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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0277
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8. Gratino e altri commediografi

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σΰ—εύριπιδαριστοφανίζων. καί αυτός δ’ εξομολογείται Σκηνάς καταλαμ-
βανούσαις· χρώμαι γάρ αύτοϋ τού στόματος τώ στρογγΰλω/τοΰς νους δ’
αγοραίους ήττον ή κείνος ποιώ.
I presunti plagi di Aristofane nelle Tesmoforiazuse dagli Empipramenoi (Clem.
Alex. Strom. VI 26.4) e dagli Idaioi di Gratino (schol. R ad Ar. Thesm. 215) si
riferiscono, invece, non a una polemica tra i due drammaturghi, ma a una più
tarda riflessione, cfr. Sonnino 1998, p. 38 s. “Gratino [...] era morto intorno al
422, e le Tesmoforiazuse vennero messe in scena nel 411. È impossibile dunque
che fosse stato Gratino a denunciare un plagio compiuto, ai suoi danni, da
Aristofane. Resta certo la possibilità che qualche altro comico denunciasse la
dipendenza di Aristofane da Gratino, ma in realtà appare più plausibile che
all’origine della notizia [...] vi fosse non una polemica tra i poeti comici, ma
l’osservazione di qualche filologo antico, che aveva notato la somiglianza tra
una scena delle Tesmoforiazuse e quella di un dramma di Gratino”.
Per quanto riguarda i rapporti con altri commediografi, si rilevano:
1. l’informazione che Cratete agli inizi della propria carriera fu attore nei
drammi di Gratino, cfr. testt. 2a e 8 K.-A.;
2. gli attacchi a Ecfantide:
a) fr. *361, v. 1 (ine. fab.) K.-A. εΰιε κισσοχαϊτ' άναξ χαϊρ’, εφασκ’
Έκφαντίδης, che contiene anche una citazione esplicita di un verso
(Ecphant. fr. 4 K.-A., ine. fab.);
b) fr. 502 K.-A. (ine. fab.), che attesta il composto Χοιριλεκφαντίδης,
forse un riferimento alla collaborazione tra Ecfantide e Cherilo, come
informa Hsch. χ 643, latore del frammento; il testo di questa glossa è cor-
rotto, ma comprensibile grazie a un’altra voce di Esichio stesso, ε 1439
έκκεχοιριλωμένη, che riporta un’analoga spiegazione, cfr. Bagordo 2014a,
pp. 82-84 (Ecphant. testt. 6-7 K.-A.).
Un’ulteriore allusione potrebbe essere quella del fr. 462 K.-A. (ine. fab.) in
cui, in un’opera su Gratino, era contenuta una spiegazione del sostantivo
καπνία, detto del vino ed epiteto di Ecfantide per la sua poca chiarezza,
cfr. test. 41 K.-A.;
3. il riferimento a Callia, il quale potrebbe essere alluso dietro il nomigno-
lo Σχοινιών nel fr. *361, v. 3 K.-A. (ine. fab.) πλήν Ξενίου νόμοισι καί
Σχοινίωνος, ώ Χάρον, cfr. 5 Kómodoumenoi s.v. Καλλίας Λυσιμάχου.
Inoltre, uno scolio al v. 528 dei Cavalieri di Aristofane, in cui è descritto
Gratino che sradica τάς δρυς καί τάς πλατάνους καί τους εχθρούς (cfr.
test. 9 K.-A.), riporta: τους έχθρούς· τούς περί Καλλίαν (schol. vet. [\ΈΓ’Μ]
et Tricl. [Lh] ad Ar. Eq. 528b), che si può riferire o al solo Callia o a Callia
ed altri poeti (per fimpiego di οί περί τινα, cfr. Bianchi 2016, p. 40 s.) e,
 
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