Metadaten

Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0041
Lizenz: Freier Zugang - alle Rechte vorbehalten
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
2. Cronologia e carriera

37

name as a gloss from F 259, Cratinus might be making and indirect or covert
joke at Pericles and Aspasia and thus not violating thè letter of thè law”.
Una rappresentazione dei Chèirones nel 431 o nel 430 a. C. è proposta da
Farioli 2000, pp. 427-431 che, sulla base del fr. 250 K.-A. (άγε δέ προς έω
πρώτον απάντων ϊστω κα'ι λάμβανε χερσίν / σχϊνον μεγάλην) in cui è descritta
una pratica di purificazione, accetta l’ipotesi che con σχϊνον al v. 2 sia indicato
Pericle58 e ipotizza quindi un riferimento alla richiesta degli Spartani di cac-
ciare Pericle dalla città in quanto discendente dei responsabili del Κυλώνειον
άγος ed evitare cosi la guerra (v. Plut. Per. 33.1 con Stadter 1989, p. 307 s.),
richiesta che gli Ateniesi rifiutarono. Nei Cheirones si sarebbe lamentata la
perdita di quest’occasione e, di conseguenza, poiché quest’evento storico si
data all’incirca nel 432/431 a. C., la commedia sarebbe stata rappresentata nelle
sue immediate vicinanze.
Il riferimento alla pratica catartica nel fr. 250 K.-A. appare tuttavia generi-
co e la cipolla è menzionata spesso in analoghi contesti, v. Kassel-Austin PCG
IV, p. 247; il richiamo a Pericle non è necessario e non si può escludere che la
purificazione di cui si parla fosse relativa a generici malvagi politicanti, tra i
quali certo forse anche Pericle, ma non esclusivamente.
Ώραι Inizio degli anni venti; possibile 428-426 a. C. (Geissler 1925, p. 30
s.; “not be far wrong”, Storey FOCI, p. 305).
L’indizio principale è la menzione di Iperbole nel fr. 283 K.-A.; lo scolio ad
Lue. Tim. 30, p. 115, 5-7 Rabe, latore del frammento, riporta: Κρατϊνος δε έν
Ώραις ώς παρελθόντος νέου (νέον Miìller-Strubing 1890, ρ. 526) τώ βήματι
μέμνηται καί παρ’ ήλικίαν.
La data di nascita di Iperbolo è incerta, da collocare forse tra 455 e 450 a. C.,
e la sua prima menzione cronologicamente certa è negli Acamesi di Aristofane
(v. 847), del 425 a.C. (cfr. test. 7a K.-A.); la notizia dello scoliaste informa che
Gratino lo menzionava per l’inizio della carriera politica (παρελθόντος νέου
τω βήματι59) e per la sua giovane età (παρ’ ήλικίαν) e, di conseguenza, è
possibile datare questo evento prima degli Acamesi, quando Iperbolo poteva
avere circa 25-30 anni, cfr. Kaibel apud Kassel-Austin PCG IV, p. 258: “scripta

58 Cfr.Hanow 1830, p. 64: “cumPericles [...] dictusείίσχινοκέφαλος [...] huncsuspicor
lustratum esse [...] ut post, abiectis moribus pristinis, civitati bene consuleret”. V.
anche Blaydes 1890, p. 10, che proponeva una lettura σχίνου κεφαλήν in luogo del
testo tràdito.
59 Cfr. H. Wankel, Demosthenes. Rede fùr Ktesiphon ùber den Kranz, I-II, Heidelberg
1976, voi. I p. 395 (ad XVIII 66 άφ’ ής αυτός επί τό βήμ’ άνέβην): “durch den
Zusammenhang mit der Zeitangabe [άφ’ ής] ist die Wendung έπ'ι τό βήμα άνα-
βαίνειν geradezu zur Metapher fùr Beginn der politische Laufbahn geworden”.
 
Annotationen
© Heidelberger Akademie der Wissenschaften