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Στρατιώται/Στρατιώτιδες (fr. 56)

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Tra le caratteristiche della vita da soldato c’è la consumazione del rancio
senza imbandire una tavola: cfr. Archil. fr. 2.1 West έν dopi μέν μοι μάζα
μεμαγμένη “e sul legno della nave a me la focaccia impastata”, su cui vd. Gentili
1976,19-20. Il rancio di un soldato è generalmente contenuto in un γυλιός (Ar.
Ach. 1097, P. 527) e consiste in una μάζα (Archil. fr. 2.1 West) accompagnata
da povero companatico, come delle cipolle (Ar. Ach. 1099).
Il dimetro può essere collocato in un elenco che descrive alcune caratteri-
stiche della vita militare. La mancanza di utilizzo degli articoli rende il testo
del frammento adatto a un’osservazione di carattere generale e la presenza del
δέ può suggerire il collocamento in un elenco paratattico. Queste tre caratte-
ristiche sono compatibili a un collocamento contiguo a Hermipp. fr. 55 K-A:
su questa possibilità cfr. anche Hermipp. fr. 55 K-A, Interpretazione.
ωα La parola ωα « όϊς “pecora”; Poli. 10.182; EDG s.v. ωα) indica un
tessuto di pelle di pecora (SyZZ.3 1259.6 ή ώας ή διφθέρας (lettera ateniese di
inizio IV sec. a. C.)), solitamente usato come costume per bagnarsi (Hermipp.
fr. 76 K-A, Interpretazione), ma che qui è invece utilizzato come μάκτρα per
impastare il pane, cfr. supra, Interpretazione. In relazione alla vita militare le
pelli di pecora sono utilizzate solitamente come rivestimento delle στιβάδες
(“stuoie”; cfr. Olson 1998, ad Ar. P. 347a-347b) che i soldati utilizzano come
giaciglio: probabilmente la pelle di pecora in questione è utilizzata sia come
giaciglio del soldato che come ripiano su cui impastare la μάζα.
Il termine è attestato anche nelle varianti ώα, οα, όά con l’accezione di
“orlo” (Ar. fr. 223 K-A con Cassio 1977, 83; Poli. 7.62), che probabilmente deriva
dal significato originario di “pelle di pecora”.
ωα... μάκτραν In Hsch. μ 136 la glossa μακτήρ (= μάκτρα) è resa nell’in-
terpretamentum col sostantivo διφθέρα “pelle”, mostrando l’utilizzo delle pelli
di animale anche come ripiano per impastare il pane: la glossa di Esichio
costituisce un buon parallelo per l’associazione tra la μάκτρα e Γωα in questo
frammento (Hemsterhuis ap. Lederlin-Hemsterhuis 1706, 1373 n. 11).
λιθίνην μάκτραν La μάκτρα « μάσσω/ μάττω, con suffisso strumentale
in -τρα cfr. Chantraine 1933, 333) è uno strumento per impastare le μάζαι,
può essere fatto di pietra (λίθινη), legno (Ar. PI. 545) o terracotta (Phot, μ 55)
e occasionalmente anche di pelli di animale (Hsch. μ 136), come Γωα men-
zionata in questo frammento. Un sinonimo di μάκτρα è κάρδοπος (Ar. Ra.
1159 χρήσον σύ μάκτραν, εί δέ βούλει, κάρδοπον) e il termine è da mettere in
relazione anche con gli utensili nominati come σκάφη (σκαφίς in Ar. fr. 431
K-A σκαφίδας, μάκτρας, μοσσυνικά μαζονομεϊα) e θυεία: cfr. Sparkes 1962,
127 n. 51. La forma dello strumento designato col nome di μάκτρα/ κάρδοπος
doveva essere variabile, ma in Ar. Nu. 669 la κάρδοπος è rotonda: cfr. Sparkes
1962, 126 n. 49.
 
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