Μοίραι (fr. 46)
175
di chi parla perché è il dio del vino e delle bevute. Altri scenari non possono
essere tuttavia esclusi: cfr. il caso del ditirambo grafo Filosseno di Citerà che
fa indigestione di polpo e nomina tra i suoi esecutori testamentari Afrodite e
Dioniso in qualità di protettori della sua arte (Macho fr. 9.75-80 Gow).
τάμαυτού “le mie”. Per questo impiego di έμαυτου al genitivo come pos-
sessivo cfr. Ar. Ach. 1, Nu. 1217; E. Or. 776; PI. Phd. 117c.
δίδωμι χρήματα II verbo δίδωμι con χρήματα ha qui il senso specifico
di “lascio in eredità”: cfr. D. 27.44 έκ των διαθηκών, έξ ών τοσαύτα χρήματ’
άλλήλοις φασί δοθήναι. Non è chiaro di che ricchezze si tratti, ma il riferi-
mento a χρήματα può essere spiegato semplicemente per influsso del modello
dei lasciti testamentari che sembra essere parodiato in questa battuta.
fr. 46 K-A (45 Kock)
εί δ’ ήν το γένος των ανθρώπων τών νυν τοιόνδε μάχεσθαι,
και βατίς αυτών ήγεϊτ’ όπτή μεγάλη καί πλευρόν ϋειον,
τους μεν άρ’ άλλους οίκουρεϊν χρήν, πέμπειν δε Νόθιππον έκόντα·
εις γάρ μόνος ών κατεβρόχθισεν αν τήν Πελοπόννησον άπασαν
3 άρ’ A: om. CE: άν Zielmski έκόντα A: om. CE: έν’ όντα citat Porson
e/ma se la stirpe degli uomini di adesso fosse stata capace di com-
battere,
e una grande razza arrosto avesse comandato costoro assieme a una
costola suina,
allora sarebbe stato necessario che gli altri stessero a casa, mentre
mandavano Notippo incontro:
infatti, pur essendo uno solo, avrebbe ingoiato il Peloponneso intero
[vv. 1-4]
Ath. (ACE) 8.344c-d
Νόθιππον δέ τόν τραγωδιοποιόν, δν Έρμιππος έν ταϊς Μοίραις φησίν (Έρμιππος δέ
φησι περί Νοθίππου CE)· εί δ’-άπασαν. δτι δέ ούτός έστιν ό ποιητής σαφώς παρί-
στησι Τηλεκλείδης έν Ήσιόδοις (Telecl. fr. 17 K-A).
e Notippo il poeta tragico, che Ermippo nelle Moirai cita: “e/ma se-intero”. Che questi
sia il poeta lo mostra chiaramente Teleclide negli Hèsiodoi (Telecl. fr. 17 K-A).
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di chi parla perché è il dio del vino e delle bevute. Altri scenari non possono
essere tuttavia esclusi: cfr. il caso del ditirambo grafo Filosseno di Citerà che
fa indigestione di polpo e nomina tra i suoi esecutori testamentari Afrodite e
Dioniso in qualità di protettori della sua arte (Macho fr. 9.75-80 Gow).
τάμαυτού “le mie”. Per questo impiego di έμαυτου al genitivo come pos-
sessivo cfr. Ar. Ach. 1, Nu. 1217; E. Or. 776; PI. Phd. 117c.
δίδωμι χρήματα II verbo δίδωμι con χρήματα ha qui il senso specifico
di “lascio in eredità”: cfr. D. 27.44 έκ των διαθηκών, έξ ών τοσαύτα χρήματ’
άλλήλοις φασί δοθήναι. Non è chiaro di che ricchezze si tratti, ma il riferi-
mento a χρήματα può essere spiegato semplicemente per influsso del modello
dei lasciti testamentari che sembra essere parodiato in questa battuta.
fr. 46 K-A (45 Kock)
εί δ’ ήν το γένος των ανθρώπων τών νυν τοιόνδε μάχεσθαι,
και βατίς αυτών ήγεϊτ’ όπτή μεγάλη καί πλευρόν ϋειον,
τους μεν άρ’ άλλους οίκουρεϊν χρήν, πέμπειν δε Νόθιππον έκόντα·
εις γάρ μόνος ών κατεβρόχθισεν αν τήν Πελοπόννησον άπασαν
3 άρ’ A: om. CE: άν Zielmski έκόντα A: om. CE: έν’ όντα citat Porson
e/ma se la stirpe degli uomini di adesso fosse stata capace di com-
battere,
e una grande razza arrosto avesse comandato costoro assieme a una
costola suina,
allora sarebbe stato necessario che gli altri stessero a casa, mentre
mandavano Notippo incontro:
infatti, pur essendo uno solo, avrebbe ingoiato il Peloponneso intero
[vv. 1-4]
Ath. (ACE) 8.344c-d
Νόθιππον δέ τόν τραγωδιοποιόν, δν Έρμιππος έν ταϊς Μοίραις φησίν (Έρμιππος δέ
φησι περί Νοθίππου CE)· εί δ’-άπασαν. δτι δέ ούτός έστιν ό ποιητής σαφώς παρί-
στησι Τηλεκλείδης έν Ήσιόδοις (Telecl. fr. 17 K-A).
e Notippo il poeta tragico, che Ermippo nelle Moirai cita: “e/ma se-intero”. Che questi
sia il poeta lo mostra chiaramente Teleclide negli Hèsiodoi (Telecl. fr. 17 K-A).