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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0404
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Testimonianze

CEG 302, v. 3, 820, v. 2) e allude, perciò, allo specifico degli agoni drammatici551.
Cfr. infra per la citazione di Orazio.
Il v. 2 è il solo che Kassel-Austin PCGIV, p. 226 da ultimi stampano come
frammento di Gratino552; per la provenienza è proposta dubitanter la Pytinè
(fr. *203), secondo un’attribuzione per primo di M.H.E. Meier, Der Attische
Process, Halle 1824, III, p. 289, generalmente condivisa e verisimile553, sebbene
la genericità della formulazione e la presenza del tema del vino in Gratino
(cfr. Contesto) non escludano una possibile derivazione da un altro luogo
dell’opera del comico, cfr. Biles 2002, p. 173 “one must admit that with its
Archilochean resonance this fragment would be appropriate in any place
where Cratinus clarified his poetics”554.

551 Biles 2014, p. 4 s. “That characterization of a poet’s interests accordingly is not
only a fitting description of thè competitive ambience of thè dramatic festivals as
Cratinus experienced and reflected on them, but points to thè Hellenistic epigra-
matist’s likely source for thè sentiment, namely a Cratinean parabasis or apassage
with parabatic overtones, in which thè playwright squared off with his rivals by
making poetic claims about thè virtues of alcohol”.
552 Per la bibliografìa precedente a Kassel e Austin, v. ad es. Bergk 1838, p. 204, Meineke
FCG ILI, p. 119, Gow-Page 1965, II, p. 422; per quella successiva, ad es. Conti
Bizzarro 1999, p. 73, Imperio 2004, p. 210 e n. 58, Biles 2002, pp. 173-175, Olson
Athenaeusl (2006), p. 224 s. n. 26, Olson 2007, p. 86, Bakola 2010, p. 56 s., Henderson
2011, p. 206, Storey 2011, p. 266 s. (tra virgolette il solo secondo verso), cfr. p. 370
s., Biles 2014, pp. 4-6 (che non esclude, però, anche il primo verso). Nell’edizione
dell’epitome di Ateneo di Desrousseaux 1959, p. 96, nel testo greco l’intero distico
è messo tra virgolette; nella traduzione, invece, lo è il solo v. 2 e a n. 4 è citato Hor.
epist. I 19, 1-3 il quale “montre que les mots entre guillemets sont un trimètre
iambique emprunté à Cratinos lui-mème”.
553 Per fattribuzione alla Pytinè v. la bibliografìa a n. precedente, alla quale si aggiun-
gono Meineke FCG ed. min. I, p. 41, Kock CAFI, p. 74, Zielmski 1885, p. 318 n. 2,
Pieters 1946, p. 183, Edmonds FAC p. 92 s. (che pensano, però, a un’ascrizione a
Gratino dell’intero primo distico). Come rilevano Bakola 2010, p. 56 s. e Biles 2014,
p. 4 il verso è di tono parabatico, ma il metro ne preclude l’assegnazione a questa
sezione della commedia, il che si spiega con il fatto che l’intera Pytinè era una ri-
sposta alle critiche mosse a Gratino da Aristofane e, quindi, una formulazione come
quella del v. 2 poteva trovare luogo in qualsiasi momento dell’azione drammatica e
non solo nella parabasi. Cfr. anche supra per l’ipotesi dello stesso Biles che il verso
possa derivare anche da un’altra commedia di Gratino. Alla Pytinè Kock CAFI, p.
97 assegnava anche un altro frammento, di tono simile, 319 K.-A. (ine. fab.) ούδ’
ύδατοπωτών ούδέ κοιλοφθαλμιών.
554 Lo stesso Biles 2002, p. 175 s. propende però, poi, per assegnare il verso alla Pytinè
e questa ipotesi è ripresa in Biles 2014, p. 4 s. con l’aggiunta che, in questo caso, si
 
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