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Phrynichus; Stama, Felice [Hrsg.]
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 7): Frinico: introduzione, traduzione e commento — Heidelberg: Verlag Antike, 2014

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https://doi.org/10.11588/diglit.53735#0319
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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 66)

315

mento della paradosis di S, la lettura καί non è stata più considerata ai fini della
constitutio textus a partire da Meineke [FCG ILI, p. 604]).
Interpretazione L’impiego del tecnicismo medico καταμηλών e il tono
iussivo della prima parte del verso (έμει καταμηλών) ha indotto Rossi (1977,
p. 82) a ipotizzare che il trimetro conservi uno stralcio di «una prescrizione
emetica» pronunciata da uno ιατρός344.
Anche per Gii/Alfageme (1972, p. 46) a parlare potrebbe essere un medico;
sul fondamento delle glosse di Fozio (μ 397) e della Suda (μ 940): μηλώσαι· τό
καθεϊναί τι εις βάθος· και την φάρυγγα μηλώσαι· τό διαχρίσαι τώ δακτύλω
(cfr. inoltre Suid. κ 649: καταμηλώσαι· λέγεται τό μήλην καθίζεσθαι ύπό του
ιατρού εις τον λαιμόν· ώς ποιούσι καί οί έμούντες, τόν δάκτυλον καθιέντες
είς τόν λαιμόν), i due studiosi non escludono però la possibilità che il verso
fosse pronunciato da un semplice «profano», che starebbe consigliando a un
secondo personaggio di far uso delle proprie dita (senza pertanto l’ausilio di
strumenti chirurgici) per “liberarsi” dalla fastidiosa flemma.
Al medesimo contesto cui appartiene il suddetto frammento Meineke (FCG
ILI, p. 604) proponeva di ricondurre il fr. 64 (vd. saprà).
έμει II verbo, piuttosto comune nella lingua greca, è ben attestato sia
nella letteratura medica (cfr., e.g., Hp. Art. 40 [= IV, p. 174.1 Littré]; Morb. II.
15, 17 [= VH, p. 28.13 Littré], Nat.Hom. 5 [= VI, p. 42.11-12 Littré]; vd. Sanchis
Llopis 2000, p. 153 con n. 119) che in quella comica (cfr., e.g., Ar. Ach. 587, fr.
365.1; vd. Southard 1971, pp. 39-40) nel significato fisiologico di “vomitare”.
καταμηλών Composto di μηλόω (“sondare”, “esplorare (con la sonda)”;
cfr. LSJ, s. v., p. 1127: «probe»). Come il verbo semplice, καταμηλόω è un deno-
minale da μήλη. Quest’ultimo termine rappresenta un tecnicismo mediante cui
gli antichi Greci indicavano l’asta metallica utilizzata dai medici generalmente
per l’ispezione delle ferite, che, nella variante nota come μήλη πλατείη ovvero
σπαθομήλη, poteva altresì fungere da spatola o da cucchiaio per l’applicazione

344 Gli studiosi sono soliti individuare nel fr. incertae sedis 46 di Cratete (άλλα σικύαν
ποτιβαλώ τοι καί τυ λής άποσχάσω) Tunica attestazione sicura della presenza
scenica di un medico nella commedia di quinto secolo (il trimetro costituirebbe
inoltre la prima testimonianza nota del medicus dorice loquens nel dramma atti-
co: nel caso in cui la persona loquens del frammento di Frinico vada identificata
con uno ιατρός, tale verso rappresenterebbe il primo - e unico - esempio noto
nella commedia greca superstite della maschera del medicus attice loquens). Sul
frammento di Cratete vd. Bonanno 1972, pp. 151-152; sulla figura del medico
nella commedia greca, oltre al sopra ricordato studio di Rossi, vd. Gigante 1969
[= Scritti, pp. 307-312]; Gii /Alfageme 1972; cfr. inoltre Imperio 1998, pp. 63-75,
2012, pp. 282-290.
 
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