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Hermippos

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(Blaydes 1896, 29, 289; van Herwerden 1903, 20) presuppongono in entrambi
i casi questi due interventi di Cobet.
Per ottenere un trimetro, la forma σιγή (con iota sottoscritto nell’edizio-
ne di Holwerda 1991, 222) deve essere molto probabilmente corretta in σΐγα
(Cobet 1840, 128). La tradizione manoscritta di Aristofane attesta oscillazioni
di grafia tra σΐγα, σίγα e σΐγαι (Ar. Ach. 238) oppure σιγής, σιγάς, σιγήν e
σιγάν (Ar. Ach. 778, cfr. l’apparato critico di Olson 2002, ad II.) e la correzione
non è impegnativa.
Il pronome αυτός è problematico per il metro e ci sono fondamentalmente
due possibilità di intervento: l’espunzione (Cobet 1840, 128) o lo spostamento
al primo piede del trimetro (Most 2014, seminario di ricerca del 2 aprile). A
favore dell’espunzione, c’è la possibilità che il pronome sia stato utilizzato
come glossa esegetica per identificare uno tra i due Pisandri noti nella fonte
che trasmette il frammento (cfr. schol. vet. Ar. Av. 1556 δύο δέ είσι Πείσανδροι,
καθάπερ Εϋπολις έν Μαρικά φησιν· ... (Eup. fr. 195 Κ-Α). και Πλάτων έν
Πεισάνδρω περί άμφοτέρων λέγει): per un caso di espunzione del pronome
αύτός, cfr. {άν αυτόν} in Alex. fr. 224.10 K-A; per un caso di annotazione
marginale contenente glossa esegetica col pronome αύτός, cfr. l’annotazione
marginale τ]ή αύτή in PSI 13.1302 col. II r. 1 (= E. fr. 86 col. II v. 1 Kannicht),
con McNamee 2007, 257. Altrimenti, la proposta di spostamento di αύτός all’i¬
nizio del trimetro ha il vantaggio di restituire una sequenza completa (αύτός
ένέβαινε σΐγα Πείσανδρος μέγας), a patto di accogliere anche l’emendamento
di σιγή in σΐγα. Una simile sintassi con αύτός (preceduto o non preceduto da
articolo) in iperbato col nominativo con cui è concordato è attestata in poesia
anche in II. 2.612 αύτός γάρ σφιν δώκεν άναξ άνδρών Αγαμέμνων, 15.610-611;
E. Tr. 1126, Hel. 558 (= Ar. Ih. 906 αύτός γάρ σε κάμ’ έχει λόγος).
ν. 3. Il testo è corrotto e non c’è finora un rimedio soddisfacente: tuttavia,
όνον κανθήλιον è una buona clausola di trimetro e probabilmente la corruttela
è da circoscrivere solo alle parole έλαίης έρεισιν, che qui sono analizzate.
Il termine έλαίης “di ulivo” è la forma epico-ionica di έλαια/ έλάα ed è di
certo testo corrotto, oltre che per la peculiarità della forma anche per il senso:
l’uso di rami di ulivo in contesti dionisiaci non è altrimenti documentato. La
corruttela è dovuta sicuramente alla prossimità col sintagma έπί των ξύλων
(ν. 2). Tra tutti gli interventi sul termine (έγέλασ’ in Cobet 1840, 128; Φαλής o
Φάλης in Blaydes 1896, 29), quello maggiormente plausibile sembra la corre-
zione in έλάσας (Meineke 1839a, 179), che ha anche il vantaggio di spiegare la
presenza di όνον κανθήλιον “(lui) che cavalca un asino da basto”: cfr. il verbo
έλάω con asini in Hdt. 1.194.5, 2.121.0.1; Artem. 2.12; per l’utilizzo di έλάω vd.
anche Ar. Nu. 28 (con Dover 1968, ad L), 1298. La correzione in έλάσας è inse-
rita all’interno di una riscrittura integrale del frammento di Ermippo da parte
 
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