Μοίραν (fr. 48)
203
(Diph. fr. 60.12 K-A) e in generi letterari affini (Herod. 3.14-15 κή μεν τάλαινα
δέλτος) sembra scherzoso e qui andrà probabilmente interpretato come para-
tragico (Wilson 1971, 299 n. 20). Un elenco di aggettivi (μιαρός, ταλαίπωρος,
κακός, δύστηνος, τλήμων, άθλιος) di commiserazione ο offesa attribuiti a degli
oggetti si legge in Headlam 1922, ad Herod. 3.14-15.
9 παρά τον στροφέα L’espressione indica la parte laterale e inferiore di
una porta: cfr. Ar. fr. 266 K-A προς τόν στροφέα τής αύλείας σχίνου κεφαλήν
κατορύττειν “ai piedi dello stipite della porta seppellire una testa di cipolla”,
per scaramanzia.
Lo στροφεύς indica propriamente la “bandella” (Hero Spir. 1.38, Aut. 23.4)
posta a terra (Ar. fr. 266 K-A), a forma di cubo (Robinson 1941, tav. 85; cfr.
anche l’accezione di “vertebra” in Poli. 2.130) e realizzata in legno (Thphr. HP
5.6.4) o metallo (Arisi. Aud. 802b 41-42), in cui gira il cardine (στρόφιγξ, άξων):
l’insieme di cardine e bandella costituisce lo stipite di una porta antica. Lo
στροφεύς può tuttavia anche indicare genericamente la giuntura tra cardine
e bandella (Plb. 7.16.5; Lue. DMeretr. 12.3) o altrimenti il cardine distinto dalla
bandella, detta altrimenti όλμίσκος, cfr. S.E. M. 10.54.
τής κηπαίας L’aggettivo κηπαία sottintende θύρα (Poli. 1.76, 9.13) e
indica la porta che conduce al κήπος “giardino”: cfr. [D.] 47.53 έλθόντες προς
τήν οικίαν καί έκβαλόντες τήν θύραν τήν είς τόν κήπον φέρουσαν, IG I3
425.43 (414 a. C.) con Pritchett-Pippin 1956, 239. La κηπαία deve essere perciò
distinta dall’entrata principale, Γαύλειος θύρα (ad es. PI. Smp. 212c), e per
questo motivo deve essere considerata come l’accesso secondario nel retro
di un’abitazione (Robinson-Graham 1938, 152 n. 4). L’entrata dalla porta sul
giardino è attestata nelle abitazioni ateniesi già dal VI sec. a. C. (Lang 1976, 8).
10 έν τοίσι κορήμασιν ούσαν II verso è un paremiaco senza cesura
(Parker 1958, 82).
κορήμασιν II sostantivo indica in questo caso la “spazzatura” « κορέω
“spazzo”): cfr. Ar. fr. 490 K-A ώσπερ έν Καλλιππίδη | έπ'ι τού κορήματος
καθέζομαι χαμαί. Il termine può anche indicare la “scopa”: cfr. Ar. P. 59; Eup.
fr. 218.4 K-A. Nel mondo antico l’immondizia, detta anche χλήδος (D. 55.22),
consiste per lo più in letame ed è ammucchiata davanti alla porta delle abi-
tazioni (Od. 17.297-299). Nel 320-319 a. C. al Pireo è espressamente vietato
ammucchiare immondizia sulla strada principale (IGII2 380.25-28): forse per
un motivo analogo, in questo passo i rifiuti sono ammucchiati sulla porta del
giardino, quindi su un ambiente che non affaccia direttamente sulla strada.
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(Diph. fr. 60.12 K-A) e in generi letterari affini (Herod. 3.14-15 κή μεν τάλαινα
δέλτος) sembra scherzoso e qui andrà probabilmente interpretato come para-
tragico (Wilson 1971, 299 n. 20). Un elenco di aggettivi (μιαρός, ταλαίπωρος,
κακός, δύστηνος, τλήμων, άθλιος) di commiserazione ο offesa attribuiti a degli
oggetti si legge in Headlam 1922, ad Herod. 3.14-15.
9 παρά τον στροφέα L’espressione indica la parte laterale e inferiore di
una porta: cfr. Ar. fr. 266 K-A προς τόν στροφέα τής αύλείας σχίνου κεφαλήν
κατορύττειν “ai piedi dello stipite della porta seppellire una testa di cipolla”,
per scaramanzia.
Lo στροφεύς indica propriamente la “bandella” (Hero Spir. 1.38, Aut. 23.4)
posta a terra (Ar. fr. 266 K-A), a forma di cubo (Robinson 1941, tav. 85; cfr.
anche l’accezione di “vertebra” in Poli. 2.130) e realizzata in legno (Thphr. HP
5.6.4) o metallo (Arisi. Aud. 802b 41-42), in cui gira il cardine (στρόφιγξ, άξων):
l’insieme di cardine e bandella costituisce lo stipite di una porta antica. Lo
στροφεύς può tuttavia anche indicare genericamente la giuntura tra cardine
e bandella (Plb. 7.16.5; Lue. DMeretr. 12.3) o altrimenti il cardine distinto dalla
bandella, detta altrimenti όλμίσκος, cfr. S.E. M. 10.54.
τής κηπαίας L’aggettivo κηπαία sottintende θύρα (Poli. 1.76, 9.13) e
indica la porta che conduce al κήπος “giardino”: cfr. [D.] 47.53 έλθόντες προς
τήν οικίαν καί έκβαλόντες τήν θύραν τήν είς τόν κήπον φέρουσαν, IG I3
425.43 (414 a. C.) con Pritchett-Pippin 1956, 239. La κηπαία deve essere perciò
distinta dall’entrata principale, Γαύλειος θύρα (ad es. PI. Smp. 212c), e per
questo motivo deve essere considerata come l’accesso secondario nel retro
di un’abitazione (Robinson-Graham 1938, 152 n. 4). L’entrata dalla porta sul
giardino è attestata nelle abitazioni ateniesi già dal VI sec. a. C. (Lang 1976, 8).
10 έν τοίσι κορήμασιν ούσαν II verso è un paremiaco senza cesura
(Parker 1958, 82).
κορήμασιν II sostantivo indica in questo caso la “spazzatura” « κορέω
“spazzo”): cfr. Ar. fr. 490 K-A ώσπερ έν Καλλιππίδη | έπ'ι τού κορήματος
καθέζομαι χαμαί. Il termine può anche indicare la “scopa”: cfr. Ar. P. 59; Eup.
fr. 218.4 K-A. Nel mondo antico l’immondizia, detta anche χλήδος (D. 55.22),
consiste per lo più in letame ed è ammucchiata davanti alla porta delle abi-
tazioni (Od. 17.297-299). Nel 320-319 a. C. al Pireo è espressamente vietato
ammucchiare immondizia sulla strada principale (IGII2 380.25-28): forse per
un motivo analogo, in questo passo i rifiuti sono ammucchiati sulla porta del
giardino, quindi su un ambiente che non affaccia direttamente sulla strada.