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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0155
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5. Komodoumenoi

151

In Ar. Av. 766 s. è menzionato un kòmòdoumenos per mezzo del suo pa-
tronimico: εί δ’ ό Πεισίου προδοϋναι τοΐς άτίμοις τάς πύλας/ βούλεται, πέρδιξ
γενέσθω, τοϋ πατρός νεόττιον. Negli scoli ad loc. sono presenti informazioni
divergenti:
a) in 766a è discussa l’identità di questo personaggio, ne è documentata la
presenza in tre commedie di Gratino, Cheirònes. Pylaia, Hòrai ed è attestato,
tra l’altro, che questi sarebbe stato uno degli ermocopidi, v. infra a ό Πεισίου;
b) in 766b è riportato oi μέν τον Πεισίαν ένα είναι τών έρμοκοπιδών, οί
δέ τον υιόν αυτού e, più avanti: Κρατΐνος Χείρωσι καί πρώτον μέν παρά
ναυτοδικών άπάγω τρία κνώδαλ’ άναιδή, Πεισίαν, Όσφύωνα, Διιτρέφη220.
Nel primo scolio è quindi attestata la presenza in tre commedie di Gratino
(Cheirònes, Pylaia, Hòrai) del figlio di Pisia (ό Πεισίου), nel secondo, invece, è
citato un verso dei Cheirònes (καί — αναιδή) seguito da un’elencazione di tre
nomi, il primo dei quali è quello di Pisia, non di suo figlio. A seconda che si
accetti rinformazione dello scolio 766a o 766b, nei Cheirònes era menzionato
il figlio di Pisia ovvero Pisia stesso; né si può escludere che potessero essere
menzionati entrambi i personaggi in due distinti passi della medesima com-
media (il testo del fr. 251 K.-A. dei Cheirònes, riportato dal solo scolio 766b,
potrebbe non essere lo stesso passo al quale allude lo scolio 766a unitamente
alla menzione delle altre due commedie).
D’altra parte, non è certa né univocamente accettata l’attribuzione a
Gratino dei tre nomi presenti nello scolio 766b: la pericope καί—αναιδή re-
alizza infatti compiutamente un tetrametro anapestico catalettico e si deve
quindi supporre che i tre nomi che seguono fossero parte di un successivo
verso, ma la loro prosodia non si adatta al ritmo anapestico. Per questa ragione,
secondo Hanow 1830, p. 59 si può pensare a una indebita inserzione dedotta
da un altro luogo di Gratino (degli stessi Cheirònes?) “iambico vel trochaico
metro”, cfr. Meineke FCG ILI, p. 153, Kock CAFI, p. 84, Marzullo 1959, p. 147
s.221, Luppe 1963, p. 211, Quaglia 1998, p. 53.

220 La pericope τρία κνώδαλα αναιδή Πισίας, Όσφύων, Διϊτρέφης è presente anche in
Sud. v 213 Νεόττιον: γέννημα. Αριστοφάνης- πέρδιξ γενέσθω τοϋ πατρός νεόττιον.
τοϋ Πισίου ό υιός όμοιος βούλεται γενέσθαι τώ πατρί. ήν δέ ό Πισίας προδότης,
καί αύθις- τρία κνώδαλα αναιδή, Πισίας, Όσφύων, Διϊτρέφης, che dipende chiara-
mente dallo scolio aristofaneo e attribuisce, però, i τρία κνώδαλα non a Gratino, ma
ad Aristofane stesso. Lo stesso anche in Sud. π 1641 Πισίαν: τρία κνώδαλά φησιν
Αριστοφάνης, Πισίαν, Όσφύωνα (Όσφρ- F), Διϊτρέφη (-ή codd.).
221 “L’espunzione della seconda linea si deve allo Hanovius [...] I tre nomi non devono
tuttavia intendersi quale glossema successivamente intruso, e fin conguagliato
nell’accusativo, ma come parte integrante dello stesso scolio. Ne conferma l’iden-
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