Δημόται (fr. 18)
95
fr. 18 K-A (19 Kock)
Antiatt. β 39
<β ά )■ προς τούς ψκατάρνηf (“καταρνή;” Bothe: “κάθαρμα” Sicking) άναφωνήσαντας
είώθασιν οί άντιτιθέντες άντεμβοάν, καί εστιν οίονεί σκώμμα. Έρμιππος Δημόταις.
</? α> (bah): contro quelli che esclamano tkatarnèt gli interlocutori sono soliti gridare
in risposta, ed è come uno scherzo. Ermippo nei Dèmotai.
Eust. in II. p. 855.20-21 (= 3.230.8-10 van der Valk)
καί κεϊται εν Επιλογή λέξεων αρχαία (Ael.Dion. β 1), δτι ά ά δασυνθέν γέλωτα δηλοΐ.
οϋτω καί β ά έπίρρημα παρά'Ερμίππω, δπερ είώθαμεν άντεμβοώντες λέγειν, ώς καί
τοϋτό φασιν οί παλαιοί.
e si trova nella Selezione antica delle parole (Ael.Dion. β 1), visto che “ha ha” con lo
spirito aspro indica la risata. Così anche “b a h” è un avverbio in Ermippo, quello che
siamo soliti dire in esclamazioni di risposta, (scil. bisogna sapere) che anche questo
dicono gli antichi.
Bibliografia Bothe 1855, 133; Sicking 1883, 62.
Contesto della citazione II lemma mancante nell’Antiatticista è integrato
a partire dalla testimonianza di Eustazio. L’assetto testuale di Antiatt. β 39
è incerto per la sequenza προς τους Τκατάρνηί άναφωνήσαντας, anche se
una ricostruzione plausibile è data da προς τούς “καταρνή;” άναφωνήσαντας
“contro coloro che esclamano ‘neghi?’” (Bothe 1855, 133; sulla forma καταρνή
cfr. S. Ant. 442).
L’impiego di ώς nella pericope di Eustazio deve essere probabilmente inter-
pretato in dipendenza da un ίστέον sottinteso. La pericope di Eustazio riprende
la dottrina di Elio Dionisio (Ael.Dion. β 1), da cui dipende anche l’Antiatticista:
cfr. Valente 2015, 39.
Interpretazione L’interiezione βά è forse un’onomatopea che deriva dal
verso dell’agnello (cfr. βή in Cratin. fr. 45 K-A; Ar. fr. 648 K-A; vd. EDG s. v.
βά): in ogni caso, l’esclamazione μπα in greco moderno mi pare certamente
accostabile e la testimonianza di Eustazio può essere interpretata come una
sopravvivenza dell’interiezione anche nel greco medievale (Eust. in II. p. 855.21
(= 3.230.8-10 van der Valk) δπερ είώθαμεν άντεμβοώντες λέγειν).
A questa interiezione avverbiale (έπίρρημα) sono collegate due interpreta-
zioni antiche: nelle due fonti che riportano il frammento di Ermippo, l’interie-
zione è utilizzata nel dialogo in risposta a un interlocutore e ha anche valore
scherzoso (Antiatt. β 39 εστιν οίονεί σκώμμα); mentre, in un’altra tradizione
grammaticale, l’interiezione segnala solo stupore, cfr. Jo.Alex. De accent. 141
(= Hdn. 1.492.7 Lentz) τό βά έν τή συνήθεια παρά άρχαίοις έκπληξιν δηλούν.
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fr. 18 K-A (19 Kock)
Antiatt. β 39
<β ά )■ προς τούς ψκατάρνηf (“καταρνή;” Bothe: “κάθαρμα” Sicking) άναφωνήσαντας
είώθασιν οί άντιτιθέντες άντεμβοάν, καί εστιν οίονεί σκώμμα. Έρμιππος Δημόταις.
</? α> (bah): contro quelli che esclamano tkatarnèt gli interlocutori sono soliti gridare
in risposta, ed è come uno scherzo. Ermippo nei Dèmotai.
Eust. in II. p. 855.20-21 (= 3.230.8-10 van der Valk)
καί κεϊται εν Επιλογή λέξεων αρχαία (Ael.Dion. β 1), δτι ά ά δασυνθέν γέλωτα δηλοΐ.
οϋτω καί β ά έπίρρημα παρά'Ερμίππω, δπερ είώθαμεν άντεμβοώντες λέγειν, ώς καί
τοϋτό φασιν οί παλαιοί.
e si trova nella Selezione antica delle parole (Ael.Dion. β 1), visto che “ha ha” con lo
spirito aspro indica la risata. Così anche “b a h” è un avverbio in Ermippo, quello che
siamo soliti dire in esclamazioni di risposta, (scil. bisogna sapere) che anche questo
dicono gli antichi.
Bibliografia Bothe 1855, 133; Sicking 1883, 62.
Contesto della citazione II lemma mancante nell’Antiatticista è integrato
a partire dalla testimonianza di Eustazio. L’assetto testuale di Antiatt. β 39
è incerto per la sequenza προς τους Τκατάρνηί άναφωνήσαντας, anche se
una ricostruzione plausibile è data da προς τούς “καταρνή;” άναφωνήσαντας
“contro coloro che esclamano ‘neghi?’” (Bothe 1855, 133; sulla forma καταρνή
cfr. S. Ant. 442).
L’impiego di ώς nella pericope di Eustazio deve essere probabilmente inter-
pretato in dipendenza da un ίστέον sottinteso. La pericope di Eustazio riprende
la dottrina di Elio Dionisio (Ael.Dion. β 1), da cui dipende anche l’Antiatticista:
cfr. Valente 2015, 39.
Interpretazione L’interiezione βά è forse un’onomatopea che deriva dal
verso dell’agnello (cfr. βή in Cratin. fr. 45 K-A; Ar. fr. 648 K-A; vd. EDG s. v.
βά): in ogni caso, l’esclamazione μπα in greco moderno mi pare certamente
accostabile e la testimonianza di Eustazio può essere interpretata come una
sopravvivenza dell’interiezione anche nel greco medievale (Eust. in II. p. 855.21
(= 3.230.8-10 van der Valk) δπερ είώθαμεν άντεμβοώντες λέγειν).
A questa interiezione avverbiale (έπίρρημα) sono collegate due interpreta-
zioni antiche: nelle due fonti che riportano il frammento di Ermippo, l’interie-
zione è utilizzata nel dialogo in risposta a un interlocutore e ha anche valore
scherzoso (Antiatt. β 39 εστιν οίονεί σκώμμα); mentre, in un’altra tradizione
grammaticale, l’interiezione segnala solo stupore, cfr. Jo.Alex. De accent. 141
(= Hdn. 1.492.7 Lentz) τό βά έν τή συνήθεια παρά άρχαίοις έκπληξιν δηλούν.