4. Temi e motivi
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lo scopo del loro arrivo (v. 27 σ]κήψιν πρώτη) all’interno della parodo, cfr.
supra p. 128. A questa stessa sezione del dramma poteva quindi verisimilmente
appartenere anche il fr. 253 K.-A., come proposto da Bergk 1838, p. 225 (“hunc
vero versum chorus [...] ubi primum in orchestram prodit, eloquitur”), cfr. Kock
CAPI, p. 84 e Whittaker 1935, p. 184205.
Secondo un’ipotesi di Hanow 1830, p. 58, poi ripresa e sviluppata da
Coppola 1936, p. 30, il coro dei Chironi era composto da “antichi Ateniesi,
Solone, Bracone, Clistene, Cimone, Milziade, Temistocle, ecc. travestiti da
centauri appunto perché in vita essi operarono e scrissero per la grandezza
della città e l’educazione civile dei cittadini” (Coppola cit.); un qualche ruolo
nella commedia aveva senza dubbio Solone, persona loquens del fr. 246 K.-A.
(οίκέω δέ νήσον, ώς μέν ανθρώπων λόγος, / έσπαρμένος κατά πάσαν Αϊαντος
πόλιν), come indica esplicitamente il testimone (Diog. Laert. I 62), forse in
veste di contraltare alla situazione di decadenza del presente. Quale ne fosse
l’identità, “i Chironi avranno certamente partecipato dei tratti caratterizzanti
la figura mitica di riferimento; poiché la sezione del mito del centauro destinata
a incontrare maggior fortuna in ambito letterario è quella legata all’istruzione
di Achille, grazie alla quale gli insegnamenti di Chirone rappresentano per i
Greci il paradigma dell’educazione ideale, si può supporre che il coro fosse
chiamato a svolgere una missione educativa” (Farioli 2000, pp. 406-409).
Riferimenti a un ambito musicale sono presenti nei frr. 247 (όνοι δ’
άπωτέρω κάθηνται τής λύρας), 248 (nella corrotta pericope di schol. Thuc.
Vili 83,3 dove, da quel che si deduce, l’espressione έπιφέρειν όργάς era riferita
alla μουσική) e 254 K.-A. (Κλειταγόρας αδειν, δταν Άδμήτου μέλος αύλή).
All’agone della commedia sono attribuiti da Gelzer 1960, p. 181 due fram-
menti:
1. 250 K.-A. (άγε δή προς έω πρώτον απάντων ϊστω καί λάμβανε
χερσίν/ σχΐνον μεγάλην) che potrebbe riferirsi:
a) a una purificazione di Pericle, alluso in σχΐνον secondo il ben noto cliché
comico della scinocefalia, “ut post, abiectis moribus pristinis, civitati bene
consuleret” (Hanow 1830, p. 64)206;
205 Kassel-Austin PCG IV, p. 249 riportano, in alternativa, l’attribuzione alla parodo
proposta da Kaibel in una nota manoscritta, un’ipotesi questa formulata prima della
pubblicazione dei papiri contenenti il fr. 171 K.-A. dei Ploutoi (1935, cfr. p. 65), il
cui confronto sembra dirimente per l’assegnazione alla parodo del fr. 253 K.-A.
206 Riprendono questa ipotesi, Blaydes 1890, p. 10 (il quale proponeva una lettura
σχΐνου κεφαλήν per σχΐνου μεγάλην, per rendere più evidente il riferimento),
Marzullo 1959, p. 147 e Quaglia 1998, p. 54; secondo Farioli 2000, pp. 427-430 il
riferimento sarebbe a un preciso evento storico, l’ingiunzione che prima deH’inizio
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lo scopo del loro arrivo (v. 27 σ]κήψιν πρώτη) all’interno della parodo, cfr.
supra p. 128. A questa stessa sezione del dramma poteva quindi verisimilmente
appartenere anche il fr. 253 K.-A., come proposto da Bergk 1838, p. 225 (“hunc
vero versum chorus [...] ubi primum in orchestram prodit, eloquitur”), cfr. Kock
CAPI, p. 84 e Whittaker 1935, p. 184205.
Secondo un’ipotesi di Hanow 1830, p. 58, poi ripresa e sviluppata da
Coppola 1936, p. 30, il coro dei Chironi era composto da “antichi Ateniesi,
Solone, Bracone, Clistene, Cimone, Milziade, Temistocle, ecc. travestiti da
centauri appunto perché in vita essi operarono e scrissero per la grandezza
della città e l’educazione civile dei cittadini” (Coppola cit.); un qualche ruolo
nella commedia aveva senza dubbio Solone, persona loquens del fr. 246 K.-A.
(οίκέω δέ νήσον, ώς μέν ανθρώπων λόγος, / έσπαρμένος κατά πάσαν Αϊαντος
πόλιν), come indica esplicitamente il testimone (Diog. Laert. I 62), forse in
veste di contraltare alla situazione di decadenza del presente. Quale ne fosse
l’identità, “i Chironi avranno certamente partecipato dei tratti caratterizzanti
la figura mitica di riferimento; poiché la sezione del mito del centauro destinata
a incontrare maggior fortuna in ambito letterario è quella legata all’istruzione
di Achille, grazie alla quale gli insegnamenti di Chirone rappresentano per i
Greci il paradigma dell’educazione ideale, si può supporre che il coro fosse
chiamato a svolgere una missione educativa” (Farioli 2000, pp. 406-409).
Riferimenti a un ambito musicale sono presenti nei frr. 247 (όνοι δ’
άπωτέρω κάθηνται τής λύρας), 248 (nella corrotta pericope di schol. Thuc.
Vili 83,3 dove, da quel che si deduce, l’espressione έπιφέρειν όργάς era riferita
alla μουσική) e 254 K.-A. (Κλειταγόρας αδειν, δταν Άδμήτου μέλος αύλή).
All’agone della commedia sono attribuiti da Gelzer 1960, p. 181 due fram-
menti:
1. 250 K.-A. (άγε δή προς έω πρώτον απάντων ϊστω καί λάμβανε
χερσίν/ σχΐνον μεγάλην) che potrebbe riferirsi:
a) a una purificazione di Pericle, alluso in σχΐνον secondo il ben noto cliché
comico della scinocefalia, “ut post, abiectis moribus pristinis, civitati bene
consuleret” (Hanow 1830, p. 64)206;
205 Kassel-Austin PCG IV, p. 249 riportano, in alternativa, l’attribuzione alla parodo
proposta da Kaibel in una nota manoscritta, un’ipotesi questa formulata prima della
pubblicazione dei papiri contenenti il fr. 171 K.-A. dei Ploutoi (1935, cfr. p. 65), il
cui confronto sembra dirimente per l’assegnazione alla parodo del fr. 253 K.-A.
206 Riprendono questa ipotesi, Blaydes 1890, p. 10 (il quale proponeva una lettura
σχΐνου κεφαλήν per σχΐνου μεγάλην, per rendere più evidente il riferimento),
Marzullo 1959, p. 147 e Quaglia 1998, p. 54; secondo Farioli 2000, pp. 427-430 il
riferimento sarebbe a un preciso evento storico, l’ingiunzione che prima deH’inizio