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Introduzione
Dei trimetri, il catalettico che ha la prima (sizigia) antispastica, ma le altre
giambiche è chiamato faleceo316, come
χαΐρ ’ ώ χρυσόκερως βαβάκτα κήλων,
Πάν, Πελασγικόν Άργος έμβατεύων
Interpretazione AH’interno della trattazione dell’antispasto (X, περί άντι-
σπαστικοϋ)317, Efestione elenca i vari tipi di metro ad esso riconducibili318 e,
tra i trimetri, il frammento di Gratino serve ad esemplificare l’utilizzo della
forma catalettica con la prima sizigia antispastica, il cosiddetto faleceo (v.
infra)319. La citazione dei due versi è adespota e anepigrafa, ma rassegna-
zione al commediografo è esplicita in Choerob. p. 241, 5-9 (ad 33,2) Consbr.
Φαλαίκειον καλείται. Φαλαίκειόν φησι μέτρον, οίονεί Φιλίκειον άπό Φιλικού
τού προειρημένου, το δέ χαΐρ’ ώ χρυσόκερως βαβάκτα κήλων Κρατίνου έστί;
e in Et. gen. AB (Et. magn. p. 183,45, Et. Sym. β 1 Berg.) βαβάκτης· ορχηστής,
λάλος, μανιώδης, βακχευτής. λέγεται δέ καί ό Πάν. Κρατϊνος οίον· χαΐρ’ ώ
χρυσόκερως βαβάκτα κήλων, Πάν (ν. Kassel - Austin PCGIV, ρ. 296). Ignota
rimane, invece, la commedia da cui provenivano questi versi, non indicata in
nessuna delle testimonianze che possediamo.
Per Γinterpretazione del verso, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 163: “il trime-
tro catalettico denominato «faleceo» (φαλαίκειον) xx—— dal poeta
alessandrino Faleco, che l’usò κατά στίχον, è inteso nella dottrina greca come
composto di antispasto (xx—^) e 2ίαΛ, che è quanto dire glyc ba (ίαΛ)”; cfr.
White 1912, pp. 233 s. e 236 s. e Parker 1997, pp. 70 e 75 che ne rileva l’uso,
in commedia, generalmente limitato a “quotation from or pastiche of scolia”
(p. 75; ad es. Ar. Vesp. 1226 s., 1248, Ran. 1314 in una parodia di Euripide).
316 Per l’utilizzo di questa forma, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 163 n. 42: “la traduzione
latina di φαλαίκειον è phalaecium. Preferiamo rendere “faleceo” al pari di “ferecra-
teo”, “gliconeo” eccetera, in luogo di “falecìo”, anch’essa definizione corretta”.
317 Sulla definizione e i problemi di questo verso, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 43 s.
318 Prima del frammento di Gratino sono riportati ed esemplificati: il pentemimere
docmiaco con adesp. trag., TrGFll 184-185 Kannicht-Snell; l’eftemimere detto
ferecrateo con Pherecr. fr. 84 K.-A. (Koriannó); il dimetro acataletto detto gliconeo
con PMG 1029; il dimetro ipercataletto detto enneasillabo saffico o ipponateo con
Hipp. fr. 175 W.2.
319 Nell’esemplificazione di Efestione, seguono due tipi di trimetro, l’asclepiadeo e il
dodecasillabo alcaico, per i quali vengono addotti, rispettivamente, Ale. fr. 350,1-2
e 386 V., quindi i tetrametri e il pentametro.
Introduzione
Dei trimetri, il catalettico che ha la prima (sizigia) antispastica, ma le altre
giambiche è chiamato faleceo316, come
χαΐρ ’ ώ χρυσόκερως βαβάκτα κήλων,
Πάν, Πελασγικόν Άργος έμβατεύων
Interpretazione AH’interno della trattazione dell’antispasto (X, περί άντι-
σπαστικοϋ)317, Efestione elenca i vari tipi di metro ad esso riconducibili318 e,
tra i trimetri, il frammento di Gratino serve ad esemplificare l’utilizzo della
forma catalettica con la prima sizigia antispastica, il cosiddetto faleceo (v.
infra)319. La citazione dei due versi è adespota e anepigrafa, ma rassegna-
zione al commediografo è esplicita in Choerob. p. 241, 5-9 (ad 33,2) Consbr.
Φαλαίκειον καλείται. Φαλαίκειόν φησι μέτρον, οίονεί Φιλίκειον άπό Φιλικού
τού προειρημένου, το δέ χαΐρ’ ώ χρυσόκερως βαβάκτα κήλων Κρατίνου έστί;
e in Et. gen. AB (Et. magn. p. 183,45, Et. Sym. β 1 Berg.) βαβάκτης· ορχηστής,
λάλος, μανιώδης, βακχευτής. λέγεται δέ καί ό Πάν. Κρατϊνος οίον· χαΐρ’ ώ
χρυσόκερως βαβάκτα κήλων, Πάν (ν. Kassel - Austin PCGIV, ρ. 296). Ignota
rimane, invece, la commedia da cui provenivano questi versi, non indicata in
nessuna delle testimonianze che possediamo.
Per Γinterpretazione del verso, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 163: “il trime-
tro catalettico denominato «faleceo» (φαλαίκειον) xx—— dal poeta
alessandrino Faleco, che l’usò κατά στίχον, è inteso nella dottrina greca come
composto di antispasto (xx—^) e 2ίαΛ, che è quanto dire glyc ba (ίαΛ)”; cfr.
White 1912, pp. 233 s. e 236 s. e Parker 1997, pp. 70 e 75 che ne rileva l’uso,
in commedia, generalmente limitato a “quotation from or pastiche of scolia”
(p. 75; ad es. Ar. Vesp. 1226 s., 1248, Ran. 1314 in una parodia di Euripide).
316 Per l’utilizzo di questa forma, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 163 n. 42: “la traduzione
latina di φαλαίκειον è phalaecium. Preferiamo rendere “faleceo” al pari di “ferecra-
teo”, “gliconeo” eccetera, in luogo di “falecìo”, anch’essa definizione corretta”.
317 Sulla definizione e i problemi di questo verso, v. Gentili-Lomiento 2003, p. 43 s.
318 Prima del frammento di Gratino sono riportati ed esemplificati: il pentemimere
docmiaco con adesp. trag., TrGFll 184-185 Kannicht-Snell; l’eftemimere detto
ferecrateo con Pherecr. fr. 84 K.-A. (Koriannó); il dimetro acataletto detto gliconeo
con PMG 1029; il dimetro ipercataletto detto enneasillabo saffico o ipponateo con
Hipp. fr. 175 W.2.
319 Nell’esemplificazione di Efestione, seguono due tipi di trimetro, l’asclepiadeo e il
dodecasillabo alcaico, per i quali vengono addotti, rispettivamente, Ale. fr. 350,1-2
e 386 V., quindi i tetrametri e il pentametro.