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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0144
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Introduzione

b) all’evocazione di Solone dagli inferi (Berk 1838, p. 239);
c) a riti per liberare la città dai cattivi governanti e cittadini (Coppola 1936,
p. 58 s.);
d) a un’ironia per il superstizioso utilizzo della cipolla: “zweifellos spottet
das Kratinosfragment iiber aberglàubliche Vorstellungen von der Kraft der
Zwiebel” (Luppe 1963, p. 212).
Allo stesso contesto di questo frammento, potrebbe appartenere anche il
fr. 252 K.-A. (έξ άσαμίνθου κΰλικος λείβων), in cui è presente un simile
riferimento a una libagione e forse originariamente nel medesimo metro
(tetrametro anapestico catalettico);
2. 251 K.-A. (καί πρώτον μέν παρά ναυτοδικών άπάγω τρία κνώδαλ’
αναιδή* * * * 207), che contiene un richiamo ai ναυτοδίκαι, categoria di giudici
deputati in origine alle controversie tra armatori e mercanti, ma poi chia-
mati a valutare anche le γραφαί ξενίας208; per questa ultima funzione,
Quaglia 1998, p. 53 pensava a un’allusione al cambiamento della legge sulla
cittadinanza che Pericle chiese dopo la morte dei figli legittimi in favore
di quello che aveva avuto da Aspasia (cfr. Bakola 2010, pp. 300-302), ma il
riferimento potrebbe essere semplicemente a personaggi la cui condizione
di ateniesi era contestata ovvero a nuovi ricchi, nella “tipica strategia dei
comici volta a delegittimare gli avversari non solo come politici, ma anche
come cittadini” (Farioli 2000, p. 413; il parallelo proposto è con l’attacco ad
Agnone nel 171, v. 66 K.-A. [Plutei], cfr. supra p. 128).
Nel fr. 249 K.-A. (οίς ήν μέγιστος δρκος/απαντι λόγω κύων, έπειτα χήν,
θεούς δ’ έσίγων), è richiamato il 'Ραδαμάνθυος δρκος (come informano i
testimoni del frammento)209, un’originaria forma di pietà con la quale si evi-

delia guerra del Peloponneso gli Spartani diedero agli Ateniesi di “scacciare Pericle
in quanto discendente di quel Megacle che si era reso responsabile del Κυλώνειον
άγος: in tal modo la città sarebbe stata purificata dalle conseguenze del sacrilegio”
(Farioli 2000, p. 429).
207 Cfr. pp. 150-153 per la possibilità che a questo verso segua un’elencazione di tre
komodoumenoi, Pisia, Osfìone e Diitrefe, che sarebbero i τρία κνώδαλ' άναιδή
menzionati.
208 L’attribuzione di questa competenza segue, probabilmente, la legge periclea sui
limiti della cittadinanza ateniese del 451 a. C., v. Harrison 1971, voi. II, p. 23 s.,
Schwarze 1971, pp. 62-64, Cassio 1977, p. 80 ad Ar. fr. 237 K.-A. (Daitales).
209 Schol. Plat. Apoi. 22a, p. 5 Greene = 24, p. 17 Cufalo = schol. Plat. Rp. Ili 399e, p. 213
Greene = Phot, p 17 = Sud. p 13. Cfr. schol. Plat. Phdr. 228b (p. 70 Greene = 15,
p. 119 s. Cufalo) che presenta solo una pericope (οίς — χήν) dei due versi citati negli
altri due scoli; al frammento cratineo (senza la citazione degli ipsissima verba) si
riferiscono esplicitamente anche Zenob. vulg. V 81, Apost. XV 17 e Prov. Bodl. 818.
 
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