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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0057
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3. Tradizione e ricezione

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Da questo tortuoso processo di tradizione, deriva un corpus di 504 fram-
menti, per complessive 778 citazioni e circa 415 versi di tradizione indiretta
(di cui circa 120 anepigrafi), ai quali si aggiungono gli 89 (la maggior parte
dei quali conservati solamente in parte) del papiraceo fr. 171 K.-A. dei Ploutoi.
La maggior parte dei frammenti sono trasmessi da 6 testimoni principali
(447 frammenti su 504 = 88,69%):
1. Fozio: 142 = 28,17%; Polluce: 79 = 15,67 %; Suda: 75 = 14,88%: Ateneo: 60 =
11,90%; scoli ad Aristofane: 48 = 9,52%; Esichio: 43 = 8,53%.
L’ordine è analogo per quanto attiene al numero di citazioni (473 su 799 =
59,19%):
2. Fozio: 146 = 30,86%; Polluce: 86 = 18,18%; Suda: 76 = 16,06%; Ateneo: 71 =
15,10 %; scoli ad Aristofane: 51 = 10,78%; Esichio: 43 = 9,09%.
Per quanto riguarda, invece, il totale dei versi (300 su 378 di tradizione indi-
retta):
3. Ateneo: 91 = 24,07%; Fozio: 62 = 16,40%; Suda: 51 = 13,49%; Polluce: 47 =
12,43%; scoli ad Aristofane: 39 = 10,31%; Esichio: 10: 2,64%.
Le tre commedie con un più alto numero di frammenti sono Hórai (30), Pytinè
(25), Cheimnes (23), mentre per numero di citazioni l’ordine è invertito tra le
ultime due: Horai (47), Cheirones (44), Pytinè (39). Tra le altre, si annoverano:
1) per numero di frammenti: Ihraittai (17), Archilochoi e Drapetides (16), Nomoi
e Odyssés (15), Nemesis e Dèliades (14), Dionysalexandros (13); 2) per totale di
citazioni: Drapetides (35), Dionysalexandros (29), Archilochoi e Ihraittai (25).
Ad esclusione degli 89 versi del fr. 171 K.-A. dei Ploutoi, di tradizione
diretta, la commedia con il maggior numero di versi è la Pytinè (42), seguita
dai Cheimnes (26) e dagli Odyssès (25); tra le altre, Archilochoi (19), Drapetides
(17), Dionysalexandros (16), Nemesis (15). Questi dati confermano quanto già
rilevato da Luppe 1967b, p. 392, che, a parte Dionysalexandros e Ploutoi, i cui
papiri confermano una lettura fino al II-III sec. d. C., tra le commedie più note
dovevano esservi Pytinè, Cheirones e Hèrai.
Un’idea d’insieme dello stato di conservazione e perdita dell’opera di
Gratino può risultare dall’osservazione, da un lato, che la scoperta della
hypothesis al Dionysalexandros nel 1904 ha restituito l’unico esempio a oggi
noto di argumentum a un dramma dell’archaia non di Aristofane; dall’altro,
che i circa 467 versi in totale noti corrispondono approssimativamente ad un
terzo dell’estensione media di una commedia intera di Aristofane (1400/1500
versi), verisimilmente immaginabile anche per le opere di Gratino, un dato
che diviene ancora più significativo se si moltiplica questa lunghezza media
per le almeno 24 commedie che si possono attribuire al commediografo, il che
rappresenta senz’altro un esempio in piccolo di quel “cumulo di rovine, tanto
 
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