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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0177
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6. Lingua e stile

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fab.)·, ύδατοπωτέω (fr. 319 K.-A., ine. fab.)·, φαγάς (fr. 499 K.-A., ine. fab.)25S;
χειρονομοσείω (fr. 501 K.-A., inc.fab.).
Un ulteriore hapax potrebbe essere μείξοφρυς del fr. 470 K.-A. (ine. fab.),
a seconda, però, del testo che si accetti nel fr. 187, v. 1 (ine. fab.) di Ferecrate.
Kassel-Austin PCG VII, p. 187 stampano μείξοφρυς/μέλαιν’ επιεικώς κατ’ εμέ;
i codici del testimone (schol. Basii, ad Greg. Naz. or. 15, 2, p. 161 Puntoni)
hanno, in realtà, μειξόφρυξ, e la lettura di Kassel e Austin risale a una correzi-
one prima in μιξόφρυς di A. Jahn (apud Migne PG XXXVI, p. 903) quindi in
μείξοφρυς di Nauck 1894, p. 69 e Demiahczuk 1912, p. 71 (Pherecr. fr. 21)258 259. Il
testo tràdito è difeso da Edmonds FACI, p. 276 (fr. 182A) e Rehrenbóck 1985,
p. 302 s. e, in questo caso, μείξοφρυς di Gratino si dovrebbe considerare un
hapax, come rilevato dallo stesso Rehrenbóck (1985, p. 303).
Caso simile è anche quello di χαλαίρυπος, fr. 500 K.-A. (inc.fab.), tràdito
da Poli. VII 39 che attesta: έν ώ έξέπλυνον, ού μόνον λίτρον καί Χαλαστραΐον
λίτρον, άλλα καί χαλαίρυπος ώς Κρατίνος ώνόμασεν, ν. anche Hsch. χ 34
χαλαίρυπος· ό των πλυνομένων ίματίων ρύπος, cfr. χ 50. Un’ulteriore attesta-
zione del termine potrebbe essere in Polemon FHG iii 140 s., tràdito da Macrob.
Sat. V 26, dove i codici riportano ΧΑΜΑΙ ΡΥΠΩ e una lezione χαλαιρύπω fu
proposta da L. Jan ed è accolta nell’ultima edizione di Kaster260.
6.6 Lessico ‘alto’ e paratragedia261
Un esempio di contemporanea ricorrenza di differenti stilemi elevati è testi-
moniato dal fr. 1 K.-A., dove si registrano αύχέω + accusativo e infinito (v. 1
ηΰχουν ... v. 5 αιώνα πάντα συνδιατρίψειν) di impiego generalmente tragico;
il superlativo φιλοξενώτατος (v. 2) noto ancora solo in Aesch. fr. 196, v. 2
R. (Prometheus lyomenos); il nesso πάντα + superlativo (v. 3 παντ’ άρίστω)
testimoniato solo in Soph. OC 1458 s.; il sostantivo Πανέλληνες ‘tutti i Greci’

258 Si può confrontare l’utilizzo di καταφαχάς in Aesch. fr. 428 R. e Myrtil. fr. 4 K.-A.
(inc.fab.), su cui v. Bagordo 2014b, pp. 141 s., 144 s.
259 Van Herwerden 1903, p. 18 proponeva μείξοφρυς, analogo per accento a μιξόφρυς
di Jahn, ma come rilevato da Rehrenbóck 1985, p. 303: “mufi der Akzent trotz des
langen υ in όφρϋς (wie in εϋοφρυς, λεύκοφρυς) auf der Antepaenultima stehen”.
260 Macrobii Ambrosii Theodosii [...] Saturnaliorum librivi! Excussis exemplaribus [...]
emendavit: apparatum criticum, adnotationes [...] adiecit L. lanus, Quedlinburgi et
Lipsiae 1852, p. 470 e n.; Macrobii Ambrosii Theodosii Saturnalia recognovit brevique
adnotatione critica instruxit R. A. Kaster, Oxonii 2011, p. 336.
261 Oltre a quanto si discuterà di seguito, a questa stessa categoria possono apparte-
nere, il lessico che può accomunare Gratino e Eschilo (v. 6.9) e i differenti richiami
alla lingua omerica (v. 6.10).
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