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Testimonianze (test. 10)

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composto da due frammenti di rotolo che contengono uno υπόμνημα, che si
presenta ripartito in lemma e interpretamenta. L’analisi metrica dei lemmi ha
condotto all’attribuzione del testo alla parabasi di una commedia di Aristofane
(Ar. fr. 590 K-A; Lobel 1968, 39), forse YAnagyros: cfr. Montana 2006,158-160;
Bagordo 2016, ad Ar. fr. 590 K-A, Zitatkontext.
Interpretazione L’integrazione della lacuna col nome di Ermippo (Lobel 1968,
45) è certa, mentre non è chiaro il motivo della sua menzione nello υπόμνημα a
causa dello stato lacunoso dell’ interpretamentum (Ar. fr. 590.88-90 K-A) in cui
il nome di Ermippo compare e del suo relativo lemma (Ar. fr. 590.85-87 K-A).
Una possibilità consiste nell’immaginare la presenza di un nesso interte-
stuale stabilito tra il testo della parabasi aristofanea e un passo dell’opera di
Ermippo; forse si trattava di una notazione di cronologia o di storia del teatro.
Il commento di questo papiro, infatti, si concentra prevalentemente su aspetti
di contestualizzazione storica del teatro attico più che su fatti grammaticali
o linguistici (Montana 2006, 161): cfr., ad esempio, le notizie sulla carriera e i
piazzamenti di Platone comico (Pl.Com. test. 7 K-A) ap. Ar. fr. 590.45-51 K-A.
Ci può essere tuttavia almeno un’altra spiegazione: l’unico riferimento
desumibile con certezza dal lemma aristofaneo corrispondente alla menzione
di Ermippo è quello alla località di Tricorito nei pressi di Maratona (Ar. fr.
590.87 K-A η Τρικορυ[) e sono noti due passi in commedia in cui il demotico
è impiegato per una caratterizzazione umoristica (Ar. Lys. 1032 έμπίς έστιν ήδε
Τρικορυσία;, Men. fr. 886 K-A Τρικορυσία βασίλιννα). Non è escluso che il
riferimento a Ermippo possa essere dunque inteso come un nesso intertestuale
sul demotico, mentre meno probabile appare la possibilità di un riferimento
all’attributo τρικόρυθος “dall’elmo con triplice cimiero” (detto di Aiace in E.
Or. 1480) per l’apparente presenza dell’articolo femminile che precede il nome.
test. 10 K-A
Tz. Diff. Poet. (Proleg. de comoed. XXIa) 78-87 Koster
τριττήν νόει πρώτον δέ τήν κωμωδίαν·
πρώτην, μέσην, έπειτα καί τήν υστέραν.
80 πρώτης μεν ήν ίδιον εμφανής ψόγος
ής ήν κατάρξας εύρετής Σουσαρίων.
τής δευτέρας ήν ό ψόγος κεκρυμμένος,
ής ήν Κρατϊνος, Εϋπολις, Φερεκράτης
Αριστοφάνης, "Ερμιππός τε καί Πλάτων
85 καί τής τρίτης ήν ό ψόγος κεκρυμμένος,
πλήν κατά δούλων καί ξένων καί βαρβάρων,
ής ήν Μένανδρος έργάτης καί Φιλήμων.
 
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