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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0276
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272

Introduzione

D - cr ba Kassel-Austin PCG IV, p. 300, i quali, in alternativa, pro-
pongono un confronto o con il fr. 225 (Seriphioi) o con il fr. 257 (Cheirones),
v. supra ad locc.

8. Gratino e altri commediografi
Tre argumenta aristofanei attestano la concorrenza e il piazzamento dei com-
mediografi agli agoni drammatici dei rispettivi anni (cfr. testt. 7a-c K.-A.):
Lenee del 425 a.C.: Aristofane, Acarnesi; Gratino, Cheimazomenoi; Eupoli
Noumèniai.
Lenee del 424 a.C.: Aristofane, Cavalieri; Gratino, Satyroi; Aristomene,
Ylophoroi.
Dionisie del 423 a. C.: Gratino, Pytinè; Amipsia, Konnos; Aristofane, Nuvole
prime.
Queste stesse testimonianze documentano la ben nota rivalità esistente tra
Gratino e Aristofane, per la quale si possono, inoltre, menzionare:
1. i riferimenti scommatici del più giovane commediografo all’anziano rivale
negli Acarnesi (v. testt. 12-13 K.-A.), nei Cavalieri (v. testt. 9 e 14 K.-A.),
nella Pace (v. test. 10 K.-A.) e forse anche nelle Rane (ma quest’ultima
allusione sembra, in realtà, essere positiva, v. test. 11 K.-A.);
2. la composizione della Pytinè, secondo i testimoni un’esplicita reazione di
Gratino alla propria descrizione nei Cavalieri (v. p. 130 s.);
3. ilfr. 342 K.-A. (inc.fab.) τίς δέ σύ; κομψός τις έροιτο θεατής, /ύπολεπτολόγος,
γνωμοδιώκτης, εΰριπιδαριστοφανίζων, talora assegnato alla stessa
Pytinè357, tràdito da uno scolio di Areta a Platone (apoi. 19c, p. 421 Greene
= 15, p. 14 s. Gufalo), nel quale è esplicitamente attestato:
a) che l’attacco di Gratino in questi versi era rivolto alla derisione e nel
contempo all’imitazione di Euripide da parte di Aristofane;
b) che quest’ultimo avrebbe risposto a questa descrizione in due versi
dalla commedia Skènas katalambanousai (fr. 488 K.-A.): Αριστοφάνης ó
κωμωδιοποιός φαλακρός ήν, ώς αύτός φησίν Ειρήνη (ν. 771). έκωμωδεΐτο
δ’ έπ'ι τω σκώπτειν μέν Εύριπίδην, μιμεΐσθαι δ’ αυτόν. Κρατΐνος· τίς δέ

357 Così ad es. Runkel 1827, p. 87, Fritzsche 1835, p. 292, Whittaker 1935, p. 188,
Quaglia 1998, p. 58 (gli ultimi due con proposta di assegnazione alla parabasi).
Sull’interpretazione di questo frammento, v. in part. Sidwell 1995, p. 62 s., Conti
Bizzarro 1999, pp. 91-104, Luppe 2000, O’Sullivan 2006, Olson 2007, p. 110 s.,
Ornaghi 2006, pp. 87-95, Bakola 2010, pp. 24-29.
 
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