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Bianchi, Francesco Paolo; Cratinus
Fragmenta comica (FrC) ; Kommentierung der Fragmente der griechischen Komödie (Band 3,1): Cratino: introduzione e testimonianze — Heidelberg: Verlag Antike, 2017

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https://doi.org/10.11588/diglit.63084#0202
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198

Introduzione

Sapph. fr. 39.2 V.)303; 4) σν, come in Πάσνης e Μάσνης304. In tutti questi casi è
specificato che la sillaba antecedente questi gruppi è sempre lunga, ma breve
talora in presenza di μν; come documentazione di quest’ultimo caso sono citati
il frammento di Gratino; Epich. fr. 80 K.-A. (Megaris) εϋυμνος καί μουσικών
έχουσα πάσαν, φιλόλυρος; Cali. fr. 61 Pf. τώς μέν ό Μνησάρχειος έφη ξένος.
Dagli esempi menzionati risultano due possibilità:
1. in Gratino e in Callimaco una combinazione vocale finale di parola + μν
a inizio della successiva: Gratin.: έπιλήσμοσϊ μνημονικοισι; Cali.: τώς μέν
ò Μνησάρχειος;
2. in Epicarmo μν interno di parola: εΰυμνος.
Il primo caso è documentato ancora in Eur. Iph. Aul. 68 θυγατρί μνηστήρων,
ibid. 847 δεινά· μνηστέυω (“beim gleichen Wort!”, Stockert 1992, p. 189); altri
esempi, probabilmente, in Aesch. Eum. 383 τε μνήμονες, σεμναί (ma si tratta di
un contesto lirico e, quindi, non interpretabile con sicurezza, v. Sommerstein
1989, p. 148); CEG 167, 3 s. (p. 90. Chios, V/IV sec. = IGA 382, p. 107 = GVII 97,
p. 30) οργής δ’ ά|[ντ’] αγαθής Εύω|[πί]δης τάδε μν|[ή]μα/αΰτή<ι> έπέσ|τησεν.
Per il secondo caso, gli altri possibili esempi sono incerti perché ricorrono
sempre in lyricis, sebbene le interpretazioni tendano ad accettare che anche
in questo caso la vocale antecedente μν sia breve, v. ad es. Aesch. Pers. 287
μεμνήσθαί τοι πάρα con Garvie 2009, p. 157; Ag. 990 τον δ’ άνευ λύρας δμως
ύμνωδεϊ con Fraenkel 1950, II, ρ. 443 s., Ili ρ. 830 (ν. infra) e Denniston-Page
1957, ρ. 156.
Per ulteriore documentazione, v. Kiihner-Blass I, p. 307, Maas 1929 § 126,
p. 28, Descroix 1931, p. 20, West 1982, p. 18, Gentili-Lomiento 2003, p. 25.
Una spiegazione della particolarità del gruppo μν è data da Arist. Quint.
I 21, p. 43, r. 18 - p. 44 r. 3 Winnington-Ingram: “Sono meno comuni alcune
sillabe prese da quelle lunghe per posizione, quando, in aggiunta di una con-
sonante che precede, tra le lettere liquide è combinato mi. Mentre le restanti
liquide sono pronunciate per emissione di soffio, siamo costretti a pronunciare
questa lettere soltanto ostruendo i nostri passaggi. L’organo vocale, essendo
soggetto nello stesso tempo a condizioni opposte, non inverosimilmente spez-
za l’uniformità della voce. Di conseguenza, se combiniamo una liquida con
la consonante e vogliamo pronunciare entrambe chiaramente, renderemo la
sillaba non più comune, ma lunga per posizione. E infatti alcuni degli antichi,

303 Questa esempio è specificamente indicato come dialettale, con la definizione κατά
πάθος, v. van Ophuijsen 1987, p. 44.
304 Per questi due esempi è richiamata un’attestazione nei Lydiaka di Xanto, v. FgrHist
765 F 24 (si tratta, forse, di nomi di fiumi).
 
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