Μοΐραι (fr. 43)
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dire “al giorno” (Ar. Ach. 66), mentre al contrario ή μέρας significa “di giorno”
(S. fr. 65.2 Radt): sulla questione cfr. anche George 2014, 15-16. Inoltre, le
attestazioni del valore intransitivo di επιδίδομαι “progredisco” sono più tarde
(Gal. Loc.Aff. 1.1 (= 8.10 Kuhn), Antid. 1.1 (= 14.3 Kiihn)) a confronto di quelle
all’attivo.
Interpretazione Qualcuno (o qualcosa) è detto più grande (μείζων) di poco
fa (νυν δή). Chi parla prevede che, con questa progressione giornaliera (εάν
τοσούτον επιδίδω τής ημέρας), l’interessato diverrà più grande di Diagora di
Tertreo. Fin qui è possibile ricostruire con certezza quanto afferma dal fram-
mento, ma restano almeno tre problemi d’interpretazione generale: l’identità
di chi è detto μείζων, l’identità di Diagora e il significato di Τερθρεύς.
Sull’identità di chi è detto μείζων, le identificazioni con Cleone (LGPN
II s.v. [43]; PAA 579130; così Fritzsche 1845, 186) o Damone (LGPN II s.v.
[16]; PAA 301540; così Kaibel ms. ap. Kassel-Austin 1986, 580) o un generico
poeta (Schwarze 1971, 109) sono indimostrabili. A questa incertezza occorre
aggiungere un dato: una comparazione è divertente se i termini di paragone
sono incongrui, cfr. Diph. fr. 45.3 K-A τονδί δε ναστόν Αστ<ερ}ίωνος μείζονα
“questa focaccia qui, più grande di Ast{er}ione”. Per questo motivo, non è detto
che il soggetto di μείζων sia necessariamente una persona, come avviene già
nel caso del paragone tra animali e persone in Hermipp. fr. 36 K-A.
Quasi certamente Diagora Τερθρεύς non corrisponde a Diagora di Melo,
figlio di Teleclito, detto l’Ateo (LGPN1 s.v. [17]): cfr. Woodbury 1965, 187;
Winiarczyk 1979,196 n. 12 con rimandi bibliografici completi alla questione30.
La differenziazione tra le due figure è data dalle due fonti (γέγονε καί έτερος
κωμωδούμενος επί μεγέθει), ma a conferma di questa notizia si possono ag-
giungere le seguenti osservazioni: (1) il nome Διαγόρας è ben attestato ad
Atene a partire dal IV sec. a. C. (PAA 323180-323260; pace Dover 1993, ad Ar.
Ra. 320), quindi non è assurdo ipotizzare che anche nel V sec. a. C. ci fossero
degli individui con questo nome. (2) L’argomento cronologico ha un certo
peso: non ci sono prove per dimostrare una presenza di Diagora di Melo ad
Atene prima del suo soggiorno a Mantinea testimoniato da Ael. VH 2.23 (425
a. C. circa), mentre le Moirai di Ermippo sono databili al 430-429 a. C., cfr.
Hermipp. Moirai, Datazione. All’epoca della rappresentazione della commedia
30 A favore dell’identificazione di Diagora Τερθρεύς con Diagora di Melo si sono invece
espressi Jacoby 1959, 9-10; Romer 1994, 354; Gkaras 2008, 85. Dunbar (1995, ad Ar.
Av. 1073) discute anche della possibile identificazione di Diagora di Melo con un
Diagora poeta lirico (su cui cfr. Suid. δ 523; Diagoras frr. 738-739 Page).
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dire “al giorno” (Ar. Ach. 66), mentre al contrario ή μέρας significa “di giorno”
(S. fr. 65.2 Radt): sulla questione cfr. anche George 2014, 15-16. Inoltre, le
attestazioni del valore intransitivo di επιδίδομαι “progredisco” sono più tarde
(Gal. Loc.Aff. 1.1 (= 8.10 Kuhn), Antid. 1.1 (= 14.3 Kiihn)) a confronto di quelle
all’attivo.
Interpretazione Qualcuno (o qualcosa) è detto più grande (μείζων) di poco
fa (νυν δή). Chi parla prevede che, con questa progressione giornaliera (εάν
τοσούτον επιδίδω τής ημέρας), l’interessato diverrà più grande di Diagora di
Tertreo. Fin qui è possibile ricostruire con certezza quanto afferma dal fram-
mento, ma restano almeno tre problemi d’interpretazione generale: l’identità
di chi è detto μείζων, l’identità di Diagora e il significato di Τερθρεύς.
Sull’identità di chi è detto μείζων, le identificazioni con Cleone (LGPN
II s.v. [43]; PAA 579130; così Fritzsche 1845, 186) o Damone (LGPN II s.v.
[16]; PAA 301540; così Kaibel ms. ap. Kassel-Austin 1986, 580) o un generico
poeta (Schwarze 1971, 109) sono indimostrabili. A questa incertezza occorre
aggiungere un dato: una comparazione è divertente se i termini di paragone
sono incongrui, cfr. Diph. fr. 45.3 K-A τονδί δε ναστόν Αστ<ερ}ίωνος μείζονα
“questa focaccia qui, più grande di Ast{er}ione”. Per questo motivo, non è detto
che il soggetto di μείζων sia necessariamente una persona, come avviene già
nel caso del paragone tra animali e persone in Hermipp. fr. 36 K-A.
Quasi certamente Diagora Τερθρεύς non corrisponde a Diagora di Melo,
figlio di Teleclito, detto l’Ateo (LGPN1 s.v. [17]): cfr. Woodbury 1965, 187;
Winiarczyk 1979,196 n. 12 con rimandi bibliografici completi alla questione30.
La differenziazione tra le due figure è data dalle due fonti (γέγονε καί έτερος
κωμωδούμενος επί μεγέθει), ma a conferma di questa notizia si possono ag-
giungere le seguenti osservazioni: (1) il nome Διαγόρας è ben attestato ad
Atene a partire dal IV sec. a. C. (PAA 323180-323260; pace Dover 1993, ad Ar.
Ra. 320), quindi non è assurdo ipotizzare che anche nel V sec. a. C. ci fossero
degli individui con questo nome. (2) L’argomento cronologico ha un certo
peso: non ci sono prove per dimostrare una presenza di Diagora di Melo ad
Atene prima del suo soggiorno a Mantinea testimoniato da Ael. VH 2.23 (425
a. C. circa), mentre le Moirai di Ermippo sono databili al 430-429 a. C., cfr.
Hermipp. Moirai, Datazione. All’epoca della rappresentazione della commedia
30 A favore dell’identificazione di Diagora Τερθρεύς con Diagora di Melo si sono invece
espressi Jacoby 1959, 9-10; Romer 1994, 354; Gkaras 2008, 85. Dunbar (1995, ad Ar.
Av. 1073) discute anche della possibile identificazione di Diagora di Melo con un
Diagora poeta lirico (su cui cfr. Suid. δ 523; Diagoras frr. 738-739 Page).