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Testimonianze (test. 2)

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δίκην έφευγεν άσεβείας L’espressione δίκην έφευγεν άσεβείας ricorre
anche in Satyr. Vit.Eur. F 6 fr. 39 col. X 18-21 Schorn (Euripide si difende
dall’accusa di empietà da Cleone) e δίκην con φεύγω indica propriamente
l’azione di difendersi da un’accusa intentata in un processo (LSJ s. v. IV. 1).
Non è affatto chiaro il motivo per cui Aspasia sia stata accusata di em-
pietà. Il capo di accusa è molto sospetto ed è stato spiegato come un’accusa
di μηδισμός (Montuori 1984, 222-223) oppure come la conseguenza di una
profanazione di santuari da parte di Aspasia (Ostwald 1986, 195; prob. Stadter
1989, ad Piu. Per. 32.1): tuttavia, nel primo caso, la correlazione tra ασέβεια
e μηδισμός resta congetturale, mentre, nel secondo caso, la profanazione di
santuari è una prerogativa delle etère e Aspasia non è un’etera, eccetto che
nella rappresentazione che ne dava la commedia (recte Banfi 1996, 45-46).
Inoltre, l’accusa di ασέβεια è quanto mai generica, riconducibile a una ma-
trice popolare sul celebre esempio di Socrate (Dover 1976, 25 = 1988, 136;
MacDowell 1978,197-202), ed è uno stilema ricorrente nella biografìa ellenisti-
ca per la ricostruzione di aneddoti quasi certamente spuri nel caso di Aristotele
(Hermipp.Hist. FGrHist 1026 fr. 30 con Bollansée 1999, 315) ed Euripide (Satyr.
Vit.Eur. F 6 fr. 39 col. X rr. 1-22 Schorn; cfr. Lefkowitz 1987, 160-161; Schorn
2004, 282 con n. 593): molto probabilmente si tratta di un’accusa non autentica
anche nel caso di Aspasia.
Έρμίππου του κωμωδιοποιού διώκοντος II commediografo Ermippo
è l’accusatore solo in questa versione del processo ad Aspasia: sulle altre ver-
sioni cfr. supra, Interpretazione.
προσκατηγορουντος ώς Περικλεΐ γυναίκας έλευθέρας είς τό αυτό
φοιτώσας ύποδέχοιτο La προαγωγεία (X. Smp. 4.61-62; Aeschin. 1.14) è il
“lenocinlo”, l’accusa aggiuntiva (cfr. προσκατηγορέω in Th. 3.42.3) del proces-
so. La stessa accusa si ritrova attribuita a Fidia in Piu. Per. 13.15 ώς έλευθέρας
τω Περικλεΐ γυναίκας είς ταύτό φοιτώσας ύποδεχομένου τού Φειδίου. Questa
pericope di testo è stata oggetto di una proposta di attribuzione a Ermippo
(Schwarze 1971, 111), ma είς τό αύτό φοιτώσας è un eufemismo molto atte-
stato in Plutarco per indicare il rapporto sessuale (Stadter 1989, ad Piu. Per.
32.1) e non può assolutamente essere una citazione da Ermippo.
L’associazione di Aspasia con l’attività di lenocinlo è poco credibile ed è
probabilmente ricavata dall’associazione di Aspasia con due prostitute in Ar.
Ach. 527 (recte Schwarze 1971, 111).
 
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