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Hermippos

gli indizi che spingono a considerare questa notizia come falsa: l’accusa di
άσέβεια non è facilmente spiegabile nel caso di Aspasia e ricorre in altri pro-
cessi di dubbia autenticità; l’accusa di προαγωγεία è identica a quella già ri-
volta allo scultore Fidia (Piu. Per. 13.15) e, nel caso di Aspasia, sembra derivare
da Ar. Ach. 527; infine, il ruolo di Ermippo come accusatore nel processo può
semplicemente derivare da attacchi di Ermippo ad Aspasia sulla scena, vista
la frequente attestazione di Aspasia come κωμωδουμένη in commedia: sulla
questione cfr. anche infra, δίκην εφευγεν άσεβείας.
Oltre che in questo passo, la notizia del processo ad Aspasia è attestata
ancora in Plutarco (Piu. Per. 32.5), Ateneo (Ath. 13.589e) e brevi cenni sul
processo si leggono anche in altre tre fonti ([Lue.] Am. 30; schol. vet. Ar. Eq.
969a.II; An.Syr. 182.11-18, su cui cfr. Ehlers 1966, 78 n. 158). I due passi di
Plutarco e Ateneo si concentrano sul particolare delle lacrime di Pericle al
processo di Aspasia e derivano rispettivamente dai due dialoghi omonimi
Ασπασία di Eschine di Sfetto (IV sec. a. C.; Aeschin.Socr. fr. 25 Dittmar = VI
A 67 Giannantoni) e Antistene Socratico (436-360 a. C. circa; Antisth. fr. 35
Deeleva Caizzi = V A 143 Giannantoni): non è chiaro se Plutarco e Ateneo
abbiano un accesso diretto ai due dialoghi (Henry 1995, 159) o, molto più
probabilmente, li leggano attraverso una fonte intermedia (Tulli 2007, 314).
περί δέ τούτον τον χρόνον La data non è precisata, ma è individuabile
intorno al 432-431 a. C. per il sincronismo con il processo a carico di Fidia
(PAA 918760), recentemente datato dopo il 434 a. C. e a ridosso dello scoppio
della guerra del Peloponneso (Bakola 2010, 305-312; cfr. anche D.S. 12.39.1-2)
rispetto alla cronologia tradizionale del 438 a. C. (fondata su una correzione al
testo di scholl. veti. Ar. P. 605α-β).
Ασπασία Aspasia di Mileto (PAA 222330), figlia di Assioco, è la παλλακή
“concubina” di Pericle e madre di uno dei suoi figli, Pericle il Giovane (cfr.
Eup. fr. 110 K-A). Dopo la morte di Pericle sposa il mercante di pecore Lisicle
(LGPN11 s. v. [4]; PAA 614815), da cui ha un figlio di nome Poriste. Il suo stato
civile è dibattuto, ma probabilmente Aspasia è una donna libera (Olson 2016,
ad Eup. fr. 267 K-A, Interpretation). Sono frequenti le menzioni di Aspasia in
commedia con gli appellativi di Elena (Eup. fr. 267 K-A), Onfale e Deianira
(Adesp.Com. fr. 704 K-A) o Era (Gratin, fr. 259 K-A): su Aspasia cfr. Harp. pp.
61.13-62.10 Dindorf (= a 249 Keaney); schol. PI. Mx. 3 Gufalo (pp. 182-183
Greene); Henry 1995, 9-56; Imperio 1998a, 237-240; Olson 2002, ad Ar. Ach.
526-527; Bagordo 2014a, ad Call.Com. fr. *21 K-A, Interpretation.

Mansfeld 1980, 76-80; Ostwald 1986, 195; Stadter 1989, ad Piu. Per. 32.1; Bauman
1990, 38; Schubert 1994, 115-116; Hartmann 2002, 205-206; Jouanna 2005, 149-150.
Per una rassegna bibliografica cfr. Gilula 2000, 71-72; Gkaras 2008, 6 nn. 17-18.
 
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