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Hermippos

fr. 86 K-A (89 Kock)
Hsch. λ 1255; Phot, λ 394
λολλούν -τά παιδία των Εύβοέων (V. Schmidt, των θεών Hsch., τον θεόν Phot., των
θεών ^βρώμος> Bergk, τον πόλτον Latte) {...}· κέχρηται τή λέξει (ούτως prò κέχρηται
τη λέξει Phot.) Έρμιππος.
lo Ho un (dolce con fichi e uva, accusativo singolare): i bambini degli abitanti dell’Eu-
bea {...} (scil. lo mangiano/lo dicono). Ermippo utilizza questo termine.
Bibliografia Bergk ap. Meineke 1857, LXVI; Latte 1966, 607; Volkmar Schmidt
ap. Kassel-Austin 1986, 603.
Contesto di citazione II frammento di Ermippo è trasmesso in Hsch. λ
1255 e Phot, λ 394. Le altre glosse che fanno riferimento a un lemma si-
mile sono: Hsch. λ 1505 λώλον· βρώμα, έκ γιγάρτων καί σύκων γενόμενον,
παιδίοις πεφωσμένον, λ 1506 λωλώ- δταν σύκα μετά γιγάρτων φωσθή, Phot,
λ 461 |λυλωψ· βρωμά τι παιδιών έν Εύβοια γινόμενον έκ γιγάρτων καί
σύκων κεκομμένων, λ 504 λωλώ· σύκον μετά γιγάρτων κεκομμένων έμφερές
παλασίοις, [Zonar.J ρ. 1326 Tittmann Τλωλώ. σύκον μετά γιγάρτων κόπτωψ.
Testo Nella forma attuale la glossa è incomprensibile e, per questo motivo,
accolgo la plausibile correzione del trasmesso τών θεών/τόν θεόν (Hsch. λ
1255, Phot, λ 394) in τών Εύβοέων (Volkmar Schmidt ap. Kassel-Austin 1986,
603), che è condotta su confronto con Phot, λ 461 ·βλυλω f · βρώμά τι παιδιών
έν Εύβοια γινόμενον: per altre corruttele col sostantivo θεός cfr. l’apparato
critico di Cratin. fr. 225 K-A. Con questo assetto testuale, al sintagma τά
παιδία τών Εύβοέων sarà certamente da assegnare un verbo come έσθίουσι
(Hsch. λ 1505 λώλον ...παιδίοις πεφωσμένον) ο semplicemente λέγουσι e ho
pertanto segnalato una lacuna nel testo della glossa. In caso di integrazione
con λέγουσι, il lemma attesterebbe un termine del lessico infantile: cfr. Hsch.
μ 218 μαμμάν έπί τής παιδικής φωνής, έσθίειν.
Le altre ipotesi di correzione o interpretazione sono molto problematiche:
τών θεών <βρώμα> (Bergk ap. Meineke 1857, LXVI) propone un’improbabile
immagine di “cibo divino/degli dèi” nelYinterpretamentum, mentre la corre-
zione in τόν πόλτον “la polenta” (Latte 1966, 607) introduce un termine raro
e non altrimenti attestabile in riferimento al lemma di questione; la glossa è
parafrasata in LSJ (s.v. λολλούν) come “a child’s word for anything divinely
nice”, ma la parola designa certamente del cibo e l’impiego di τών θεών per
indicare qualcosa di divino è improbabile.
Interpretazione A Ermippo è attribuito il lemma λολλούν (Hsch. λ 1255;
Phot, λ 394), che è riconducibile a un accusativo singolare. Gli altri lemmi
 
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