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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0146
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Introduzione

mitologia teogonica, veniva denunciato il carattere tirannico del suo potere
e, nello stesso tempo, era messa alla berlina la forma irregolare, eccessiva-
mente allungata, della sua testa” (Cerri 1975, p. 119)213; nel secondo, Aspasia
era detta figlia di Era e Katapygosynè e, se si accetta la pertinenza a questo
stesso frammento della testimonianza di uno scolio a Platone214, era inoltre
chiamata anche Omfale, dal nome della figlia di lardano, regina dei Lidi presso
la quale Eracle fu venduto come schiavo e dovette servire per espiare la colpa
dell’uccisione di Ifito.
L’analogia del contenuto e la natura lirica del metro di entrambi i fram-
menti (cfr. pp. 263-266) ne fanno supporre la provenienza da una medesima
sezione cantata dal coro costituito dai Chironi, come già sostenuto da Kock
CAF1, p. 86: “ex eodem atquefr. 241 [= 259 K.-A.] cantico, vel nullo vel exiguo
intervallo excerptum”; tale sezione è stata indicata da Schwarze 1971, p. 59
nella parabasi: “das ganze [i. e. frr. 258 e 259 K.-A.] steht ohne Zweifel im
Zusammenhang der Parabase; die lyrischen Rythmen und die Invektive gegen
einzelne Personen sind typisch fiìr den zweiten Teil dieses Chorliedes, die
sogennante ,Apostrophe‘. Da die Parabase in der Regel mit der Handlung
der Komódie nichts zu tun hat, sind Zeus-Perikles und Hera-Aspasia wohl
nicht selbst aufgetreten, sondern nur Gegenstand des ,Rampenwitzes‘”. Al
contrario, Quaglia 1998, p. 57 interpreta i due frammenti ‘come parti dell’d^
dell’Agone che il Coro, schierato contro Pericle, intonava direttamente contro
di lui appena prima dell’epirrema affidato all’avversario” e pensa, quindi, a
un agone che coinvolge Pericle in prima persona e che gli attacchi presenti in
questi frammenti siano non in absentia (come pensava Schwarze), ma diretti
contro lo statista presente sulla scena in quanto protagonista di questa sezione.
Da segnalare, inoltre, alcune coincidenze lessicali tra il fr. 258 K.-A. e
una scena del Prometeo di Eschilo, vv. 199-225, parte della rhesis del Titano
sull’origine del potere di Zeus, individuate da Tammaro 1978-1979, p. 207, cfr.
Noussia 2003, pp. 77-79:

213 Su questo frammento cfr. in part. Farioli 2001, pp. 416-419, Noussia 2003, Di Marco
2005, Olson 2007, p. 207 s.
214 Schol. (TW) adPlat. Menex. 235e (p. 183 Greene = 3, p. 270 Gufalo) Κρατΐνος δέ f
Όμφάλη τύραννον αυτήν καλεϊ χείρων (τύραννον αύτήν καλεΐ Χείρωσιν, Όμφάλην
Bergk 1838 ρ. 238; Όμφάλην αύτήν καλεΐ Χείρωσιν, τύραννον δέ Meineke FCG
ΙΙ.1, ρ. 148 s.), Εϋπολις Φίλοις (fr. 294 Κ.-Α.), έν δέ Προσπαλτίοις 'Ελένην αύτήν
καλεΐ (fr. 267 Κ.-Α.)· ό δέ Κρατΐνος καί "Ηραν, ίσως δτι καί Περικλής Ολύμπιος
προσηγορεύετο (Ar. Ach. 530). Per i differenti problemi della constitutio textus di
questo scolio, v. Kassel-Austin PCGIV, p. 254.
 
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