268
Introduzione
Fr. 278 K.-A. (Horai)
μακάριος τών παιδικών
Andamento giambico o trocaico.
Fr. 305 K.-A. (ine. fab.)
θύραζ’ ούκ έστι μύθος έκφρονος
εντεύθεν ώς < τούς > άφρονας
Ο-Ο-<_Ζ-
Trimetri giambici secondo il testo proposto da Kassel-Austin PCG IV, p.
272 che seguono Fintegrazione al v. 2 di Crusius 1889, p. 36 (in άφρονας il
gruppo <pp si intende in sillabazione A).
Fr. 306 K.-A. {ine. fab.)
πατρικός ών ξένος
τάδε πυνθάνομαί σου
Parte finale di un trimetro giambico e inizio del successivo secondo la
disposizione adottata da Kassel-Austin PCGIV, p. 272 e risalente a Cohn 1888,
p. 414 s. che propose metri causa al v. 2 l’inversione del tràdito πυνθάνομαί
τάδε (nel testimone [Hdn.] Philet. 106); cfr. White 1912, p. 49 per il doppio
anapesto iniziale.
Fr. 307 K.-A. (ine. fab.)
άρά γε,
ώ τάν, έθελήσετον;
Parte finale di un trimetro giambico e inizio del successivo secondo il testo
e la disposizione adottati da Kassel-Austin PCGIV, p. 273 e risalenti a Meineke
FCGILI, p. 223. Al v. 2 la sillaba finale di έθελήσετον è stata considerata chiusa
e quindi lunga, ma non si può escludere che fosse originariamente aperta e
quindi il primo elemento di un longum soluto. Kock CAFl, p. 116 stampava
άρά γε, ώ ’τάν, έθελήσετε; che si può intendere come una sequenza anapestica
(—v/o—oo—^o), il che è possibile anche se si accoglie a testo έθελήσετον e
si considera aperta (nel perduto contesto) la sua sillaba finale.
Fr. 327 K.-A. (ine. fab.)
γλώττάν τέ σοι
δίδωσιν έν δήμω φορεϊν
καλών λόγων άείνων,
ή πάντα κινήσεις λέγων
Introduzione
Fr. 278 K.-A. (Horai)
μακάριος τών παιδικών
Andamento giambico o trocaico.
Fr. 305 K.-A. (ine. fab.)
θύραζ’ ούκ έστι μύθος έκφρονος
εντεύθεν ώς < τούς > άφρονας
Ο-Ο-<_Ζ-
Trimetri giambici secondo il testo proposto da Kassel-Austin PCG IV, p.
272 che seguono Fintegrazione al v. 2 di Crusius 1889, p. 36 (in άφρονας il
gruppo <pp si intende in sillabazione A).
Fr. 306 K.-A. {ine. fab.)
πατρικός ών ξένος
τάδε πυνθάνομαί σου
Parte finale di un trimetro giambico e inizio del successivo secondo la
disposizione adottata da Kassel-Austin PCGIV, p. 272 e risalente a Cohn 1888,
p. 414 s. che propose metri causa al v. 2 l’inversione del tràdito πυνθάνομαί
τάδε (nel testimone [Hdn.] Philet. 106); cfr. White 1912, p. 49 per il doppio
anapesto iniziale.
Fr. 307 K.-A. (ine. fab.)
άρά γε,
ώ τάν, έθελήσετον;
Parte finale di un trimetro giambico e inizio del successivo secondo il testo
e la disposizione adottati da Kassel-Austin PCGIV, p. 273 e risalenti a Meineke
FCGILI, p. 223. Al v. 2 la sillaba finale di έθελήσετον è stata considerata chiusa
e quindi lunga, ma non si può escludere che fosse originariamente aperta e
quindi il primo elemento di un longum soluto. Kock CAFl, p. 116 stampava
άρά γε, ώ ’τάν, έθελήσετε; che si può intendere come una sequenza anapestica
(—v/o—oo—^o), il che è possibile anche se si accoglie a testo έθελήσετον e
si considera aperta (nel perduto contesto) la sua sillaba finale.
Fr. 327 K.-A. (ine. fab.)
γλώττάν τέ σοι
δίδωσιν έν δήμω φορεϊν
καλών λόγων άείνων,
ή πάντα κινήσεις λέγων