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Μοϊραι (Moirai)
(“Moire”)

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Bibliografia Bergk 1838, 318; Meineke 1839b, 395; Gilbert 1877, 112-113;
Kock 1880, 235; Kaibel (f 1901) ms. ap. Kassel-Austin 1986, 579; Zielmski 1931,
94; Harvey 2000a, 105; Storey 201 lb, 295.
Titolo Un titolo omonimo non è attestato in commedia, anche se sono stati
proposti degli accostamenti alle Eumenides di Gratino, alle Hòrai di Aristofane
e di Gratino o alle Mousai di Frinico Comico (Storey 201 lb, 296). Maggiori
riscontri formali sono attestabili nel dramma satiresco: Moirai è, infatti, un
titolo trasmesso per Acheo Tragico (V sec. a. C.) e Keres è il titolo di un dramma
satiresco di Aristia (V sec. a. C.).
Nel mito le Moire sono tre sorelle (Cloto, Lachesi e Atropo) che tessono
il filo del destino dell’uomo, stabilendone durata e termine: cfr. Hermipp. fr.
49 K-A, Interpretazione. La loro genealogia è bipartita tra un’origine ctonia,
come figlie della Notte, che le rende simili alle Κήρες (Hes. Eh. 211) o alle
Erinni (A. PV 516), e una discendenza olimpica da Zeus e Themis, che le rende
simili alle Ore o alle Cariti (Hes. Eh. 904, con West 1966, ad L). La discendenza
olimpica spiega la presenza delle Moire non solo in occasione della morte di
qualcuno (cfr. Dover 1993, ad Ar. Ra. 453), ma anche in occasione di nascite,
come quella di Dioniso (E. Ba. 99), o di matrimoni, come quello di Zeus con
Era (Ar. Av. 1734). La presenza di un culto delle Moire in Attica è attestata da
testimonianze epigrafiche, tra cui IG I3 7a.l2 (IV sec. a. C., sacrificio in onore
delle Moire e Zeus Μοιραγέτης alle Plinterie) e IG II2 1358b.28 (IV sec. a. C.,
sacrificio di un maiale alle Moire nel calendario di Maratona).
In commedia, oltre ai passi citati, le Moire sono attestate come destinatarie
delle invocazioni in Ar. Eh. 700; Pl.Com. fr. 183.1 K-A.
Contenuto A partire dall’analisi di alcuni frammenti è possibile presentare
alcune ipotesi sull’andamento e sul contenuto della commedia.
In Hermipp. fr. *47.1 K-A il personaggio individuato sulla scena dall’a¬
postrofe βασιλεύ σατύρων è Dioniso: questo significa che, analogamente a
quanto avviene nel Dionysalexandros di Gratino, Dioniso nella commedia può
alludere alla figura storica di Pericle e che gli attacchi rivolti a Pericle in
Hermipp. fr. *47 K-A sono indirizzati sulla scena a Dioniso, che è un πρόσωπον
della commedia. Per l’analisi dell’apostrofe βασιλεύ σατύρων cfr. Hermipp.
fr. *47 K-A, Interpretazione.
L’apostrofe di Dioniso come βασιλεύ σατύρων in Hermipp. fr. *47.1 K-A
non è un’epiclesi divina tradizionale per il dio e sembra indicare che Dioniso
sia riconosciuto sulla scena nel ruolo di comandante militare di un esercito di
 
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