152
Introduzione
Al contrario, attribuiscono i tre nomi a Gratino e propongono una possibile
interpretazione metrica: a) Fritzsche 1831, p. 116 che pensa a degli anapesti* * * * * * * * 222
e, per risolvere i problemi prosodici, corregge in due punti il testo: “Πισίαν,
Όφρύωνα (ve/ ut malim Όφίωνα) Διϊτρεφέα”; b) Bergk 1838, p. 242: “alter
versus est Glyconeus praemisso Cretico: [...] solebant autem comici poetae ana-
paestos nonnunquam cum aliis numeris consociare’.
Entrambe queste possibilità sono giudicate dubbie da Meineke FCG ILI,
p. 153223 che preferiva l’ipotesi di espunzione di Hanow. Due alternative sono
proposte da Edmonds FACI, p. 106 s. n. 3: “thè names must be eitherthe words
of thè Scholiast [..] or thè words of Cratinus, part of a list of scoundrels read
out in prose between anapaests (thè nominative being changend to accusative
to suit thè metrical line introducing them)”224. Non discute il problema metrico
e accetta i tre nomi in Gratino Farioli 2000, p. 411 s. che, sulla base delle poche
informazioni a noi note per questi personaggi (v. infra), ne suppone i motivi
della loro deduzione ai ναυτοδίκαι.
Da ultimi, Henderson 2011, p. 210 traduce sia la pericope καί—αναιδή
che i tre nomi (e sembra, quindi, accettarne la paternità cratinea), mentre
Storey FOCI, p. 389 a seguire la traduzione di καί—αναιδή alla n. 1 riporta,
tica struttura dello schol. Nub. 1001 [...] τοϊς Ίπποκράτους: ύώδεις τινές κτλ. καί
Εύπολις έν Δήμοις [fr. 112 Κ.-Α. = 6 Telò] [...] τα δέ ονόματα αύτών Τελέσιππος,
Δημοφών, Περικλής. A spiegare gli accusativi Πεισίαν, Όσφΰωνα, Διιτρέφη, ba-
sta supporre alla fine, dopo Διιτρέφη, la caduta aplologica di un <φη(σί)>”. Per
quest’ultimo punto, Marzullo rimanda a un possibile confronto con Sud. π 1641
Πισίαν· τρία κνώδαλά φησιν Αριστοφάνης, Πισίαν, Όσφύωνα, Διϊτρέφή, per il
quale notava (p. 148) che “Aristofane, a nostro parere, dovrà dirsi frettolosamente
sostituito a Gratino, desunta come è la notizia dal nostro stesso scolio aristofaneo”.
222 A degli anapesti pensava anche Hermann 1844, p. 147 s. (= 1852, p. 144 s. e 1869, p.
128): “infragmento Gratini [...] non putanda est neglecta esse caesura, diviso in sua
dementa nomine proprio” (con il rinvio, per la prosodia dell’ultimo nome, aElmsley
1818, p. 139 n. r [comm. al v. 326]: “Διιτρέφης [...] secundam producit, ιζίδιιπετής”;
per una grafia del nome Διειτρέφης, cfr. n. 219); cfr. Meineke FCG ed. min. I, p. 51
(che riporta l’ipotesi di Hermann accanto alle due di Hanow e Bergk, v. suprd):
“Hermannus [...] ad anapesticum metrum revocabat, secunda syllaba in Πεισίαν et
Όσφύωνα producta”.
223 “Fritzschius [...] qui anapaesticos numeros restituire voluit [...] in tribus hisce nomini-
bus quinquies impegit. Qualia si olii deliquissent, quam graves UH v. cl. temeritatis
et inscitiaepoenas daturi essent. Cautior Hanovius [...] Haec ratiopraestare videtur
ei quam Bergkius [...] proposuit, qui nomina illa ab ipso Gratino adieeto et metrum
Glyconeum esse existimatpraemisso cretico. Sed talem versum anapaesto tetrametrum
subiectum esse a Gratino, vix adducor ut credam”.
224 I corsivi nella citazione sono dell’autore.
Introduzione
Al contrario, attribuiscono i tre nomi a Gratino e propongono una possibile
interpretazione metrica: a) Fritzsche 1831, p. 116 che pensa a degli anapesti* * * * * * * * 222
e, per risolvere i problemi prosodici, corregge in due punti il testo: “Πισίαν,
Όφρύωνα (ve/ ut malim Όφίωνα) Διϊτρεφέα”; b) Bergk 1838, p. 242: “alter
versus est Glyconeus praemisso Cretico: [...] solebant autem comici poetae ana-
paestos nonnunquam cum aliis numeris consociare’.
Entrambe queste possibilità sono giudicate dubbie da Meineke FCG ILI,
p. 153223 che preferiva l’ipotesi di espunzione di Hanow. Due alternative sono
proposte da Edmonds FACI, p. 106 s. n. 3: “thè names must be eitherthe words
of thè Scholiast [..] or thè words of Cratinus, part of a list of scoundrels read
out in prose between anapaests (thè nominative being changend to accusative
to suit thè metrical line introducing them)”224. Non discute il problema metrico
e accetta i tre nomi in Gratino Farioli 2000, p. 411 s. che, sulla base delle poche
informazioni a noi note per questi personaggi (v. infra), ne suppone i motivi
della loro deduzione ai ναυτοδίκαι.
Da ultimi, Henderson 2011, p. 210 traduce sia la pericope καί—αναιδή
che i tre nomi (e sembra, quindi, accettarne la paternità cratinea), mentre
Storey FOCI, p. 389 a seguire la traduzione di καί—αναιδή alla n. 1 riporta,
tica struttura dello schol. Nub. 1001 [...] τοϊς Ίπποκράτους: ύώδεις τινές κτλ. καί
Εύπολις έν Δήμοις [fr. 112 Κ.-Α. = 6 Telò] [...] τα δέ ονόματα αύτών Τελέσιππος,
Δημοφών, Περικλής. A spiegare gli accusativi Πεισίαν, Όσφΰωνα, Διιτρέφη, ba-
sta supporre alla fine, dopo Διιτρέφη, la caduta aplologica di un <φη(σί)>”. Per
quest’ultimo punto, Marzullo rimanda a un possibile confronto con Sud. π 1641
Πισίαν· τρία κνώδαλά φησιν Αριστοφάνης, Πισίαν, Όσφύωνα, Διϊτρέφή, per il
quale notava (p. 148) che “Aristofane, a nostro parere, dovrà dirsi frettolosamente
sostituito a Gratino, desunta come è la notizia dal nostro stesso scolio aristofaneo”.
222 A degli anapesti pensava anche Hermann 1844, p. 147 s. (= 1852, p. 144 s. e 1869, p.
128): “infragmento Gratini [...] non putanda est neglecta esse caesura, diviso in sua
dementa nomine proprio” (con il rinvio, per la prosodia dell’ultimo nome, aElmsley
1818, p. 139 n. r [comm. al v. 326]: “Διιτρέφης [...] secundam producit, ιζίδιιπετής”;
per una grafia del nome Διειτρέφης, cfr. n. 219); cfr. Meineke FCG ed. min. I, p. 51
(che riporta l’ipotesi di Hermann accanto alle due di Hanow e Bergk, v. suprd):
“Hermannus [...] ad anapesticum metrum revocabat, secunda syllaba in Πεισίαν et
Όσφύωνα producta”.
223 “Fritzschius [...] qui anapaesticos numeros restituire voluit [...] in tribus hisce nomini-
bus quinquies impegit. Qualia si olii deliquissent, quam graves UH v. cl. temeritatis
et inscitiaepoenas daturi essent. Cautior Hanovius [...] Haec ratiopraestare videtur
ei quam Bergkius [...] proposuit, qui nomina illa ab ipso Gratino adieeto et metrum
Glyconeum esse existimatpraemisso cretico. Sed talem versum anapaesto tetrametrum
subiectum esse a Gratino, vix adducor ut credam”.
224 I corsivi nella citazione sono dell’autore.