248
Hermippos
έξηυρημένον. La battuta è pronunciata da Prassagora nel monologo che apre
la commedia (Ar. Ec. 1-29). Un monologo è trasmesso con incipit al participio
dativo singolare in Alex. fr. 247.1-2 K-A πορευομένω δ’ έκ Πειραιώς υπό τών
κακών | καί τής απορίας φιλοσοφείν έπήλθέ μοι, anche se il collocamento
di questo frammento non è necessariamente da immaginare nel prologo: cfr.
Arnott 1996, 693-694 con n. 1.
L’identità del personaggio che pronuncia questi versi resta indeterminabi-
le, ma Limpiego della tecnica monologica nel prologo (Ar. Ach. 1-42, Ec. 1-29)
permette di pensare al protagonista della commedia.
τήδ’ “qui”, “in questa direzione” (Bers 1984, 95; Orth 2014, ad Metag. fr.
6.8 K-A): cfr. l’uso di τήδε/τήδί con verbi che implicano un movimento in Ar.
Ach. 204, V. 990, Eh. 1224; S. OC 1547.
έξιόντι II verbo è utilizzato per descrivere movimenti di uscita da casa o
da altro edifìcio verso l’esterno: cfr. i paralleli citati supra in Interpretazione
e, per altri paralleli in commedia, cfr. anche Olson 2014, nt/Eup. fr. 332.1 K-A.
δεξιά Solitamente in prosa il sintagma strumentale “con la mano destra”
si legge con l’articolo, mentre senza articolo si legge in tragedia (E. El. 812, Hel.
1581): delle altre due attestazioni in commedia del sintagma δεξιά “con la mano
destra”, la prima (Ar. Ra. 1402) è una citazione tragica da E. fr. 531 Kannicht,
mentre la seconda è inserita in un discorso dal registro elevato in Epicr. fr. 7
K-A. Si confronti, per contrasto, la costruzione di έχω con έν (τή) δεξιά in Ar.
Nu. 734, Ec. 50 έχουσαν έν τή δεξιά τήν λαμπάδα;. La scelta di adozione di un
registro elevato si può sospettare anche nel caso del frammento di Ermippo.
ώ λυχνίδιον La presenza dell’interiezione ώ è necessaria con i nomi
di genere neutro perché serve a chiarirne la funzione logica, cfr. Hermipp.
fr. 57.1-2 K-A. Il valore dell’apostrofe al portalampada è discusso supra in
Interpretazione. L’apostrofe col nome invocato al diminutivo -ιον/ ίδιον è
diffusa in commedia (Ar. Ach. 475, 872, Eq. 726, 823, 1199, 1215, Nu. 223, 237,
Ra. 582, Ec. 1000 ecc.) ed è attestata per un oggetto anche in Ar. V. 314-315
άνόνητον άρ’, ώ θυλάκιον, σ’ είχον άγαλμα “inutile ornamento ti ho, sac-
chetto”. L’impiego dell’apostrofe al diminutivo stabilisce un legame affettivo
con la persona a cui ci si rivolge (Dickey 1996, 51) e probabilmente con una
funzione emotiva ed espressiva è utilizzata l’apostrofe anche in questo caso.
Il diminutivo λυχνίδιον (cfr. Petersen 1910, 216, anche se l’affermazione su
Meineke (1839b, 411) per la prosodia è scorretta) indica un “piccolo portalam-
pada” o, almeno, così è inteso da Ateneo, cfr. supra, Contesto di citazione; sulla
prosodia della parola cfr. Dorè 1964, 307 n. 1 e supra, Testo (3). In generale, il
termine ha due accezioni diverse: può designare un “piccolo portalampada”
« λυχνεΐον) oppure una “piccola lucerna” « λύχνος, sul λύχνος cfr. Hermipp.
fr. 26.2 K-A). Per il primo significato di “piccolo portalampada” cfr. Ar. fr. 291
Hermippos
έξηυρημένον. La battuta è pronunciata da Prassagora nel monologo che apre
la commedia (Ar. Ec. 1-29). Un monologo è trasmesso con incipit al participio
dativo singolare in Alex. fr. 247.1-2 K-A πορευομένω δ’ έκ Πειραιώς υπό τών
κακών | καί τής απορίας φιλοσοφείν έπήλθέ μοι, anche se il collocamento
di questo frammento non è necessariamente da immaginare nel prologo: cfr.
Arnott 1996, 693-694 con n. 1.
L’identità del personaggio che pronuncia questi versi resta indeterminabi-
le, ma Limpiego della tecnica monologica nel prologo (Ar. Ach. 1-42, Ec. 1-29)
permette di pensare al protagonista della commedia.
τήδ’ “qui”, “in questa direzione” (Bers 1984, 95; Orth 2014, ad Metag. fr.
6.8 K-A): cfr. l’uso di τήδε/τήδί con verbi che implicano un movimento in Ar.
Ach. 204, V. 990, Eh. 1224; S. OC 1547.
έξιόντι II verbo è utilizzato per descrivere movimenti di uscita da casa o
da altro edifìcio verso l’esterno: cfr. i paralleli citati supra in Interpretazione
e, per altri paralleli in commedia, cfr. anche Olson 2014, nt/Eup. fr. 332.1 K-A.
δεξιά Solitamente in prosa il sintagma strumentale “con la mano destra”
si legge con l’articolo, mentre senza articolo si legge in tragedia (E. El. 812, Hel.
1581): delle altre due attestazioni in commedia del sintagma δεξιά “con la mano
destra”, la prima (Ar. Ra. 1402) è una citazione tragica da E. fr. 531 Kannicht,
mentre la seconda è inserita in un discorso dal registro elevato in Epicr. fr. 7
K-A. Si confronti, per contrasto, la costruzione di έχω con έν (τή) δεξιά in Ar.
Nu. 734, Ec. 50 έχουσαν έν τή δεξιά τήν λαμπάδα;. La scelta di adozione di un
registro elevato si può sospettare anche nel caso del frammento di Ermippo.
ώ λυχνίδιον La presenza dell’interiezione ώ è necessaria con i nomi
di genere neutro perché serve a chiarirne la funzione logica, cfr. Hermipp.
fr. 57.1-2 K-A. Il valore dell’apostrofe al portalampada è discusso supra in
Interpretazione. L’apostrofe col nome invocato al diminutivo -ιον/ ίδιον è
diffusa in commedia (Ar. Ach. 475, 872, Eq. 726, 823, 1199, 1215, Nu. 223, 237,
Ra. 582, Ec. 1000 ecc.) ed è attestata per un oggetto anche in Ar. V. 314-315
άνόνητον άρ’, ώ θυλάκιον, σ’ είχον άγαλμα “inutile ornamento ti ho, sac-
chetto”. L’impiego dell’apostrofe al diminutivo stabilisce un legame affettivo
con la persona a cui ci si rivolge (Dickey 1996, 51) e probabilmente con una
funzione emotiva ed espressiva è utilizzata l’apostrofe anche in questo caso.
Il diminutivo λυχνίδιον (cfr. Petersen 1910, 216, anche se l’affermazione su
Meineke (1839b, 411) per la prosodia è scorretta) indica un “piccolo portalam-
pada” o, almeno, così è inteso da Ateneo, cfr. supra, Contesto di citazione; sulla
prosodia della parola cfr. Dorè 1964, 307 n. 1 e supra, Testo (3). In generale, il
termine ha due accezioni diverse: può designare un “piccolo portalampada”
« λυχνεΐον) oppure una “piccola lucerna” « λύχνος, sul λύχνος cfr. Hermipp.
fr. 26.2 K-A). Per il primo significato di “piccolo portalampada” cfr. Ar. fr. 291