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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0050
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46

Introduzione

42 K.-A.; lo stesso Simmaco è stato talora identificato anche come fonte
della già citata hypothesis al Dionysalexandros, v. saprà).
Inoltre, nel II-I sec. a. C. al commediografo potrebbe aver dedicato negli studi
Asclepiade di Mirlea, se si accetta un’informazione data da Athen. XI 501e, v.
test. *40 K.-A.
I testi di Gratino dovevano, d’altra parte, essere parte integrante degli
studi rivolti sia specificamente alla commedia, e in particolare ad Aristofane,
ad esempio le opere di Eratostene e di Aristofane di Bisanzio (cfr. Olson 2007,
p. 27 s. con bibliografia), sia anche ad altri autori; excerpta e citazioni dalle
commedie sono funzionali a singole esegesi e, in questo senso, ha inizio già
in questo periodo una trasmissione indiretta e si avvia quel processo per cui
le commedie intere iniziano a diventare frammenti, l’unica forma destinata
a sopravvivere. Ciò che resta di quest’attività esegetica si trova nei corpora
di scoli, la forma che i lavori assunsero tra IV e V sec. d.C., verisimilmente
in conseguenza del passaggio dal papiro al codice, cfr. Dickey 2007, p. 11
s. e, con riferimento specifico alla commedia, Olson 2007, p. 29: “beginning
sometime in thè fourth or fifth century, selections from thè ύπομνήματα and
from Symmachus’ commentary on Aristophanes [...] were transferred from
convenience’s sake into thè margine of thè manuscripts of thè plays them-
selves or thè margine of thè manuscripts of other texts to which thè note in
question seemed germane” (con i richiami a Boudreaux 1919, pp. 171-188 e
Luppe 2002).
48 frammenti di Gratino (per 51 citazioni e 39 versi) sono tràditi negli
scoli a Aristofane; seguono quelli a Platone (13 frammenti, 18 citazioni, 12
versi), a Omero (6 frammenti, 2 versi) e Luciano (6 frammenti, nessun verso),
a Sofocle (3 frammenti, 5 versi), a Euripide (2 frammenti, 6 versi) e a Teocrito
(2 frammenti, 5 versi) e, infine, ad altri sette autori (Aristotele, Clemente
Alessandrino, Efestione, Gregorio di Nazianzo, Oribasio, Pindaro, Tucidide)
nei quali è tràdito un frammento ciascuno.
Una trasmissione diretta delle commedie appare documentata fino al II-III
sec. d. C., epoca alla quale risalgono i papiri con Γ hypothesis al Dionysalexandros
e i versi dei Ploutoi (e anche gli altri che conosciamo, v. infra 3.3), i quali
mostrano che in questo periodo le opere di Gratino erano ancora copiate e
lette; ignoto, invece, se e quanto a lungo nei secoli successivi fosse ancora
possibile una lettura dei testi. Condivisibile, quindi, quanto sostenuto da Luppe
1967b, p. 391: “Damit fàllt [...] der einzige vermeintliche Anhaltspunkt fiir das
Vorhandensein von Kratinosstiicke nach 250 n. Chr. fori. Ob Kratinos noch
lànger gelesen wurde, und wenn, wie lange noch, is ungewifi; denn ein ter-
minus post quem non kann man aus dem Fehlen entsprechender literarischer
Zeugnisse nicht erschliefien [...] Mindestens etwa 650 Jahre Nachleben sind
 
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