Test. 44
395
Dalla testimonianza di Galeno si può, inoltre, ricavare un suo interesse per
la commedia antica, esplicitamente menzionata nel titolo dell’ultima opera
(εί χρήσιμον ανάγνωσμα τοΐς παιδευομένοις ή παλαιό κωμωδία) e che non
stupisce: “le médecin de Pergame a en effet recourse, en de très nombreux endroits
de son oeuvre, au vocabulaire comique pour expliquer tei ou tei terme en usage,
mèdical ou non” (Boudon-Millot 2007, p. 233 s. con il richiamo agli esempi di
von Staden 1998).
Test. 44 K.-A. (= test, xliv Storey)
Christod. ecphr. APII 357-360
καί τύπος αβρός έλαμπεν άριστονόοιο Κρατίνου,
δς ποτέ δημοβόροισι πολισσούχοισιν Ίώνων
θυμοδακεϊς έθόωσεν άκοντιστήρας ιάμβους,
κώμον άεξήσας, ιριλοπαίγμονος έργον άοιδής.
E brillava la molle effigie del geniale Gratino,
che un tempo contro i governanti degli Ioni divoratori del popolo
affilò mordaci giambi che colpivano il segno
facendo crescere la commedia, opera di canto amante del gioco.
Bibliografia Stark 1859, Kassel-Austin PCG IV (1983), p. 120, Tissoni 2000,
pp. 229-231, Vox 2000, pp. 245-247, Storey FOCI (2011), p. 268 s.
Contesto La statua di Gratino è ritratta immediatamente prima di quella di
Menandro (vv. 361-366) nella ekphrasis in 416 esametri (408 nell’Antologia
Planudea), databile intorno al 500 d. C., forse nel 503 d.C., di Cristodoro di
Copto (floruitsotto Anastasio I, 491-518 d.C.). In questo componimento, sono
descritte 80 statue (non tutte quelle che erano effettivamente presenti) che
ornavano lo Zeussippo (l’origine del nome è incerta), un complesso formato da
un edifìcio termale e un ginnasio pubblico che si trovava a Costantinopoli (tra
l’angolo nord est dell’ippodromo, il palazzo dell’imperatore e Γ Augusteiori)·, la
sua costruzione risale al 196 d.C., voluta da Settimio Severo, e fu ampliata e
completata da Costantino, al quale si deve la sua decorazione con le statue de-
scritte da Cristodoro (verisimilmente delle copie; le statue andarono distrutte
insieme all’intero complesso durante la rivolta di Nika del 532 d. C.). V. in part.
Tissoni 2000, pp. 15-23 (biografia di Cristodoro), 54-58 (struttura e datazione
dell’opera), 63-69 (tradizione del testo e fonti; per Gratino cfr. Interpretazione),
74-82 (origine, denominazione e architettura dello Zeussippo; disposizione
delle statue, su cui v. anche Guberti Bassett 1996).
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Dalla testimonianza di Galeno si può, inoltre, ricavare un suo interesse per
la commedia antica, esplicitamente menzionata nel titolo dell’ultima opera
(εί χρήσιμον ανάγνωσμα τοΐς παιδευομένοις ή παλαιό κωμωδία) e che non
stupisce: “le médecin de Pergame a en effet recourse, en de très nombreux endroits
de son oeuvre, au vocabulaire comique pour expliquer tei ou tei terme en usage,
mèdical ou non” (Boudon-Millot 2007, p. 233 s. con il richiamo agli esempi di
von Staden 1998).
Test. 44 K.-A. (= test, xliv Storey)
Christod. ecphr. APII 357-360
καί τύπος αβρός έλαμπεν άριστονόοιο Κρατίνου,
δς ποτέ δημοβόροισι πολισσούχοισιν Ίώνων
θυμοδακεϊς έθόωσεν άκοντιστήρας ιάμβους,
κώμον άεξήσας, ιριλοπαίγμονος έργον άοιδής.
E brillava la molle effigie del geniale Gratino,
che un tempo contro i governanti degli Ioni divoratori del popolo
affilò mordaci giambi che colpivano il segno
facendo crescere la commedia, opera di canto amante del gioco.
Bibliografia Stark 1859, Kassel-Austin PCG IV (1983), p. 120, Tissoni 2000,
pp. 229-231, Vox 2000, pp. 245-247, Storey FOCI (2011), p. 268 s.
Contesto La statua di Gratino è ritratta immediatamente prima di quella di
Menandro (vv. 361-366) nella ekphrasis in 416 esametri (408 nell’Antologia
Planudea), databile intorno al 500 d. C., forse nel 503 d.C., di Cristodoro di
Copto (floruitsotto Anastasio I, 491-518 d.C.). In questo componimento, sono
descritte 80 statue (non tutte quelle che erano effettivamente presenti) che
ornavano lo Zeussippo (l’origine del nome è incerta), un complesso formato da
un edifìcio termale e un ginnasio pubblico che si trovava a Costantinopoli (tra
l’angolo nord est dell’ippodromo, il palazzo dell’imperatore e Γ Augusteiori)·, la
sua costruzione risale al 196 d.C., voluta da Settimio Severo, e fu ampliata e
completata da Costantino, al quale si deve la sua decorazione con le statue de-
scritte da Cristodoro (verisimilmente delle copie; le statue andarono distrutte
insieme all’intero complesso durante la rivolta di Nika del 532 d. C.). V. in part.
Tissoni 2000, pp. 15-23 (biografia di Cristodoro), 54-58 (struttura e datazione
dell’opera), 63-69 (tradizione del testo e fonti; per Gratino cfr. Interpretazione),
74-82 (origine, denominazione e architettura dello Zeussippo; disposizione
delle statue, su cui v. anche Guberti Bassett 1996).