per la presenza quasi certa di un gruppo di
sostenitori di Omero (e di Esiodo, fr. 2, cfr. p. 40 s., 42 s.); per Archilochoi = sos-
tenitori di Archiloco, per primo Baker 1904, pp. 138-40 (“Archilo chi fautores”,
p. 140), poi Whittaker 1935, p. 185, Pieters 1946, pp. 16-20, Pickard-Cambridge
19622, p. 160, Pretagostini 1982, p. 45 n. 9, Quaglia 1998, p. 51, Ornaghi 2004,
p. 218 s., Bakola 2010, p. 65 s., Zimmermann 2011, p. 727 (“Archilochos und
scine Anhdnger”).
Altre, differenti interpretazioni del titolo sono: 1) secondo Meineke FCG
ILI, p. 25 Archilochoi indica tutti i poeti presenti nella commedia, così defi-
niti perché Gratino avrebbe trasferito su di loro la caratteristica maldicenza
del giambografo di Paro e li avrebbe rappresentati come intenti a conten-
dere aspramente tra di loro (si intende, quindi, qualcosa come Archilochoi =
2 Si prescinde dai Dionysoi di cui sopravvive un solo frammento (51 K.-A.) da cui
non è possibile trarre alcuna deduzione, cfr. pp. 302-308. Gli Odyssès possono
essere i “Gefàhrten des Odysseus, die als Όδυσσής der Komòdie den Namen gaben”
(Kaibel 1895, p. 76) e il fr. 151 K.-A. di questa commedia potrebbe essere parte della
parodo in cui i coreuti (v. 3 s.) fanno riferimento a loro stessi (da ultima Bakola
2010, p. 238 s.); Kleoboulinai può significare ‘le compagne di Cleobulina’, le quali
formavano il coro della commedia, di cui la poetessa era protagonista; nei Ploutoi il
fr. 171,11 s. K.-A. Τιτάνες μέν γενεάν έσμ[εν | Πλοϋτοι δ’ έκαλούμεθ’ del tutto ana-
logo ad uno dei Cheirdnes (v. infra) contiene verisimilmente l’autopresentazione dei
coreuti e, quindi, il plurale del titolo potrebbe indicare i componenti del coro (v. da
ultima Bakola 2010, p. 49 s.); Cheirdnes si può intendere come una “Vervielfàltigung
des einen mythischen Chiron zu einem Chor von Chironen” (Koerte 1922, col. 1650)
e, quindi, in riferimento ai componenti del coro, il che potrebbe essere indicato
anche dal fr. 253 K.-A. σκήψιν μέν Χείρωνες έλήλυμεν, ώς ύποθήκας se qui i coreuti
presentano se stessi (v. Kassel-Austin PCGIV, p. 249).