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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,2): Cratino: Archilochoi - Empipramenoi (frr.1-68) : introduzione, traduzione, commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2016

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https://doi.org/10.11588/diglit.63085#0020
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ΆΡΧίλοΧ°ι

19

segua immediatamente l’evento stesso, mentre nulla esclude che esso possa
essere posteriore anche di molto alla morte dello statista ed esprimere così il
rimpianto per un fatto luttuoso del passato; in sostanza il testo del fr. 1 K.-A.
non offrirebbe altra informazione per la datazione che il semplice terminus
post quem del 449 a. C., la morte di Cimone8.
Il punto di partenza più sicuro per la datazione è offerto, invece, da un altro
dei frammenti, il 12 K.-A., dove è menzionato come kdmddoumenos Callia, con
ogni probabilità Callia III (450-367 a. C. ca.), additato per la sua vita depravata
e per aver scialacquato il patrimonio di famiglia, una raffigurazione ben pre-
sente in commedia; al contrario, l’identificazione di questo personaggio con
Callia II ό λακκόπλουτος (520-446 a. C. ca.), è dovuta solamente alla necessità
di far essere coerente la menzione di questo kdmddoumenos con la datazione
immediatamente successiva al 449 a. C. dedotta dal fr. 1 e, inoltre, a questo
personaggio non si possono riferire le accuse di depravazione e dilapadazione
del patrimonio qui presenti (v. infra fr. 12 K.-A.).
Se si accetta questa interpretazione, si deve datare la commedia in un
periodo in cui Callia III poteva già essere oggetto di attacco in commedia,
quindi, come proposto da Luppe 1973, p. 127 “etwa 435 bis allenfalls 423
[...]. Es ist also ein ,Drama der Reife‘”; a sostegno di questa datazione bassa,
Tammaro 1978-79, p. 204 s. ha aggiunto un possibile confronto con Eupol. fr.
221 K.-A. (Poleis, ca. 422 a. C. v. Kassel-Austin PCG V, p. 424) κακός μέν ούκ
ήν, φιλοπότης δέ κάμελής·/κάνίοτ’ (αν) άπεκοιμάτ’ αν εν Λακεδαίμονι/καν
Έλπινίκην τήδε καταλιπών μόνην, un ritratto poco lusinghiero di Cimone9:
“che significato aveva richiamare, ad oltre venticinque anni dalla sua scom-
parsa, i difetti di un uomo come Cimone? Rientrava in una querelle che si era
accesa in quegli anni, di cui la testimonianza opposta sarebbe il panegirico di

8 Luppe 1963, p. 4 = 1973, p. 126 accetta nel fr. 1 v. 3 la lettura di Hermann προ του
per il tràdito e corrotto f πρώτω (v. p. 22 s.). Questa lettura favorisce l’ipotesi
che il rimpianto di Metrobio sia successivo alla morte di Cimone, ma esclude la
possibilità di fondare su tale congettura ipotesi per la datazione e deduce dal fr. 1
il solo terminus post quem del 449 a. C.
9 Testimone del frammento è Plut. Cim. 15,3: του Κίμωνος [...] κατεβόων συνιστά-
μενοι καί τον δήμον έξηρέθιζον, έκεΐνά τε τα προς τήν αδελφήν άνανεούμενοι καί
Λακωνισμόν έπικαλοϋντες. εις ά καί τα Εύπόλιδος διατεθρύληται περί Κίμωνος,
ότι κτλ. Secondo Storey 2003, ρ. 223 il giudizio su Cimone di Eupoli è ambivalente,
ma probabilmente positivo: “thè reference to Kimon’s Lakonophilia, fondness for
drink, and his relations with his sister Elpinike [...] make this less than thè full
encomium that others might want. The passage, however, probably went on to say
that for all these personal shortcomings, Kimon was stili a leader far superior to
thè modern degenerates”.
 
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