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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0015
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Introduzione
1. Nome e identità
Il nome proprio Κρατϊνος (PA 8755, LGPNII s.v. n. 2, PAA 584385) è formato
dalla radice del sostantivo κράτος (‘forza, vigore, potere, potenza’) e dal suffis-
so ipocorisitico -ΐνος (ampiamente utilizzato anche per animali e piante), come
ad esempio ancora in Φιλΐνος (formazioni analoghe, dalla medesima radice e
con simile suffisso ipocoristico, sono ad es. Κράτυλος, Κράτυλλος, Κρατιεύς),
v. in part. GEW, DELG s.v., Beekes 2010 s.v. κράτος, Chantraine 1933, p. 205
(“le suffixe - ino- servant à former des sournoms ou des sobriquets a fourni un
assez grand nombre de noms propres”), Schwyzer I (1939), p. 491.
Si tratta di un nome non raro in Attica, di cui sono note circa 30 attestazioni
tra V e I sec. a.C. (28 in LGPNÌ1 s.v., 31 [ad esclusione del commediografo]
in PAA, nn. 584295-584485). La sua più antica testimonianza potrebbe essere
quella di un giovane sacrificato per consiglio di Epimenide nel 595-592 a. C. per
mettere fine a un’epidemia (PAA 584305 '), mentre un Gratino forse stratego
assieme a Lisistrato e Licurgo è attestato nel 476/5 a. C. (PAA 5843101 2). Nel V
sec. a. C. sono testimoniati ancora ad Atene due personaggi con questo nome
(PAA 584315, 584330), ma in nessuno dei due casi si può supporre un legame
con il poeta comico.
Κρατϊνος è il nome anche di un altro commediografo, del IV sec. a. C., nelle
fonti che tramandano i frammenti di solito indicato come ó νεότερος (I.GPN
II s. v., PAA 584360, cfr. Kassel-Austin PCG IV [1983], pp. 338-345, frr. 1-14,
Caroli 2014, pp. 47-49), ma non vi è alcun indizio di parentela tra questi e il

1 Sono riportate due fonti del racconto ed è rilevato che si tratta di “probably a fab-
rication of a later period”. I due passi sono: 1) Diog. Laert. 1110 (secondo cui venne
sacrificato anche un tale Ctesibio); 2) Neante FGrHist 84 F 16 (tràdito da Athen. ΧΠΙ
602c), il quale attesta che questo Gratino si sacrificò volontariamente e che il suo
εραστής Aristodemo si uccise con lui. Dopo aver addotto questa testimonianza di
Neante, lo stesso Ateneo (602e-f) annota: ούκ αγνοώ δέ δτι τα περί Κρατΐνον καί
Αριστόδημον πεπλάσθαι φησίν Πολέμων ό περιηγητής έν ταΐς προς τόν Νεάνθην
Αντιγραφαίς (fr. 53 Preller). ύμεϊς δέ, ώ Κύνουλκε, τάς διηγήσεις ταύτας, καν
ψευδείς ώσιν, αληθείς είναι πιστεύετε κτλ., cfr. anche Olson Athenaeus VII, p. 45:
“thè story is almost certainly legendary, as was suspected already in antiquity”
(con il richiamo al passo citato di Athen. 602e-f); suU’intera storia della piaga e
della sua estinzione v. G. Huxley, Nikias, Crete and theplague, «GRBS» 10.3, 1969,
pp. 235-239.
2 La fonte è Aeschin. II 31 τό πρώτον μέν Λυσιστράτου καί Λυκούργου καί Κρατίνου
στρατευόντων έπ’ Ήιόνα τήν έπί Στρύμονι.
 
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