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Hermippos

per fini commerciali, come avviene in questo caso. Su questo passo di Polluce
cfr. Casaubon 1600, 141; Dindorf 1824, 1018-1019; Muri 1931, 4-5 (= 1976,
6-7); Gauthier 1972, 70 n. 24.
Interpretazione Qualcuno annuncia di voler ritirare (λήψομαι) il σύμβολον
che ha lasciato in pegno presso dei venditori (παρά των καπήλων) evidente-
mente per l’acquisto di merci, come cibo (Ar. PI. 1120-1122) o vino (Hermipp.
fr. 24 K-A; Antiph. fr. 25 K-A). I κάπηλοι (cfr. Ehrenberg 1951, 114-115) pos-
sono, infatti, fare credito nei confronti dei clienti (Hermipp. fr. 78 K-A) e l’an-
nuncio di chi parla equivale a una dichiarazione di pagamento nei confronti
di creditori: cfr. Gauthier 1972, 70 n. 24. La discrepanza tra il plurale con cui
sono indicati i creditori (παρά τών καπήλων) e il singolare con cui è indicato
il σύμβολον si può spiegare o come un impiego distributivo del singolare
σύμβολον per diversi creditori (cfr. Hermipp. fr. 15 K-A, Testo) oppure come
un’indicazione dei κάπηλοι come un unico gruppo di commercianti che ha
fatto credito alla persona loquens (cfr. il caso di τών γειτόνων in Hermipp. fr.
29 K-A).
La costruzione di λαμβάνω con σύμβολον e παρά con genitivo trova
un buon parallelo in Lys. 19.25 ελαβε <μέν> σύμβολον παρά βασιλέως τού
μεγάλου φιάλην χρυσήν. La presenza dell’articolo determinativo nel fram-
mento di Ermippo esclude però la possibilità di una costruzione predicativa
con σύμβολον seguito da sostantivo come in Lys. 19.25 (σύμβολον... φιάλην
χρυσήν) e, invece, suggerisce un’indicazione concreta per l’oggetto al centro
della discussione.
Il σύμβολον qui indicato può essere un piccolo oggetto diviso a metà (E.
Med. 613 con Page 1938, ad l.; Gauthier 1972, 65-73; Caccamo Catalbiano-
Radici Colace 1992, 99 n. 79) e utilizzato anche per le transazioni economiche
(Hdt. 6.86.β. 1 άποδεικνύντες τά σύμβολα άπαίτεον τά χρήματα). Tuttavia, la
volontà di ritirare il proprio σύμβολον non può escludere la possibilità che
l’oggetto in pegno sia di un certo valore affettivo e personale per chi pronuncia
la battuta o persino qualcosa di prezioso (come la φιάλη di Lys. 19.25).

fr. 62 K-A (62 Kock)

τήδ’ έξιόντι Ιδεξιά ώ λυχνίδιον
τηδεξιοντι δεξιά Α: τηδ’ έξιόντ’ επί δέξι’ ώ λυχνίδιον Meineke: τηδ’ έξιόντ’ δείξον, ώ
λυχνίδιον Meineke τί δ’ είχεν έν τή δεξιά; :: λυχνίδιον Dobree

(a me) che esco qui, fcon la mano destra, o piccolo portalampada
 
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