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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0037
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2. Cronologia e carriera

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Tuttavia nel fr. 171, v. 22 la lettura più verisimile sembra τυραννίδος αρχή
λ[έλυται, v. in part. Luppe 1967, p. 67 e n. 38 (p. 88) e poco convincete appare
l’interpretazione di Schwarze (p. 44) del successivo δήμος δέ κρατεί (“mit der
Wendung [...] enthiillt der Dichter seine satirische Absicht, deren Gegenstand
offensichtlich die athenische ,Demokratie‘ ist”); inoltre, la prima menzione
sicura di Agnone è nel 440/39 a. C. e una sua notorietà precedente è possibile,
ma è un argumentum ex silentio51.
Πυλαία Nel fr. 185 K.-A. è menzionato ‘il figlio di Pisia’ (ό Πεισίου),
un personaggio la cui cronologia è però ignota e anche l’identità discussa,
presente ancora con certezza nelle Horai (fr. 282 K.-A., probabilmente dei
primi anni trenta, v. infra) e negli Uccelli di Aristofane (v. 766; Dionisie 414,
arg. A4 Ar. Av. r. 1 s.), mentre è dubbio il caso dei Cheirdnes di Gratino (fr. 251
K.-A.), v. p. 148 s.
Geissler 1925, p. 21 identifica ό Πεισίου con Melete, propone una sua data
di nascita tra 470 e 460 a. C. e, quindi, una sua notorietà non prima del 445 a. C.,
ma forse anche dal 435 a. C.: “wir kònnen dann kaum erwarten, ihm vor 445
bei einem Komiker zu begegnen. Doch is es geratener, mit der Πυλαία noch
unter 435 herunterzugehen, weil die Komódien, in denen Meles sonst noch
vorkommt, alle in spàtere Zeit gehoren”; anche senza l’identificazione con
Melete52, a un periodo dagli anni trenta in poi può rimandare la presenza di
questo personaggio nelle Hórai di Gratino e poi nelle altre commedie (v. supra).
Di conseguenza, come terminus post quem sono possibili o la metà degli
anni trenta o, più genericamente, quella degli anni quaranta; in questo secon-
do caso, sulla base del riferimento a ό Πεισίου negli Uccelli di Aristofane, si

51 Non utile per una datazione il fatto che Athen. VI 267e-270a elenchi in ordine
cronologico (268e; έχρησάμην τή τάξει των δραμάτων ώς έδιδάχθη) e a partire dai
Ploutoi di Gratino (fr. 176 K.-A.) le commedie che affrontarano il mito άεΙΓάρχαϊος
βίος, perchè la datazione di ciascuna di quelle elencate (Cratete Ihèria frr. 16-17
K.-A.; Teleclide Amphiktyones fr. 1 K.-A.; Ferecrate Metallès fr. 113 e Perseli fr. 137
K.-A.; Nicofonte Seirènes fr. 21 K.-A.; Metagene Ihouriopersai fr. 6 K.-A.) è incerta e
dal passo di Ateneo si può quindi solamente dedurre quale fosse la loro successione,
cfr. Luppe 1967, p. 83 e Farioli 2001, p. 29.
Prima della pubblicazione nel 1935 del papiro con in lungo frammento pa-
piraceo, 171 K.-A., Geissler 1925, p. 18 aveva interpretato i Ploutoi come una
“Màrchenkomódie” e proposto per questo una datazione nel 439-437 a. C., gli anni
del decreto di Morichide, pur senza escludere una “obere Grenze fiir das Stiick etwa
455, zu welcher Zeit die Laufbahn des Kratinos begonnen hat”.
52 In questo caso si escluderebbe la menzione di ό Πεισίου negli Agrioi di Ferecrate,
fr. 6, v. 2 K.-A. dove si legge < ό > Πεισίου Μελής, una commedia rappresentata
nel 420 a. C. (Athen. V 218d e Plat. Prot. 327c-d = Pherecr. PCG VII test. 1-2 K.-A.).
 
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