58
Hermippos
Metro Tetrametro giambico
Bibliografia Pierson 1759, 456; Toup 1790, II 482; Meineke 1839b, 381;
Meineke 1847, 139; Cobet 1858, 29; Perusino 1968, 109; Borthwick 1976, 3-4;
Kassel-Austin 1986, 564-565.
Contesto di citazione In Syn.' (Phot, oc 1956; Suid. oc 2494; Syn. B oc 1416)
si discute l’assenza di contrazione in attico di άνθέων. La questione è legata
alla distinzione delle forme omografe άνθ’ ών e άνθών e alla contrazione dei
genitivi plurali dei sostantivi della declinazione di άνθος: una rassegna delle
fonti antiche si legge in Alpers 1981, 154-155; Valente 2015, 119.
Testo La citazione del secondo verso di Hermipp. fr. 5 K-A è preceduta dalla
formula έν τοϊς έξης “nei versi successivi”, che tuttavia non garantisce nulla
sulla prossimità tra i due versi: cfr. scholl. veti. Ar. Ra. 93a-b, in cui έν τοϊς έξης
è utilizzato per segnalare un rimando da Ar. Ra. 93 a Ar. Ra. 680-681. Kassel-
Austin (1986, 564) decidono di stampare i due versi in un unico frammento con
una spaziatura, per indicare la mancanza di successione diretta: questa scelta
editoriale è poco condivisibile e, a parità di condizioni, il comportamento di
Kassel-Austin nell’edizione dei frammenti dei comici non è sempre coerente.
Si può fare il caso di Ar. frr. 290-291 K-A: i due frammenti vengono distinti
nella numerazione della raccolta, anche se sono solo separati dall’espressione
έν δέ τοϊς έξης in Ath. 15.699f; ma cfr. anche Cratin. frr. 26-27 K-A. Lo stesso
principio è lecito attendersi per i due versi di Hermipp. fr. 5 K-A attraverso la
ripartizione dei due versi in due frammenti diversi: per queste ragioni, utilizzo
per i due versi le diciture Hermipp. fr. 5a-b K-A.
In Hermipp. fr. 5a K-A, la modifica del trasmesso κηροσπάθητον in
καιροσπάθητον (Toup 1790, II 482) è necessaria per ragioni di significato,
poiché κηροσπάθητον letteralmente “di cera/nella cera ben spatolato” non
dà nessun senso. La corruttela è giustificabile per lo scambio di καιρός “filo”
con una delle forme di κειρία “cinghia”, “benda” (Ar. Av. 816), attestato anche
nelle varianti itacistiche κηρία (Sor. Gynaec. 2.14.1) e κιρία (PSI4.341.7, III sec.
a. C.). Alla luce della facilità di scambio delle forme e dei significati tra queste
parole (cfr. anche EDG s.v. καιρός), la correzione in καιροσπάθητον è più
che plausibile, nel contesto di un’attività tessile che richiede la voce καιρός.
Pierson (1759, 456) separa il composto καιροσπάθητον in καιρω (leggi
καίρω) e σπαθητόν, ma la modifica non è necessaria, dato che non chiarisce
il senso della frase, e il composto deve essere quindi conservato. Borthwick
(1976, 4) propone di sostituire καινόν Ωρών con κενόν έώρων e di far dipen-
Hermippos
Metro Tetrametro giambico
Bibliografia Pierson 1759, 456; Toup 1790, II 482; Meineke 1839b, 381;
Meineke 1847, 139; Cobet 1858, 29; Perusino 1968, 109; Borthwick 1976, 3-4;
Kassel-Austin 1986, 564-565.
Contesto di citazione In Syn.' (Phot, oc 1956; Suid. oc 2494; Syn. B oc 1416)
si discute l’assenza di contrazione in attico di άνθέων. La questione è legata
alla distinzione delle forme omografe άνθ’ ών e άνθών e alla contrazione dei
genitivi plurali dei sostantivi della declinazione di άνθος: una rassegna delle
fonti antiche si legge in Alpers 1981, 154-155; Valente 2015, 119.
Testo La citazione del secondo verso di Hermipp. fr. 5 K-A è preceduta dalla
formula έν τοϊς έξης “nei versi successivi”, che tuttavia non garantisce nulla
sulla prossimità tra i due versi: cfr. scholl. veti. Ar. Ra. 93a-b, in cui έν τοϊς έξης
è utilizzato per segnalare un rimando da Ar. Ra. 93 a Ar. Ra. 680-681. Kassel-
Austin (1986, 564) decidono di stampare i due versi in un unico frammento con
una spaziatura, per indicare la mancanza di successione diretta: questa scelta
editoriale è poco condivisibile e, a parità di condizioni, il comportamento di
Kassel-Austin nell’edizione dei frammenti dei comici non è sempre coerente.
Si può fare il caso di Ar. frr. 290-291 K-A: i due frammenti vengono distinti
nella numerazione della raccolta, anche se sono solo separati dall’espressione
έν δέ τοϊς έξης in Ath. 15.699f; ma cfr. anche Cratin. frr. 26-27 K-A. Lo stesso
principio è lecito attendersi per i due versi di Hermipp. fr. 5 K-A attraverso la
ripartizione dei due versi in due frammenti diversi: per queste ragioni, utilizzo
per i due versi le diciture Hermipp. fr. 5a-b K-A.
In Hermipp. fr. 5a K-A, la modifica del trasmesso κηροσπάθητον in
καιροσπάθητον (Toup 1790, II 482) è necessaria per ragioni di significato,
poiché κηροσπάθητον letteralmente “di cera/nella cera ben spatolato” non
dà nessun senso. La corruttela è giustificabile per lo scambio di καιρός “filo”
con una delle forme di κειρία “cinghia”, “benda” (Ar. Av. 816), attestato anche
nelle varianti itacistiche κηρία (Sor. Gynaec. 2.14.1) e κιρία (PSI4.341.7, III sec.
a. C.). Alla luce della facilità di scambio delle forme e dei significati tra queste
parole (cfr. anche EDG s.v. καιρός), la correzione in καιροσπάθητον è più
che plausibile, nel contesto di un’attività tessile che richiede la voce καιρός.
Pierson (1759, 456) separa il composto καιροσπάθητον in καιρω (leggi
καίρω) e σπαθητόν, ma la modifica non è necessaria, dato che non chiarisce
il senso della frase, e il composto deve essere quindi conservato. Borthwick
(1976, 4) propone di sostituire καινόν Ωρών con κενόν έώρων e di far dipen-